Dall'altra parte del mare

ITALIA 2009
Una compagnia teatrale, guidata da Abele in collaborazione con Clara, vuole portare in scena un testo sul dramma della Shoah partendo dalle testimonianze impresse sulla carta da Ka-Tzetnik 135633 - un sopravvissuto di Auschwitz che dopo 30 anni ha accettato di rivivere l'esperienza del campo di concentramento con una terapia a base di LSD - e sullo schermo da Tosca Marmor, sopravvissuta ebreo-polacca protagonista di un documentario girato a Parigi, anni prima, da Clara. Abele e Clara cercano di impostare insieme i personaggi, ma ben presto tra loro sorgono dei contrasti sul modo di fare la rappresentazione. Nel frattempo, Clara si mette anche sulle tracce di suo padre, sparito quando lei aveva solo otto anni.
SCHEDA FILM

Regia: Jean Sarto

Attori: Galatea Ranzi - Clara, Vitaliano Trevisan - Abele, Gordana Miletic - Tosca, Fulvio Falzarano - Claudio, Viviana Di Bert - Gigliola, Alessandra Battisti - Franca, Tony Allotta - Filippo, Paolo Summaria - Fabrizio, Dino Castelli - Padre di Clara

Soggetto: Monica Rapetti

Sceneggiatura: Monica Rapetti

Fotografia: Aldo Di Marcantonio

Musiche: Alessandro Molinari

Montaggio: Patrizia Ceresani

Scenografia: Erminia Palmieri

Costumi: Erminia Palmieri

Suono: Michele Tarantola

Durata: 80

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: DREAM FILM, CARO FILM

Distribuzione: CARO FILM

Data uscita: 2009-03-27

NOTE
- GIRATO A ROMA E TRIESTE.
CRITICA
"Ancora un piccolo, fiero, film italiano sull'eterno dramma d'amore tra arte, vita, teatro e cinema dopo 'L'ultimo Pulcinella' di Scaparro. 'Dall'altra parte del mare' di Jean Sarto (nome d'arte di Gianluca Sartoretto, anche distributore e produttore con la Caro Film) mescola i linguaggi, crea contrasti troppo teatrali (sembra che Abele e Clara recitino il loro conflitto) e si lascia andare a qualche datato vezzo metacinematografico quando fa discutere gli attori del film sul film. Ma c'è personalità." (Francesco Alò, Il Messaggero', 3 aprile 2009)

"Il film è di estremo interesse ideologico-tematico-cinefiliaco e giustamente non risolve l'enigma tra neutralità ed emozione: Galatea Ranzi (sensibile interprete ronconiana) pensa che si possa raccontare il Male, come in teatro ha fatto Ottavia Piccolo. Un confronto di testa tra mezzi d'espressione-comunicazione che sollecita un momento pilotato di riflessione nel finale open in cui il grigio uccide lo spasmo morale di un teatro che ha perso il diktat epico, ma cerca altrove, tra la Risiera e Basaglia." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 aprile 2009)