DOVE L'ERBA SI TINGE DI SANGUE

QUIET COOL

USA 1986
Educato dai genitori alla pace e all'amore per la natura, Joshua Greer cresce ai margini deIla splendida foresta del Pacific Northwest, ma un giorno ha la disgrazia di assistere all'assassinio di un uomo, il quale ha scoperto per caso la grande, preziosa e sorvegliatissima piantagione, in cui alcuni spacciatori coltivano la marijuana, fonte di enormi guadagni. Valence, il capo del racket, e i suoi cercano subito di uccidere il ragazzo coi genitori, ma Joshua sopravvive e si nasconde nella foresta, dove, abbandonata ogni idea di vita pacifica, si dedica alla vendetta e, con armi primitive, ma efficacissime, comincia ad eliminare i malfattori ad uno ad uno. Arriva sul posto, a questo punto, un poliziotto di NewYork, Joe innamorato di Katie, sorella del defunto padre di Joshua. Costei, preoccupata per la scomparsa dei parenti, ha chiesto appunto il suo aiuto, e Joe scopre facilmente come sono andate le cose. Trovato nella foresta il ragazzo, si unisce poi a lui nella caccia agli spacciatori. Comincia, dunque, fra i due gruppi una lotta spietata, nella quale muore anche Katie, caduta in un agguato. La sua fine spinge ancora di più Joshua e Joe a cercare la vendetta. Dopo scontri violentissimi, tutti gli spacciatori saranno uccisi, compreso Valence, ma alla fine si scoprirà che il vero capo del racket non era lui, ma una donna matura e dallo aspetto bonario, che gestiva il bar-ristorante del luogo. Furiosa per la perdita della sua banda, costei tenta di ammazzare il poliziotto, ma viene invece uccisa da questi.
SCHEDA FILM

Regia: Clay Borris

Attori: Nick Cassavetes - Valence, James Remar - Joe, Adam Coleman Howard - Joshua Greer, Daphne Ashbrook - Katie Greer, Fran Rian, Chris Mulkey, Jared Martin, Brooks Carner, Joey Sagal, Clayton Landey

Soggetto: Susan Vercellino, Clay Borris

Sceneggiatura: Clay Borris, Susan Vercellino

Fotografia: Jacques Haitkin

Musiche: Jay Ferguson

Montaggio: Bob Brady

Scenografia: Lynda Burbank, J. Rae Fox

Costumi: Darcie F. Olson

Durata: 77

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: NORMALE

Produzione: ROBERT SHAYE

Distribuzione: ARTISTI ASSOCIATI INTERNATIONAL (1987) - COLUMBIA TRI STAR HOME VIDEO

CRITICA
"C'è da dire che, una volta accettate l'inverosimiglianza di base e l'estetica efferata della morte violenta, gli 80 minuti si bevono d'un fiato, inchiodati alla poltrona. Clay Borris, regista canadese quarantenne con una ventennale esperienza alle spalle, governa la suspense, gli espedienti e gli stereotipi del cinema d'azione con mestiere sapiente. Il coinvolgimento emotivo della lotta nei boschi dei due eroi contro un esercito di malvagi funziona a tutti i livelli anche se, a pensarci bene, questa crociata contro la marijuana appare un po' sospetta. Ancora una volta, però, è una considerazione che non conviene a un film fantastico: la marijuana è un pretesto. Qualche raro intervallo di riflessione sull'etica dei verdi ambientalisti e sul rifiuto della civiltà moderna riesce incongruo, e si ha l'impressione che la durata di 80 minuti sia il risultato di un'impietosa potatura in sala di montaggio. I contributi tecnici - dalla fotografia di Jacques Haitkin alla funzionale colonna musicale di Jay Ferguson, al lavoro degli stunt-men sono di prima qualità. Già incontrato come cattivo in diversi film di Walter Hill James Remar è un poliziotto di città che se la cava ottimamente tra i boschi con l'aiuto del giovane Adam Coleman Howard. Il capo dei cattivi è il bellissimo Nick Cassavetes, figlio di John e di Gena Rowlands." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 16 Giugno 1987)

"Ambiguo, irriverente, semplicistico nel tratteggiare una presunta contraddizione tra gli anni Sessanta e i giorni nostri, tra cultura metropolitana e provinciale (unite dallo stesso cinico odio sociale), 'Dove l'erba si tinge di sangue' appare troppo feroce e stridente nelle conclusioni. Il titolo originale, 'Quiet cool', evoca una sorta di pace interiore, di tranquilla distanza dalle cose, invariabilmente violentata dalle spietate leggi dei tempi moderni. Ma il film (diretto dal canadese Clay Borris) indebolisce la sua ecologista venatura ideologica proprio nel momento in cui sceglie la marijuana come simbolico oggetto del contendere e come sinonimo di morte, di violenza, di arretramento civile. Tra gli attori James Remar nel ruolo di Joe, l'esordiente Adam Coleman Howard in quello di Joshua: nella parte di uno dei cattivi Nick Cassavetes, figlio del regista John." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 27 Giugno 1987)

"Il clima è la violenza. Esasperata al massimo. Il ritmo è solo affanno e concitazione. Le situazioni si curano ben poco della logica. I caratteri, salvo forse quelli di John, con il suo passaggio dalla giustizia alla vendetta, sono psicologicamente piuttosto immobili, affidati unicamente agli stereotipi che debbono rappresentarci. Non posso dire, però, nonostante questo, che tutta l'impresa sia da sottovalutare, come d'altronde anche i veri film su Rambo. Lo spettacolo ha una sua solidità, gli agguati, gli inseguimenti, i corpo a corpo sono cadenzati con tutto l'impeto di cui avevano bisogno e l'epica, in tutti i suoi risvolti, è sempre tenuta abilmente presente: perché susciti le tensioni e gli effetti cari in platea ai patiti dei film duri, tutti brutalità e avventure spietate. Io non sono tra quelli, ma non posso negare che il film, pensando a loro, il suo risultato lo raggiunga. Il poliziotto che si converte a Rambo è James Remar, specializzato finora in parti di cattivo. Qui invece il cattivo, alla testa della banda, è Nick Cassavetes, figlio del regista John Cassavetes e dell'attrice Gena Rowlands. Metà greco metà americano; con una curiosa ambiguità da statua." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 24 Giugno 1987)