Golem, lo spirito dell'esilio

Golem, l'esprit de l'exil

GERMANIA 1992
Naomi fugge a Parigi in esilio col marito e i due figli, guidata dal Golem, la creatura d'argilla che aiuta gli esuli e i vagabondi. Ma la sorte avversa colpisce la donna, che prima perde il marito in un incidente, poi i suoi due figli, uccisi da razzisti. La donna, cacciata di casa, si rifugia presso un parente che vive vicino un bosco magico.
SCHEDA FILM

Regia: Amos Gitaï

Attori: Hanna Schygulla - Spirito dell'esilio, Vittorio Mezzogiorno - Il Maharal, Ophrah Shemesh - Naomi, Samuel Fuller - Elimelek, Mireille Perrier - Ruth, Sotigui Kouyaté - Boaz, Fabienne Babe - Orpa, Bernard Eisenschitz - Daniel, Sotigui Kouyaté - Boaz, Bernard Levy - Malhon, Antonio Carallo - Kylion, Philippe Garrel - Fidanzato di Orpa, Marceline Loridan - Madre di Orpa, Bernardo Bertolucci - Maestro di corte, Marisa Paredes - Maestro di cerimonia, Bakary Sangaré - Primo Marinaio, Alain Maratrat - Secondo marinaio, Fernad Moszkowicz - Assistente dello sceriffo, Urs Kaufman, Dominique Donchinsky, Jean Sasportes

Soggetto: Amos Gitaï

Sceneggiatura: Amos Gitaï, Stephan Levine - adattamento

Fotografia: Henri Alekan

Musiche: Simon Stockhausen, Markus Stockhausen

Montaggio: Anna Ruiz

Scenografia: Thierry François

Costumi: Jean-Pierre Delifer, Marie Vernoux

Effetti: Jérôme Lévy

Altri titoli:

Golem, the Ghost of Exile

Golem, the Spirit of the Exile

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: AGAV FILMS, CANAL+, FRIEDLANDER FILM PRODUKTION

Distribuzione: IMC - INTERNATIONAL MOVIE COMPANY - SAN PAOLO AUDIOVISIVI

CRITICA
"Il Golem inaugura un trittico dell'esilio. Ormai, dati i tempi d'uscita in Italia, il secondo episodio girato in Russia, dovrebbe essere sul punto di uscire. La poetica dello smarrimento che ha fatto grande la cultura ebrea dell'est in questo secolo, l'angoscia suicida di Joseph Roth, l'ironia disperata di Issac Bashevish Singer, hanno molto a che vedere con questo, ma non tutto. Gitai fa un passo avanti: trasforma la tragedia in arma, il vuoto in possibilità di nuova pienezza. Più che illustrare l'esilio, lo rivendica e lo annuncia. E non è discorso che riguardi solo i revanscismi locali, le oscene purezze etniche di Milosevic. E' tema con cui deve misurarsi chiunque oggi voglia fare politica, come si dice con orrida immagine a sinistra. Cioè chiunque debba sfuggire alle sirene del rinnegamento e insieme a quelle non meno pericolose, perfino più subdole, della nostalgia e della rivendicazione di identità." (Andrea Colombo, 'Il Manifesto', 3 aprile 1993)