Demolition - Amare e Vivere

Demolition

2/5
Melodramma psicologico, poco coinvolgente e vittima di troppi cliché

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USA 2015
Davis Mitchell fatica a ritrovare un equilibrio dopo la tragica morte della moglie. Nonostante sia continuamente spronato dal suocero a rimettersi in sesto, Davis non riesce a riprendersi. Quello che nasce come un banale reclamo a una società di distributori automatici si trasforma in una serie di lettere, nelle quali Davis fa delle confessioni personali inquietanti. Le lettere di Davis catturano l'attenzione della responsabile del servizio di assistenza ai clienti, Karen. E così, due perfetti sconosciuti formano un legame molto profondo, che diventa per entrambi un'ancora di salvezza. Con l'aiuto di Karen e del figlio quindicenne, Davis inizia lentamente a ricostruire la sua vita, demolendo quella di un tempo.
SCHEDA FILM

Regia: Jean-Marc Vallée

Attori: Jake Gyllenhaal - Davis Mitchell, Naomi Watts - Karen, Chris Cooper - Phil, Judah Lewis - Chris, Heather Lind - Julia, C.J. Wilson - Carl, Polly Draper - Margot, Malachy Cleary - Padre di Davis, Debra Monk - Madre di Davis, Wass M. Stevens - Jimmy, Blaire Brooks - Amy, Ben Cole - Steven, Brendan Dooling - Todd, James Colby - John, Alfredo Narciso - Michael, Madison Arnold - Ray, Stephen Badalamenti - Mickey, Tom Kemp - Dott. Brodkey

Sceneggiatura: Bryan Sipe

Fotografia: Yves Bélanger

Montaggio: Jay M. Glen

Scenografia: John Paino

Arredamento: Robert Covelman

Costumi: Leah Katznelson

Effetti: Marc Côté, Doug Coleman

Durata: 101

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Produzione: LIANNE HALFON, RUSSELL SMITH, MOLLY SMITH, TRENT LUCKINBILL, SIDNEY KIMMEL, THAD LUCKINBILL, JEAN-MARC VALLÉE PER MR. MUDD, BLACK LABEL MEDIA, SIDNEY KIMMEL ENTERTAINMENT

Distribuzione: GOOD FILMS (2016)

Data uscita: 2016-09-15

TRAILER
NOTE
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURANO ANCHE JASON REITMAN E JOHN MALKOVICH.
CRITICA
"Jake Gyllenhaal (...) ama le sfide e si inerpica senza rete nel film 'Demolition - Amare e Vivere' che parte bene sul pedale surreale e continua in over booking di forza di volontà senza trasmettere vero smarrimento nel variare il tema frequentatissimo della depressione e dell'elaborazione del lutto, che ammette probabilità e imprevisti." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 15 settembre 2016)

"È una piccola folla di personaggi, ciascuno alla ricerca di una propria identità, quella che popola 'Demolition - Amare e vivere' ( ma il sottotitolo italiano è superfluo ) (...). Nato nel Canada francofono, Vallée è un cineasta di sensibilità più europea che americana. Nel bene e nel male. Qui il male - ancorché veniale - è la tendenza fin troppo insistita a procedere per metafore (...); a partire ovviamente da quella, centrale, della demolizione di cose proprie e altrui. A tratti il simbolismo - radere al suolo il passato - si fa un po' greve e l'eroe della storia sembra un mezzo matto via via che i riferimenti della sua esistenza si rovesciano e quel che sembrava essenziale perde valore, mentre cose da sempre trascurate diventano importanti. Fortuna che la performance di Jake Gyllenhaal, totalmente calato nella parte, rende più accettabili gli eccessi del personaggio. Quanto alle parti migliori della sensibilità 'europea' di Vallée, il film non si nega una benefica vena di humour, con l'effetto di alleggerire risvolti melodrammatici (...) che, gestiti diversamente, potevano prendere una piega imbarazzante. (...) Senza essere un capolavoro, 'Demolition' è un film ben gestito nella progressione drammatica, nella regia misurata e, soprattutto, nell'utilizzo degli attori. Di Gyllenhaal s'è già detto. Ma anche Naomi Watts risulta, una volta di più, ineccepibile; Chris Cooper interpreta bene il burbero suocero di Davis e il quindicenne Judah Lewis (lo sfrontato e vulnerabile Chris Moreno ) merita la definizione di 'terrifying young newcomer', eccezionale giovane debuttante, attribuitagli da una rivista americana." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 15 settembre 2016)

"Del film non sempre convince la sceneggiatura, ma la Watts porta sullo schermo la sua luminosa empatia; e uno straordinario Gyllenhaal, sfumando dalla malinconia alla rabbia all'umorismo, trova il modo di conferirgli un coinvolgente centro affettivo al suo errativo personaggio. Il regista Jean-Marc Vallée (...) lo pedina senza far sentire la presenza della macchina da presa, lavorando con maestria sulle atmosfere e sul tessuto di emozioni." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 15 settembre 2015)

"(...) un ottimo Jake Gyllenhaal (...) Dal prolifico e versatile canadese Jean-Marc Vallée un nuovo capitolo dell'indagine sulle estreme reazioni umane a eventi traumatici (...) punta lo sguardo sul lato oscuro dell'individuo che, inconsciamente, diventa pretesto per aprire una critica socio-politica sull'Occidente. Opera tragico-grottesca interessante e a tratti folle, con un finale forse troppo consolatorio ma nel complesso meritevole di un giudizio positivo. Da notare nel cast il prodigioso 15enne Judah Lewis, il futuro Leonardo DiCaprio." (Anna Maria Pasetti, ' Il Fatto Quotidiano', 15 settembre 2016)

"Dal bravissimo regista canadese (...) arriva un film irritante e respingente come il suo protagonista, in bilico sconclusionato tra rimozione e distruzione della sua vita matrimoniale prima della disgrazia. L'amabile Gyllenhaal, genialmente inquietante due anni fa ne 'Lo sciacallo', annega in un mare di narcisistiche idiosincrasie accompagnato da una Watts accanita fumatrice di marijuana più macchietta che altro. Meno male che c'è Judah Lewis nel ruolo dell'adolescente turbolento Chris. Ogni volta che è in scena, il film si infiamma diventando vivace e scorbutico come questo quattordicenne dal futuro promettente." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 15 settembre 2016)

"Piacerà anche se molti lo troveranno inferiore ai film precedenti di Vallée (...). Perché il tema è lo stesso (la ricerca dell'identità da parte di una persona che per oltre 30 anni è stata convintissima di averne una), e Jake Gyllenhaal è davvero l'attore giusto nel ruolo giusto." (Giorgio Carbone, 'Libero', 15 settembre 2016)

"Strampalato, ma anche toccante dramma (...). Tanti i problemi dei protagonisti, indurito suocero compreso. E nonostante l'impegno degli ottimi Jake Gyllenhaal e Naomi Watts, anche per gli spettatori meno sensibili." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 15 settembre 2016)