CinquePerDue - Frammenti di vita amorosa

5x2

Concorso: in 5x2 gioie e drammi della vita a due. Visti da Ozon e incarnati dalla Bruni Tedeschi

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FRANCIA 2004
Film che ripercorre a ritroso i momenti cruciali di una storia d'amore: il divorzio, una cena con gli amici, la nascita di un figlio, il matrimonio, il primo incontro.
SCHEDA FILM

Regia: François Ozon

Attori: Valeria Bruni Tedeschi - Marion, Stéphane Freiss - Gilles, Françoise Fabian - Monique, Géraldine Pailhas - Valerie, Michael Lonsdale - Bernard, Antoine Chappey - Christophe, Jean-Pol Brissart - Il giudice, Marc Ruchmann - Mathieu, Jason Tavassoli - L'americano

Sceneggiatura: Emmanuèle Bernheim - collaborazione, François Ozon

Fotografia: Yorick Le Saux

Musiche: Philippe Rombi

Montaggio: Monica Coleman

Scenografia: Katia Wyszkop

Costumi: Pascaline Chavanne

Effetti: Daniel Trujillo, Thierry Delobel

Altri titoli:

5 x 2: Five Times Two

Cinq fois deux

Five Times Two

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO ROMANTICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:85,1)

Produzione: MARC MISSONNIER E OLIVIER DELBOSC PER FIDELITE' PRODUCTIONS

Distribuzione: BIM

Data uscita: 2004-10-01

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 61MA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2004).
CRITICA
"'Cinque per due', di François Ozon procede per flashback successivi, come 'Two Friends' di Jane Campion, o 'Irréversible' di Gaspard Noé. La prima scena è l'ultima in senso cronologico. Si comincia con Valeria Bruni-Tedeschi e Stéphane Freiss davanti al giudice. Si finisce con il primo bagno insieme, al tramonto. Conoscendo la fine, è inevitabile cercare in ogni blocco i segni della catastrofe futura. Ma non è solo questo il senso del film. (...) Ma per quanto il tono sia amaro e a volte bergmaniano (l'ultima volta a letto, dopo il divorzio), ogni scena contiene il suo contravveleno, ogni momento lascia intravedere una effimera felicità. Anticipata, suggerita o contraddetta dalle canzoni italiane che separano le 5 scene del film, Tenco, Bobby Solo, Conte, Fidenco, Wilma Goich. Tutto un poco geometrico, altre volte ('Sotto la sabbia', 'Gocce d'acqua su pietre roventi') Ozon è stato più convincente. Però che attori, che dialoghi, che luci, che cinema."
(Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 settembre 2004)

"Non è una sfida da poco quella di raccontare la vita com'è, anzi è molto difficile. E Ozon, malgrado l'inevitabile irruzione di quel tanto di irritante che da regista francese non riesce a non metterci dentro nelle movenze e nei dialoghi, è uno che queste cose le sa maneggiare con sensibilità. E ha un merito: aver liberato Valeria Bruni Tedeschi dal cliché della giovane donna aristocratica e infelice, distaccata e nevrotica." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 3 settembre 2004)

"François Ozon è uno dei registi più stimolanti della nuova generazione del cinema francese: sia che scelga modi intellettuali ('Sotto la sabbia'), sia che, con abilità e con gusto, privilegi quelli della commedia nera ('Otto donne e un mistero'). Oggi affronta il tema noto e costantemente visitato della crisi della coppia, vi rivela, però, una originalità tutta propria, specie nel disegno dei caratteri e nella costruzione narrativa. (...) Un viaggio nel matrimonio e, soprattutto, nei sentimenti, nei gesti, nei molti sconforti e nelle poche gioie che ne scaturiscono. Con l'accento sul personaggio di Marion, decisa, sicura, generosa, in contrasto costante con Gilles, che è il suo opposto, instabile e fragile. Una sorta di puzzle che Ozon dipana sciorinandoci davanti, senza commento, tutti i suoi tasselli, non dicendoci neanche tutto sulle ragioni dei due e sull'evoluzione dei loro caratteri, lasciando quasi che sia lo spettatore a integrare e a giudicare, pur costruendogli la storia in modo che sia Marion a proporsi come il personaggio positivo di fronte a un Gilles pieno di difetti. Sostiene l'impresa, e anche le intenzioni narrativamente e psicologicamente più riposte di Ozon, la bella interpretazione della nostra Valeria Bruni Tedeschi come Marion: di una mobilità espressiva addirittura esemplare, specie quando fa vibrare la corda delle delusioni e della sofferenza." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 3 settembre 2004)

