COME HO VINTO LA GUERRA

HOW I WON THE WAR

GRAN BRETAGNA 1967
Goodbody è un giovane e zelante tenente dell'esercito britannico, del tutto sprovvisto di senso pratico. Nel corso della seconda guerra mondiale, applicando rigorosamente i regolamenti militari ed eseguendo alla lettera gli ordini dei superiori, egli guida inconsciamente alla morte i soldati del suo plotone. Dopo la vittoriosa conclusione della guerra, Goodbody, che ha ricevuto un'importante quanto immeritata decorazione, incontra a un convegno di reduci il solo superstite della sua compagnia: il "vigliacco", l'unico che è riuscito a sopravvivere. Sulla faccia di Goodbody, assalito dal ricordo deformato dai trascorsi bellici, appare l'ombra della pazzia.
SCHEDA FILM

Regia: Richard Lester

Attori: Michael Crawford - Goodbody, John Lennon - Gripweed, Roy Kinnear - Clapper, Lee Montague - Transom, Jack MacGowran - Juniper, Michael Hordern - Grapple, Jack Hedley - Melancholy Musketeer, Karl Michael Vogler - Odlebog, Ronald Lacey - Spool, James Cossins - Drogue, Ewan Hooper - Hooper, Alexander Knox - Gen. Americano, Robert Hardy - Gen. Inglese

Soggetto: Patrick Ryan

Sceneggiatura: Charles Wood

Fotografia: David Watkin

Musiche: Ken Thorne

Montaggio: John Victor-Smith

Scenografia: Philip Harrison, John Stoll

Costumi: Dinah Greet

Effetti: Eddie Fowlie

Durata: 110

Colore: C

Genere: GUERRA SATIRICO

Specifiche tecniche: TECHNICOLOR

Tratto da: ROMANZO OMONIMO DI PATRICK RYAN

Produzione: RICHARD LESTER PER PETERSHAM PICTURES

Distribuzione: DEAR UNITED ARTISTS

NOTE
- GIRATO AD ALMERIA IN ANDALUSIA (SPAGNA). JOHN LENNON TROVO' IL LUOGO DELLE RIPRESE COSI' NOIOSO CHE CHIAMO' RINGO STAR A FARGLI COMPAGNIA.

- PER LA PRIMA VOLTA JOHN LENNON PORTO' IN PUBBLICO GLI OCCHIALINI TONDI CHE DIVENTARONO POI UNA SUA CARATTERISTICA.

- REVISIONE MINISTERO MAGGIO 1997.
CRITICA
"Il film è costruito secondo un'originale formula espressiva che, fondendo brani documentaristici di repertorio e bozzetti umoristici d'impronta spesso surreale, satireggia efficacemente la portata disumanizzante dei regolamenti militari, l'assurdità delle guerre e la falsa retorica dei film bellici. " (Segnalazioni cinematografiche, vol. 64, 1968)