GIOVE IN DOPPIOPETTO

ITALIA 1954
Giove, desiderando godersi una piccante avventura sulla terra, vi manda intanto in avanscoperta il fido Mercurio. In base alle notizie fornitegli dal suo messaggero, Giove decide di assumere le sembianze dell'on. Sartori, uomo politico sposatosi il giorno stesso, per trascorrere alcune ore accanto alla di lui giovane moglie, Lia. Sceso sulla terra, Giove nota la bellezza delle giovani mortali, che vi prosperano, e se ne compiace; mentre Giunone, avvertita dalla fedele Ebe, prepara la controffensiva. Anche Giunone scenderà sulla terra e troverà il modo di rendere vani i disegni del marito. Con le sue continue trasformazioni Giove riesce a sottrarsi ai pericoli, ai quali le sue tentate imprese lo espongono; ma non riesce però ad attuare i suoi piani. Quando crede finalmente di essere rimasto solo presso la bella Lia, s'accorge che la sua compagna è la sempre bella Giunone, alla quale ancora una volta tributa le lodi dovute alla di lei immortale beltà.
SCHEDA FILM

Regia: Daniele D'Anza

Attori: Carlo Dapporto, Delia Scala, Gino Ravazzini, Franca Gandolfi, Annabella Cerliani, Lilo Weibel, Silvio Crescenzi, Renato Tovagliari, Lile Larson, Rina Mascetti, Françoise Rambert, Domenico Crescentini, Lucy D'Albert

Soggetto: Pietro Garinei, Sandro Giovannini

Sceneggiatura: Pietro Garinei, Sandro Giovannini

Fotografia: Enzo Serafin

Musiche: Gorni Kramer

Scenografia: Luigi Scaccianoce

Colore: C

Genere: MUSICALE

Specifiche tecniche: FERRANIACOLOR CINEMASCOPE

Tratto da: DALLA OMONIMA COMMEDIA DI PIETRO GARINEI E SANDRO GIOVANNINI

Produzione: COSTELLAZIONE

Distribuzione: CEI INCOM

NOTE
PRIMO FILM ITALIANO IN CINEMASCOPE. TRA GLI INTERPRETI: "TOMMI LINDEN BALLET" E IL DUO "DON FONTAINE"
CRITICA
"Delle riviste teatrali portate allo schermo questa è indubbiamente la miglio adattata alle esigenze del cinema ed anche una delle riviste che più si prestava alla trasposizione essendo meno inconsistente del solito nella trama (...). Troppo spesso, però, la fotografia appare sfocata (...)". (A. Albertazzi, "Intermezzo", n. 7 del 15/4/1955).