Coupez!

3/5

Michel Hazanavicius apre fuori concorso il 75mo Festival di Cannes. Con un remake zombie che diverte, metacinema (horror e familiare) sul caos creativo che fa da contraltare alla "classe" patinata di The Artist

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FRANCIA 2021
Sul set di un film Z, tutto vira verso il disastro. Circondato da tecnici stanchi e attori disinteressati, il regista sembra essere l'unica persona dotata dell'energia necessaria per dare vita a un altro film di zombi a basso budget. Ma mentre si preparano a girare una scena particolarmente poco entusiasmante, vengono sconvolti dall'arrivo dei veri morti viventi...
SCHEDA FILM

Regia: Michel Hazanavicius

Attori: Romain Duris, Bérénice Bejo, Grégory Gadebois, Finnegan Oldfield, Jean-Pascal Zadi, Matilda Lutz, Sébastien Chassagne, Raphaël Quenard, Lyès Salem, Simone Hazanavicius

Sceneggiatura: Michel Hazanavicius

Fotografia: Jonathan Ricquebourg

Musiche: Alexandre Desplat

Montaggio: Mickael Dumontier

Costumi: Virginie Montel

Effetti: Philippe Aubry

Suono: Sélim Azzazi, Ken Yasumoto

Altri titoli:

Final Cut

Durata: 110

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Tratto da: opera teatrale 'Ghost in the Box' di Ryoichi Wada e remake del film giapponese 'One Cut of the Dead' di Shin'ichiro Ueda (2017) (ver. italiana 'Zombie contro Zombie')

Produzione: MICHEL HAZANAVICIUS PER LA CLASSE AMÉRICAINE, BRAHIM CHIOUA E VINCENT MARAVEL PER GETAWAY FILMS, JOHN PENOTTI

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORI ESECUTIVI: CHARLIE CORWIN, ROBERT FRIEDLAND, KOJI ICHIHASHI, TED JOHNSON, KILIAN KERWIN, SIDNEY KIMMEL, TOM YODA.

- FILM D'APERTURA (FUORI CONCORSO) DEL 75. FESTIVAL DI CANNES (2022).

- IL TITOLO DEL FILM, 'Z (COMME Z)' E' STATO CAMBIATO A SEGUITO DELLA CONSIDERAZIONE FATTA DALL'UKRAINE ISTITUTE RIGUARDO LA PRESENZA DELLA LETTERA Z, DIVENTATA SIMBOLO DI CHI SOSTIENE L'INVASIONE RUSSA IN UCRAINA, E QUINDI EVITARE CHE POTESSE ESSERE VISTO COME SUPPORTO ALLA GUERRA O UNA PROVOCAZIONE.
CRITICA
"Preceduto dalle polemiche sul titolo cambiato, dall'originale Z (che poteva sembrare un involontario sostegno alla propaganda putiniana) a Coupez! , il film è un remake del giapponese 'Zombie contro zombie', saggio finale di una scuola di recitazione di Tokyo diventato un insperato successo. Di quel film del 2017 Hazanavicius riprende la struttura. Così nella prima mezz'ora vediamo una troupe al lavoro su uno scalcagnato film di zombie che viene aggredita da autentici morti viventi. Ogni tanto l'azione sembra fermarsi, come se gli attori non ricordassero più le battute, altre volte ti chiedi come mai persone riconoscibilmente francesi si chiamino davanti alla macchina da presa con nomi giapponesi, ma il dilettantismo dell'operazione è così generale che si sghignazza prima di farsi delle domande. Poi, dopo che dei titoli di coda chiudono questa prima parte, il film torna indietro di tre mesi e tutto prende un'altra dimensione. (...) Portando lo spettatore nell' ultima mezz' ora a rivedere il film che è stato girato ma dalla prospettiva delle catastrofi che si accavallano e dei modi in cui tutti più o meno cercano di affrontarle. Alcune trovate sono esilaranti, altri un po' facili ma più in generale lo spettatore è accompagnato dal compiacimento goliardico di chi si è divertito a smontare la presunta sacralità del cinema finendo per rimetterla in piedi subito dopo. E quello che nell'originale giapponese trovava la sua ragion d'essere nell' irriverenza spregiudicata di un saggio di fine corso qui diventa un gioco un po' troppo compiaciuto di sé, soprattutto da parte di un regista che con 'The Artist' aveva saputo rileggere con ben diversa sensibilità i funzionamenti della macchina-cinema." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 18 maggio 2022)


"'Coupez' (l' originale titolo Z è stato messo da parte perché simbolo dell' esercito russo) mette in scena il set di un film di zombie granghignolesco e sanguinolento a bassissimo budget. Gli attori sono nulli, i tecnici svogliati e solo l'ardimentoso regista si batte per un' improbabile riuscita. A salvare il film ci pensano però dei veri zombies che irrompono sulla scena e rendono imprevisto e miracoloso l' esito finale. A uno spettatore disorientato e incredulo, nonostante qualche effetto d'ilarità, viene in soccorso un lungo flash back in cui Hazanavicius rende conto dell'intera vicenda: una produttrice giapponese ha chiesto a un mediocre regista francese di realizzare un film, in un unico piano sequenza, da mandare in diretta in tv. La seconda parte diventa il controcampo della prima. L'assurdo delle situazioni, i dialoghi insensati, i rozzi ma efficaci artifici (una montagna umana per sostituire una gru), le provvide improvvisazioni concorrono a rendere 'Coupez!' una commedia horror godibile, in grado di addomesticare le pretese metalinguistiche sempre dietro l' angolo quando il cinema racconta se stesso. Hazanavicius ci invita a leggere il suo film come inno alla toccante fragilità del cinema. Non per questo viene meno la voglia di vedere il film originale, in italiano 'Zombie contro zombie'." (Andrea Martini, 'Il Giorno', 18 maggio 2022)

"Una meta-commedia sulle riprese di un film di «genere» (...) compresi i titoli di testa che guardano alle produzioni di «serie B» anni Settanta, e più che all'immaginario dei morti viventi in sé, di cui per sua ammissione Hazanavicius dice di non essere particolarmente appassionato - anche se di film ne ha visti moltissimi per fare questo a cominciare da quelli di Romero - l'idea sembra quella di lavorare su quel metodo produttivo artigianale, del basso costo e alta resa, scuola Roger Corman, in cui l'energia è la ricchezza con cui rispondere alla mancanza di mezzi. «Un omaggio al cinema e al suo farsi, al suo quotidiano, alle persone che lo realizzano» lo ha definito il regista di 'The Artist'. Solo che Hazanavicius non è Tarantino (e tantomeno Corman) e questo suo avventurarsi su terreni che gli sono visibilmente lontani se non antitetici è tutto sbagliato sin dalle prime sequenze che esibiscono un piano sequenza (ma con «taglietti») di 32 minuti. (...) L'ispirazione di Hazanavicius è stata un film horror giapponese, 'Zombie contro zombie' di Shinichiro Ueda nell' Arcipelago era divenuto un caso che gli permette lavorare sul remake, cifra da lui prediletta sin da 'The Artist', giocando coi generi tra molti ammiccamenti al presente. (...) Il punto però è che a Hazanvicius quella libertà di cui fa citazione manca, non ha il gusto del rischio e dell'improvvisazione, tutto è calcolato per piacere - e per assecondare un gusto già pre-esistente. Il contrario della magnifica invenzione di quel mondo che cita, di cui il suo film non è neppure pallida fotocopia." (Cristina Piccino. 'Il Manifesto', 18 maggio 2022)