DON BUONAPARTE

ITALIA 1941
Don Geronimo Buonaparte, buon parroco di un villaggio di poche centinaia d'anime, arrampicato sui monti della Toscana, viene a sapere un giorno che suo nipote Napoleone, divenuto imperatore, gli offre la porpora cardinalizia. La mirabolante notizia, portata da un generale al comando di un plotone di dragoni mette in subbuglio il paesello, dove il parroco menava una vita semplice e tranquilla. Gli speculatori e gli scrocconi si fanno avanti per sfruttare la situazione. Don Geronimo, dopo un primo stordimento, riflette che, accettando gli onori che gli vengono offerti, perderebbe la sua così invidiabile tranquillità e, rifugiandosi nella pace della sua chiesetta, decide la grande rinunzia.
SCHEDA FILM

Regia: Flavio Calzavara

Attori: Anna Pedri, Remo Lotti, Luciana Campion, Giacomo Almirante, Ermete Zacconi - Don Gernimo Buonaparte, Osvaldo Valenti - Maso, Mino Doro - Il Caporale, Guido Notari - Il Generale, Ines Cristina Zacconi - Agnese, Oretta Fiume - Mattea, Aldo Silvani - Il Dottore, Guido Paolo Marziali, Carlo Marazzini - Il Capitano, Umberto Sclanizza - Il Cavaliere, Giulio Tempesti - Il Falegname, Vinicio Sofia - L'Avvocato, Adele Garavaglia - Maria

Soggetto: Giovacchino Forzano

Sceneggiatura: Giovacchino Forzano

Fotografia: Mario Craveri

Musiche: Renzo Rosselini

Scenografia: Luciano Zacconi

Durata: 83

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: DALLA COMMEDIA OMONIMA DI GIOVACCHINO FORZANO

Produzione: PISORNO VIRALBA

Distribuzione: S.A. CINEMATOGRAFICA CINEE TIRRENIA

NOTE
DIRETTORE DI PRODUZIONE: PIERO COCCO.
AIUTO REGISTA: PIERO PIEROTTI.
SCENEGGIATURA NON ACCREDITATA: FLAVIO CALZAVARA.
MUSICA DIRATTA DA UGO GIACOMOZZI.
COPPA VOLPI A ERMETE ZACCONI PER IL MIGLIORE ATTORE ALLA MOSTRA DI VENEZIA DEL 1941.
CRITICA
"(...) Un film con Zacconi è quasi sempre un film di Zacconi (...) E' lui quando parla e fa parlare gli altri, è il suo spirito, la sua arguzia, la sua ira, la sua pietà (...). Il regista Calzavara ha diretto il film in modo da rendere plausibile e naturale, al punto di non farcela quasi avvertire la sproporzione fra i personaggi di contorno e il formidabile divo (...)". (S. De Feo "Il Messaggero" 28/9/1941