"'Cinque Per Due' pone sommessamente la candidatura della palpitante Valeria Bruni-Tedeschi al premio per l'attrice. Considerato lo Zelig del cinema francese (come il personaggio di Woody Allen cambia di continuo faccia e carattere), François Ozon stavolta rifà il verso a Bergman descrivendo una crisi coniugale. Di nuovo c'è che lo fa alla rovescia, partendo dalla situazione in cui Valeria e Stéphane Freiss sono davanti al giudice per firmare il divorzio, e risalendo a marcia indietro attraverso 4 momenti di vita in comune, curiosamente contrappuntati con canzoni italiane. L'autore confessa di essersi ispirato a un film di Jane Campion, ma il vero modello sono le commedie di Priestley che inventò l'arte di mescolare il prima e il dopo. Protagonisti molto impegnati, simpatiche riapparizioni di Françoise Fabian e Michael Lonsdale, momenti riusciti e no." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 3 settembre 2004)

"Mescolando i segnali e le piste, il regista spiazza l'identificazione dello spettatore, la mette in discussione; in cambio gli restituisce una visione delle cose che riguardano ciascuno di noi in modo, se non cinico, implacabilmente lucido e privo d'illusioni. Da far correre un brivido lungo la schiena: come in un thriller." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 1 ottobre 2004)

"Se il tempo fosse un gambero, come ci apparirebbe la nostra vita ripercorsa al contrario? È ciò che fa in 'CinquePerDue' François Ozon, evocando in altrettanti capitoli la vicenda matrimoniale di Valeria Bruni Tedeschi e Stéphane Freiss, bravi entrambi. (...) Finale con il colpo di fulmine a un club di vacanze, grandi speranze amareggiate dal fatto che sappiamo come andrà a finire. Il tutto contrappuntato di canzoni sentimentali italiane. Questi esperimenti col tempo li faceva Priestley a teatro oltre mezzo secolo fa, ma il film non è spiacevole." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 2 ottobre 2004)

"Malgrado il tono amaro e a volte bergmaniano (l'ultima volta a letto, dopo il divorzio), ogni scena contiene però il suo contravveleno, ogni momento suggerisce una effimera felicità. Anticipata o contraddetta dalle canzoni italiane che separano le 5 scene del film, Tenco, Bobby Solo, Conte, Fidenco, Wilma Goich. Tutto squadrato, un poco geometrico, altre volte Ozon è stato più sottile. Però che attori, che dialoghi, che luci, che cinema." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 1 ottobre 2
2004)

"Passato senza clamori alla recente Mostra di Venezia, 'CinquePerDue' dell'eclettico François Ozon non raggiunge, in effetti, gli esiti raffinati di '8 donne e un mistero' e 'Gocce d'acqua su pietre roventi'. Eppure nella parabola raccontata a ritroso (con un montaggio in stile 'Irréversible') della breve vita felice dei coniugi trentenni Gilles e Marion, la banalità dell'usura sentimentale, del ricatto familiare e dell'impossibilità di reggere le piccole sfide quotidiane acquista - proprio grazie alla linearità dello sguardo e all'assenza di qualsiasi artificio psico-sociologico - un certo sapore iperrealistico che fa da contraltare all'eccesso di grigiore pessimistico (specie nei riguardi della componente sessuale). (...) La precaria suspense di un percorso così usuale, non a caso scandito a mo' di siparietti dalle canzoni italiane più risapute degli anni Sessanta (da 'Una lacrima sul viso' a 'Ho capito che ti amo' o 'Mi sono innamorato di te'), acquista dignità drammaturgica anche grazie all'alchimia fra gli interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, mai come in queste immagini sensuale e commovente, e l'intenso Stéphane Freiss non solo confermano la qualità della scuola francese, ma reggono in qualche modo la difficile sfida di riuscire a coniugare l'aneddotica di una coppia della porta accanto con le sfumature fuggevoli, impalpabili connesse alla storia segreta di ogni individuo." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 2 ottobre 2004)