Code Name: Geronimo

Seal Team Six: The Raid on Osama Bin Laden

3/5
Che fine ha fatto Osama Bin Laden? Ce lo racconta John Stockwell con un action-movie adrenalinico e informato

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USA 2012
Sono passati 10 anni dagli attacchi dell'11 settembre: da allora, l'intelligence americano ha scatenato la più grande caccia all'uomo di tutti i tempi. Nel 2011 però, la CIA decide di selezionare un'unità speciale di Navy Seals, per una missione segreta in Afghanistan. Il nome in codice dell'obiettivo finale è Geronimo, lo stesso del temibile capo Apache capace di sfuggire per anni alle truppe americane dell'800. Nemmeno i membri del team conoscono il reale obiettivo di questa operazione, direttamente coordinata dalla Casa Bianca: trovare e uccidere Osama Bin Laden. Il gruppo si troverà ad affrontare e gestire una crescente tensione, che porterà ogni componente a riflettere sulle proprie vite, sui propri sogni e sul senso ultimo della missione, fino a trovare la forza e il coraggio per portare a termine il proprio compito.
SCHEDA FILM

Regia: John Stockwell

Attori: Cam Gigandet - Stunner, Xzibit - Mule, Kathleen Robertson - Vivian, Anson Mount - Cherry, Freddy Rodríguez - Trench, Kenneth Miller - Sauce, William Fichtner - Guidry, Mo Gallini - Ziad, Eddie Kaye Thomas - Christian, Jenny Gabrielle - Tricia

Sceneggiatura: Kendall Lampkin

Fotografia: Peter Holland

Musiche: Paul Haslinger

Montaggio: Ben Callahan

Scenografia: Guy Barnes

Arredamento: Wendy Ozols-Barnes

Costumi: Miye Matsumoto

Effetti: Joseph Conti

Altri titoli:

Code Name: Geronimo - Killing Bin Laden

Durata: 100

Colore: C

Genere: AZIONE GUERRA

Produzione: VOLTAGE PICTURES, THE WEINSTEIN COMPANY

Distribuzione: KOCH MEDIA

Data uscita: 2012-11-08

TRAILER
CRITICA
"Basato su una sceneggiatura aggiornata in corsa a seconda delle notizie che filtravano dal Pakistan e da Langley, il film più atteso e già carico di polemiche sulla morte del grande nemico degli Stati Uniti si candida al successo. 'Seal Team Six: The Raid on Osama bin Laden' non è, e non vuole, essere un film verità. Ma la faticosa ricostruzione di quello che è avvenuto la notte tra il primo e il 2 maggio del 2011. II muro di silenzio che avvolge ancora quel blitz consente a John Stockwell di ripercorrere con la giusta tensione le fasi preparatorie, le incertezze sulla vera identità del fondatore di Al Qaeda, le pressioni delle Casa Bianca ad agire solo di fronte a certezze assolute. Lo spettro del fallimento, dell'incubo che già colpì Carter ai tempi degli ostaggi nell'ambasciata americana a Teheran domina tutti i dialoghi tra la Cia e il Pentagono e nella stessa squadra che scopre la base dello sceicco. Presentato in anteprima europea, il nuovo film prodotto da Nicolas Chartier, già produttore di 'The Hurt Locker', premiato con sei premi Oscar, esce negli Usa il prossimo 4 novembre: due giorni prima delle elezioni presidenziali. (...) Non vi aspettate gli effetti speciali a cui le produzioni di Hollywood ci hanno abituato. Le scene si snodano sotto forma di un documentario, con molte immagini in bianco e nero, riprese dalla squadra dei Seal mentre si addestra e poi agisce nella grande casa a Ovest di Islamabad. Per evitare condizionamenti elettorali, il regista ha deciso di tagliare alcune parti riguardanti la Casa Bianca. Obama appare solo per pochi minuti quando annuncia all'America la morte di Bin Laden. Tagliata anche la parte in cui Mitt Romney si dice contrario al blitz. Il ruolo politico è affidato a Leon Panetta, all'epoca direttore della Cia, che si assicura con i suoi uomini a Langley che l'uomo individuato sia effettivamente il responsabile dell'attentato alle Torri gemelle. Una voce, neanche un viso, che trasmette bene il clima di tensione e di allarme che si viveva in quei giorni. (...) William Fichtner, che tutti ricordano in 'Black Hawk Down' di Ridley Scott, è il capo della squadra investigativa. Riconosce a Stockwell il merito di «aver tirato fuori la verità di quel momento». Ma soprattutto di aver insistito sui personaggi, sulla loro vita privata, sulle loro crisi umane e professionali. Il film è anche un tributo ai Navy Seal che Kendall Lampkin, un giovane scrittore di indubbio talento, è riuscito a sceneggiare dopo mesi di colloqui e di osservazioni sul campo. Ma è stato anche attento a esaltare i ruoli dei protagonisti che la cronaca non ha mai svelato. Sarà l'ostinazione dell'agente Vivian Hollins, interpretata da Kathleen Robertson, a far scegliere l'opzione del blitz. Unica donna in un ambiente maschile, cinico e scettico, la Hollins supera le obiezioni di tutti i suoi colleghi trovando la prova regina. Quella che convince lo stesso Panetta e fa scattare l'operazione." (Daniele Mastrogiacomo, 'La Repubblica', 31 ottobre 2012)

