Come se fosse amore

ITALIA 2002
L'elettrotecnico Aurelio Milano, ha appena ideato una straordinaria invenzione in grado di accreditarlo agli occhi della donna che ama, Chiara, candidata alla poltrona di sindaco di Genova. La macchina è il Trasognatore, un dispositivo in grado di entrare nel sonno delle persone e cambiarne comportamenti, modi di essere e pensieri. Ma la macchina ha bisogno di essere collaudata. Così Aurelio, con l'aiuto dei suoi assistenti Angelo e Vincenzo e della venditrice di cocomeri Romana, trova tre cavie ideali in Giotto, Gilberto e Costantino, tre taxisti squattrinati tormentati dalle nevrosi.
SCHEDA FILM

Regia: Roberto Burchielli

Attori: Michelangelo Pulci - Aurelio Milano, Chiara Muti - Chiara Lanini, Claudio Nocera - Costantino, Fabrizio Pippo Lamberti - Gilberto, Alessandro Bianchi - Giotto, Andrea Di Marco - Angelo, Paolo Passano - Vincenzo, Barbara Tabita - Romana, Carlo Denei - Denei, Gino Paoli - Tolomeo, Francesco Foti - Fumicato, Paolo Bartolai, Raffaele Rebaudengo

Soggetto: Alessandra Torre, Nicola Alvau, Claudio Rufus Nocera

Sceneggiatura: Nicola Alvau, Alessandra Torre, Claudio Rufus Nocera

Fotografia: Marcello Montarsi

Musiche: Fabrizio Pippo Lamberti

Montaggio: Paolo Marzoni

Scenografia: Stefano Giambanco

Costumi: Ester Marcovecchio, Roberta Beolchini

Durata: 88

Colore: C

Genere: MUSICALE COMMEDIA

Produzione: MAURIZIO FEVERATI PER MEDUSA PRODUZIONE, BEPPE CASCHETTO PER ITC MOVIE

Distribuzione: MEDUSA DISTRIBUZIONE

Data uscita: 2002-11-29

NOTE
- COREOGRAFIE: ELISABETH BOEKE.

- I PROTAGONISTI MASCHILI COSTITUISCONO UN GRUPPO, I 'CAVALLI MARCI': NOCERA, LAMBERTI, BIANCHI, DI MARCO, PASSANO, DENEI, REBAUDENGO, BARTOLAI.
CRITICA
"A esclusione della regia (affidata al televisivo Roberto Burchielli), della presenza di Chiara Muti attrice esterna al gruppo e del cammeo del maestro Gino Paoli, 'Come se fosse amore' è un musical realizzato interamente in famiglia e purtroppo si vede. Importante sempre, la padronanza del linguaggio diventa fondamentale per un prodotto di alta e raffinata stilizzazione come la commedia musicale che tra l´altro, pur discendendo dall'opera lirica, è un genere poco nelle corde di noi italiani: non piace al grande pubblico e, salvo eccezioni, non lo sappiamo fare. (...) Su questa base a livello drammaturgico vicino allo zero, si innestano modesti interventi comico-musicali ripresi con fastidiosi, ripetitivi movimenti di camera, che sono forse intesi ad aggiungere verve alle scenette e invece servono solo a far girare la testa. Davanti a tanta approssimazione vale la pena di ricordare che nei grandi musical hollywoodiani ogni numero viene provato per settimane; e parliamo di film che quanto a esperti del ramo riuniscono il meglio del meglio". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 1 dicembre 2002)

"Il soggetto di 'Come se fosse amore' è fiabesco. (...) Ci si sono messi in cinque per immaginarlo e in tre per scriverlo il debutto cinematografico dei Cavalli Marci, ma il risultato è miserello. La trasfigurazione 'fantastica' della realtà non scatta mai; tutte le gag sono usate e abusate fino al logorio; le 'sorprese' non sorprendono; le coreografie, più che Hollywood, richiamano alla mente i varietà televisivi; nessuno sembra convinto di quel che sta facendo. Prima volta al cinema anche per Gino Paoli, sprecato in un cammeo dove dice cinque volte la stessa battuta". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 1 dicembre 2002)

"I genovesi Cavalli Marci, dopo aver sprizzato simpatia sia in teatro che in tv, fanno (quasi) centro anche al cinema con un (quasi) musical impreziosito da un'ammaliante Chiara Muti (quasi) Sindaco. (Quasi) riescono laddove hanno miseramente fallito colleghi più celebrati: dalla Gialappa's, ai Fighi d'India, a Bisio (per tacer della Guzzanti)". (Alessio Guzzano, 'City', 2 dicembre 2002)