Che ora è laggiù?

Ni neibian jidian

FRANCIA 2001
Hsiao-Kang vende orologi per le strade di Taipei. Qualche giorno dopo la morte di suo padre, incontra una ragazza, Shiang-Chyi, che il giorno dopo partirà per Parigi. Oppresso da sua madre che è sempre in attesa del ritorno dello spirito del marito, si rifugia nel ricordo di Shiang-Chyi. Per averla sempre presente, regola tutti gli orologi che ha sull'ora di Parigi. Nello stesso tempo anche la ragazza a Parigi si trova ad affrontare situazioni che sembrano legate in modo misterioso a Hsiao-Kang...
SCHEDA FILM

Regia: Tsai Ming-liang

Attori: Cecilia Yip - Donna Cinese a Parigi, Chen Shiang-chyi - Shiang-Chyi, Lee Kang-sheng - Hsiao-Kang, Jean-Pierre Léaud - Uomo al cimitero, Miao Tien - Padre di Hsiao-Kang, Lu Yi-ching - Madre di Hsiao-Kang, Chen Chao-Jung - Uomo nella stazione della metropolitana, Tsai Guei - Prostituta

Soggetto: Yang Pi-Ying, Tsai Ming-liang

Sceneggiatura: Yang Pi-Ying, Tsai Ming-liang

Fotografia: Benoît Delhomme

Montaggio: Chen Sheng-Chang

Scenografia: Tim Yip

Altri titoli:

7 to 400 Blows

Et là-bas, quelle heure est-il?

Qi dao si bai ji

What Time Is It Over There?

What Time Is It There?

Durata: 116

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: ARENA FILMS, HOMEGREEN FILMS

Distribuzione: ISTITUTO LUCE

Data uscita: 2002-06-14

NOTE
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE/NOVEMBRE 2002.
- IN CONCORSO AL FESTIVAL DI CANNES 2001.
- SUONO: DU TUU-CHIH, TANG HSIANG-CHU.
CRITICA
"Un fantasma, due città, una coppia lontana nel film del taiwanese Tsai Ming-Liang che gira la scansione del tempo come una serie di quadri di solitudini in cui l'ossessione è una fonte di vita, di resistenza, d'amore". (Silvio Danese, 'Il Giorno, 14 giugno 2002)

"Mistico, simbolico (ricorrono acqua e ruote), quasi muto, 'Che ora è laggiù' intreccia le vertigini del desiderio e della nostalgia distillando immagini incantevoli per luci, colori, composizione. La lentezza ipnotica è la stessa di 'The River' e 'The Hole'. Con un guizzo di umorismo a sorpresa che dà allo stile estenuato e squisito del taiwanese Tsai Ming-liang una dimensione nuova, molto interessante". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 giugno 2002)

"Il bravissimo regista malese quarantacinquenne Tsai Ming Liang, già autore di 'Vive l'amour' e di 'The Hole', racconta nel suo stile remoto e struggente la storia di un orologiaio di Taipei(..) Il direttore della fotografia, il francese Benoit Delhomme, è veramente bravo". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 14 giugno 2002)