ELENI

ELENI

GRAN BRETAGNA 1985
Un affermato giornalista di origine grega del "New York Times" si fa assegnare alla redazione di Atene con lo scopo di svelare un mistero: quello della morte della madre Eleni, fucilata dai partigiani comunisti, nel 1948, durante la guerra civile.
SCHEDA FILM

Regia: Peter Yates

Attori: Oliver Cotton - Catis, Rosalie Crutchley, Glenne Headly, Linda Hunt - Katina, Alison King, Jon Rumney, Steve Plytas, Ronald Pickup - Spiro, Kate Nelligan - Eleni Gatzoyiannis, John Malkovich - Nick, Peter Wood Thorpe, Dimitra Ardiss

Soggetto: Nicholas Gage

Sceneggiatura: Steve Tesich

Fotografia: Billy Williams

Musiche: Bruce Smeaton

Montaggio: Ray Lovejoy

Scenografia: Roy Walker

Durata: 114

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: NORMALE

Tratto da: TRATTO DAL LIBRO "ELENI" DI NICHOLAS GAGE

Produzione: VANOFF PICK GAGE PRODUCTION

Distribuzione: ARTISTI ASSOCIATI (1987) - DOMOVIDEO

CRITICA
"Ciascuno ha le sue colpe, e forse poteva essere questa la cifra umana e poetica, ma è proprio nella poesia che il film è tirchio. Va un po' meglio con Malkovich, nella cui testa rimane chiuso e a noi invisibile tutto il film, l'unico figlio maschio di Eleni, che dopo 40 anni torna in Grecia, come inviato speciale di un giornale newyorkese, ma soprattutto della propria coscienza, che vuole esplorare e capire il sacrificio della madre. Troverà anche il colpevole, ma non avrà la forza di giustiziarlo postumo: gli basterà, per continuare a vivere, e forse incominciare a sorridere, sapere che mamma Eleni è morta gridando ai quattro venti l'amore per i suoi figli. Peccato che Yates non raggiunga mai la statura tragica, perché il personaggio, al di là delle questioni politiche, poteva sostenerla; e peccato altresì che l'inchiesta, sulla scorta di recenti esempi come Urla del silenzio, non sia serrata come la regola del film-documento vorrebbe. Eccoci così di fronte a un prodotto ibrido, non di rado noioso, al termine del quale ci rimane quasi intatta la voglia di capire e soprattutto di sentire col cuore. Kate Nelligan è stata più efficace altre volte, qui imita Irene Papas ed è poco servita dalla sceneggiatura, mentre Malkovich offre tutto un repertorio di corretti e intensi professionismi, e la Hunt si limita a comparire. Nel gioco della Torre si salverebbe la nitida e ventosa fotografia di Billy Williams." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 11 Agosto 1986)