Exit Through the Gift Shop

GRAN BRETAGNA 2010
Uno sguardo al sotterraneo e inaccessibile universo degli autori di graffiti. L'idea di filmare e conoscere gli artisti illegali era venuta al francese Thierry Guetta, video-operatore amatoriale, che con la sua videocamera si era introdotto nell'ambiente ma che poi ha passato il progetto nelle mani degli stessi protagonisti - Banksy, Shephard Fairey, Invader e altri celebri 'graffittari' - che hanno ripreso le loro personali imprese artistiche.
SCHEDA FILM

Regia: Banksy

Attori: Rhys Ifans - Narratore (V.O.

Musiche: Geoff Barrow, Roni Size

Montaggio: Tom Fulford, Chris King

Durata: 86

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.78)

Produzione: JAIMIE D'CRUZ PER PARANOID PICTURES

Distribuzione: DVD FELTRINELLI REAL CINEMA (2011)

NOTE
- FUORI CONCORSO AL 60. FESTIVAL DI BERLINO (2010).

- CANDIDATO ALL'OSCAR 2011 COME MIGLIOR DOCUMENTARIO.
CRITICA
"Dovesse ricevere qualche premio, sarà divertente vedere come se la caverà. Perché Banksy, geniale graffitaro, esponente massimo della street art - alcune sue opere sono al Moma di New York - ha sempre gelosamente difeso la sua identità. Di lui non si sa nulla, non esistono foto, né recapiti di sorta. Tra le leggende, che sarebbe nato a Bristol 30 anni fa, nome ipotetico Roberi Banks. Ma chissà. Per questo, la notizia di un suo film alla Berlinale, 'Exit Through the Gift Shop', ha creato attesa e suspense tra gli appassionati di arte contemporanea. Finalmente si saprà qualcosa, forse addirittura comparirà di persona. In un certo senso è stato così. Prima del film, ecco Banksy sullo schermo. Seduto in una sorta di hangar, nascosto da un cappuccio che lo rende «Uomo invisibile». Un buco nero al posto del volto. (...) Di fatto nel film Banksy insegue se stesso, ma anche degli emuli, complici delle sue incursioni illegali sui muri di mezzo mondo, persino su quello che divide i territori palestinesi, dove ha provocatoriamente dipinto degli squarci di spiagge tropicali. Per il resto, i suoi soggetti prediletti restano i topi, il suo marchio di fabbrica. E le scimmie. La regina diventa una scimmia con la corona. Banksy Robin Hood. Contro i potenti, con i diseredati. «Un vandalo di qualità», si autodefinisce. Ma anche un acrobata, capace di inerpicarsi su ponti e grattacieli per dipingere i suoi sberleffi al mondo, al mercato dell'arte e ai fan, Brad Pitt in testa, che lo adorano." (Giuseppina Manin, 'Corriere della Sera', 15 febbraio 2010)