Crulic - drumul spre dincolo

POLONIA 2011
Documentario sulla drammatica vicenda di Crulic, un 33enne rumeno morto in carcere, in Polonia, per le conseguenze di uno sciopero della fame. 11 luglio 2007: un importante giudice polacco subisce il furto di circa 500 euro prelevati dal suo conto, con carte di credito rubate. 10 settembre: Crulic viene accusato del furto e incarcerato a Cracovia. Qui, il detenuto avvia immediatamente uno sciopero della fame. Si dichiara innocente in quanto il giorno del furto si trovava in Italia e chiede di incontrare un rappresentante del consolato rumeno e affidare la sua difesa a un altro avvocato. All'inizio del 2008, le condizioni di salute di Crulic sono preoccupanti e il tribunale ordina il suo rilascio immediato. Tuttavia, è troppo tardi: 16 ore dopo, Crulic muore.
SCHEDA FILM

Regia: Anca Damian

Soggetto: Anca Damian

Sceneggiatura: Anca Damian

Musiche: Piotr Ziubek

Montaggio: Catalin Cristutiu

Altri titoli:

Crulic - The Path to Beyond

Crulic - le chemin vers l'au-delà

Durata: 72

Colore: B/N-C

Genere: ANIMAZIONE

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: ANCA DAMIAN PER FUNDACJA IM. FERDYNANDA MAGELLANA, ROMANIAN MINISTRY OF CULTURE, THE ROMANIAN HERITAGE/ EDITURA VIDEO, KRAKOW FESTIVAL OFFICE

NOTE
- ANIMAZIONI: DAN PANAITESCU, RALUCA POPA, DRAGOS STEFAN, ROXANA BENTU, TULIU OLTEAN.

- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI: ROMANIAN NATIONAL CENTRE OF CINEMA, POLISH FILM INSTITUTE, KRAKOW REGIONAL FILM FUND E CON IL SUPPORT DI: HBO ROMANIA, ROMANIAN NATIONAL TELEVISION, SOROS FOUNDATION ROMANIA.

- IN CONCORSO AL 64MO FESTIVAL DI LOCARNO (2011).
CRITICA
"Quando ti metti in posa per una foto pensi mai che potrebbe essere l'ultima? 'Crulic' racconta dall'aldilà. (...) La regista sceglie l'animazione, in tutte le sue forme: semplici linee come i Caroselli di Osvaldo Cavandoli, collage, acquarelli, origami, oggetti, fotografie. Due cose da annotare. Il ministro della Giustizia polacco si è dimesso, dopo la tragedia. I rumeni sanno raccontare un dramma con humour nero, senza le lagne e la retorica care ai nostri registi." (Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 10 agosto 2011)