"A più di un anno dalla morte di Osama Bin Laden, arriva nelle sale il film che racconta la storia. Il film sulla morte del leader di Al Qaeda esordirà invece in Usa in una versione rimontata, 'redux', trasmessa il 4 novembre (su National Geographic, solo due giorni prima delle elezioni presidenziali), col titolo 'Seal Team Six: The raid on Osama bin Laden', per mostrare al pubblico come il presidente Obama ha diretto le operazioni della missione. (...) 'Code Name: Geronimo' è un action movie diretto da John Stockwell e realizzato dai produttori di 'The Hurt Locker'. Nell'operazione che ha portato all'uccisione del terrorista, protagonisti indiscussi sono i soldati della squadra Six Team dei Navy Seals incaricati della missione: dall'addestramento alla pianificazione dell'attacco, dai rapporti con la Casa Bianca fino all'irruzione all'interno del compound. (...) Diretta da John Stockwell (già noto per 'Turistas' e alcuni episodi di 'The L World'), la pellicola segue l'esegesi della missione segreta e il suo svolgimento, fino al noto finale, a partire dalla selezione da parte della Cia di un'unità speciale di Navy Seals, per arrivare alle diverse fasi dell'operazione e al suo epilogo, con un focus sulla tensione e i sentimenti vissuti dai membri della squadra. Con un cast di attori principalmente televisi, tra cui Cam Gigandet, Robert Knepper, Freddy Rodriguez, Kathleen Robertson e il rapper Xzibit (anche noto per la sua partecipazione a 'Pimp My Ride' di Mtv), 'Code Name: Geronimo' - il nome in codice, appunto, di Bin Laden - è già indicato dagli addetti ai lavori come uno dei blockbuster dell'anno, ma prima ancora di uscire il film suscita già mille polemiche." (Dina d'Isa, 'Il Tempo', 31 ottobre 2012)

"Gettato nella mischia elettorale dai democratici fratelli Weinstein, 'Code Name: Geronimo' non avrà spostato alcun voto, ma di certo ha ricordato agli americani chi ha 'terminato' il nemico pubblico n. 1 Osama Bin Laden: il presidente Obama. Diretto da John Stockwell con le maniere forti dell'action, è il primo film sull'uccisione del leader di Al Qaeda, e svela i retroscena dell'impresa compiuta il 2 maggio 2011 dai Navy Seals, gli incursori della Marina. Tre le storie che si intrecciano: l'addestramento dei Seals, che ignari prenderanno il volo sui Black Hawk per colpire il terrorista in Pakistan; la sorveglianza sul posto di due agenti CIA sotto copertura; le decisioni dei piani alti dell'Agenzia a Langley. Tutto frullato con mitragliate, adrenalina e psicologie un tanto al chilo, ma la caccia all'uomo ha qualche ghiotta informazione: il medico locale che provò come Osama fosse davvero nel compound di Abbottabad si è beccato 30 annidi carcere, per rappresaglia gli Usa hanno tagliato di 30 milioni i fondi al Pakistan. Ma, dollaro più, dollaro meno, nelle case di Islamabad versano sempre 2 miliardi all'anno." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 8 novembre 2012)

"Spiacerà a chi s'aspettava un grosso film d'azione sulle ultime ore di vita dello sceicco del terrore. L'attesa è destinata a durare a lungo (il film sull'argomento diretto dalla grande Kathryn Bigelow arriverà a 2013 inoltrato). Questo è una cosa piccolina, un prodotto che pare fabbricato per l'homevideo. È possibile che l'abbiano mandato sul grande schermo per dare un po' di lena alla campagna elettorale di Barack Obama (anche se forse i meriti dell'operazione sono più attribuibili all'amministrazione precedente)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 8 novembre 2012)