Chi giace nella culla di zia Ruth?

Whoever Slew Auntie Roo?

GRAN BRETAGNA 1971
Rosie Forrest, una ricca vedova di origine americana non si è mai ripresa dalla morte accidentale della figlioletta Catherine, caduta dalle scale mentre tentava di discenderle scivolando sul corrimano. Ne hanno approfittato il signor Harrison, che si è spacciato per medium, e i domestici Albie e Clarine, i quali tutti insieme, inscenando sedute spiritiche, le hanno sottratto denaro. In occasione di Natale, la Forrest accoglie bambini di un orfanotrofio della provincia e tra questi c'è la piccola Katy, che somiglia molto a Catherine e quindi Rose decide di tenerla con sé e non rimandarla all'istituto. Christopher, il vivace fratellino della vittima, però penetra nella misteriosa casa della Forrest e, suggestionato dalla nota favola di Hans e Gretel, vede nella padrona di casa una strega cattiva e ne fraintende le azioni. Reagendo secondo le linee della favola, il ragazzetto e la sorellina provocano un incendio fatale per la Forrest e si allontanano con l'orsacchiotto Willy in cui hanno nascosto i gioielli della loro vittima.
SCHEDA FILM

Regia: Curtis Harrington

Attori: Shelley Winters - Rosie Forrest, Mark Lester - Christopher, Chloe Franks - Katy, Ralph Richardson - Benton, Lionel Jeffries - Ispettore Willoughby, Hugh Griffith - Sig. Harrison, Rosalie Crutchley - Signorina Henley, Pat Heywood - Dottor Mason, Judy Cornwell - Clarine, Michael Gothard - Albie, Jacqueline Cowper - Angela, Richard Beaumont - Peter, Charlotte Sayce - Katharine, Marianne Wilcox - Signorina Wilcox

Soggetto: David Osborn - racconto

Sceneggiatura: Robert Blees, Jimmy Sangster, Gavin Lambert - dialoghi addizionali

Fotografia: Desmond Dickinson

Musiche: Ken Jones

Montaggio: Tristam Cones

Scenografia: George Provis

Altri titoli:

Who Slew Auntie Roo?

Durata: 95

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: KODAKCOLOR

Tratto da: racconto di David D. Osborn

Produzione: AMERICAN INTERNAZIONAL PICTURES, HEMDALE FILM CORPORATION

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
"La vicenda, raccontata con un po' di rilassatezza da uno specialista di storie a metà tra l'orrore e la psicopatologia, non manca di impostazione adeguata e di interpretazioni valide. Tra queste, se quella della Winters è un po' monocorde e ridondante, quella dei bambini è inappuntabile e tale da lasciare il segno nell'emotività dello spettatore." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 78, 1975)