Cocaina

The Boost

USA 1988
Il nevrotico Lenny cerca ansiosamente di affermarsi a New York nell'ambiente commerciale, ma intanto deve farsi mantenere dalla moglie Linda, che ha un modesto lavoro, e della cui bellezza è orgoglioso. Dopo qualche tentativo deludente, Lenny viene assunto da Max, un maturo e affermato affarista, che lo manda a Los Angeles, per trattare vendite immobiliari. E qui Lenny convince abilmente i clienti ad investire capitali in immobili, sfruttando le scappatoie fiscali, permesse dalle leggi in vigore. Il successo è immediato ed egli si trova ricco: fa soldi con enorme facilità, ha una villa con piscina, un'auto di lusso, e frequenta feste nell'alta società. Inoltre Linda può finalmente dedicarsi alla danza classica, come sognava. Ma una nuova legge mette improvvisamente il mondo degli affari in difficoltà, i clienti di Lenny si tirano indietro e lui è rovinato. Incapace di seguire il consiglio di Max di aspettare pazientemente tempi migliori, Lenny si abbatte e si lascia convincere da Joel, un amico senza scrupoli, a prendere la cocaina per tirarsi su. E ben presto anche Linda fa lo stesso. Intanto i due tirano avanti alla meglio, finchè Max scaccia Lenny, che gli ha rubato una grossa somma di denaro. Linda si accorge di essere incinta, ma non smette di fiutare la droga e una sera cade per le scale e abortisce. Gli sposi sono addolorati, ma ormai il loro matrimonio è in crisi, anche perchè l'uomo picchia la moglie per immotivata gelosia. L'ultima speranza di riaffermarsi nel lavoro è per Lenny un importante affare, che ha avviato con gli arabi, i quali sembrano entusiasti del progetto, ma egli manda tutto all'aria, facendo ai clienti una violenta scenata, perchè si è drogato per darsi coraggio. Più tardi, poi, egli picchia Linda così selvaggiamente che questa deve essere ricoverata in ospedale in serie condizioni, ed è quindi costretta ad abbandonare il marito, che ha tanto amato. Ridotto ormai un rottame, Lenny ha perduto tutto: è precipitato fino in fondo nell'inferno della droga.
SCHEDA FILM

Regia: Harold Becker

Attori: James Woods - Lenny, Sean Young - Linda, John Kapelos - Joel, Steven Hill - Max, Kelle Kerr - Rochelle, Amanda Blake - Barbara, Grace Zabriskie - Sheryl, John Rothman - Ned

Soggetto: Ben Stein - libro

Sceneggiatura: Darryl Ponicsan

Fotografia: Howard Atherton

Musiche: Stanley Myers

Montaggio: Maury Winetrobe

Scenografia: Waldemar Kalinowski

Arredamento: Cindy Carr

Costumi: Susan Becker

Effetti: Larry Fioritto

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: NORMALE

Tratto da: libro "Ludes: A Ballad of the Drug and the Dream" di Benjamin Stein

Produzione: HAROLD BECKER, DANIEL H. BLATT, DARRYL PONICSAN

Distribuzione: COLUMBIA TRI STAR FILMS ITALIA (1989) - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

CRITICA
"'Cocaina', desunto da un romanzo di Benjamin Stein, non sa scegliere tra la descrizione sociologica dell'avida Los Angeles e il dramma individuale di Lerry e Linda. Manca di asciuttezza nell'indagare sui costumi forsennati della città, cede al melodramma nelle scene in cui i protagonisti consumano la propria vita. Gli interpreti James Woods e Sean Young s'adeguano, sovraeccitati, al cupo destino dei personaggi." (Alfio Cantelli, 'Il Giornale', 16 Giugno 1989)

"Versione aggiornata dei film celebri sull'alcolismo, 'Cocaina' si rifà ad un romanzo di Benjamin Stein sceneggiato per lo schermo da Darryl Ponicsan: purtroppo lo spunto sociologico - Los Angeles come capitale di un edonismo dai tratti disumani - si stempera nel melodrammone didascalico, con il solito corredo di scene madri e di episodi umilianti. Droga tipica di chi non si rassegna a veder diminuire la propria performance nel mondo degli affari, la polvere bianca perde qui ogni traccia di nobiltà letteraria per mostrarsi in tutta la sua violenza storditrice: da questo punto di vista, 'Cocaina' può essere utile, al pari di un mega-spot della Sanità, ma è probabile che le ambizioni del regista fossero più alte. Autore di due film curiosi ('Il campo di cipolle' e 'Taps'), Harold Becker getta uno sguardo pessimista sul mito americano del successo facile: intento lodevole che avrebbe avuto bisogno di ben altra sapienza drammaturgica per arrivare al cuore del problema. James Woods e Sean Young si adeguano al cupo destino dei personaggi con la grinta sovraeccitata del caso, la sceneggiatura non li aiuta ma si segue con apprensione la loro discesa agli inferi." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 3 Giugno 1989)