Catastrofi d'amore

Halbe Treppe

GERMANIA 2002
Due coppie sposate da molto tempo, che abitano in un piccolo villaggio della Germania, unite da una vecchia amicizia, vivono un momento di crisi. In una sera qualunque trascorsa insieme, si accorgono che i rispettivi matrimoni sono diventati preda della routine: Chris e la seconda moglie, Katrin, non hanno più niente da dirsi; Uwe invece passa molto più tempo al bar che con la moglie Ellen e i figli. Tra Ellen e Chris nasce una tenera amicizia, e un incontro casuale tra i due trasforma la simpatia in un amore segreto...
SCHEDA FILM

Regia: Andreas Dresen

Attori: Steffi Kühnert - Ellen, Gabriela Maria Schmeide - Katrin, Thorsten Merten - Christian, Axel Prahl - Uwe, Julia Ziesche - Julia, Ralf Schonknecht - Schoni, Doris Schlingmann - Doris, Eberhard Urban - Eberhard, Miro De Vittoris, Gregor Ziesche - Gregor, Mascha Rommel - Mascha, Jens Grasmehl - Jens, Christine Schorn - La donna in profumeria, Knut Elstermann - Knut

Sceneggiatura: Andreas Dresen, Cooky Ziesche

Fotografia: Michael Hammon

Musiche: Andre Delton, 17 Hippies

Montaggio: Jörg Hauschild

Scenografia: Susanne Hopf

Costumi: Sabine Greunig

Suono: Peter Schmidt (II)

Altri titoli:

Grill Point

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: PETER ROMMEL PRODUCTIONS

Distribuzione: KEYFILMS (2002)

Data uscita: 2002-11-08

NOTE
- ORSO D'ARGENTO GRAN PREMIO DELLA GIURIA AL 52MO FESTIVAL DI BERLINO (2002).
CRITICA
"(...) La soluzione a portata di mano è come sempre l'adulterio: e da piccole catastrofi (quando si viene scoperti) possono nascere piccoli miracoli. Interviste con i protagonisti e con altri (un dentista, un commesso) accentuano la prospettiva ironica". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 8 novembre 2002)

"Il regista e sceneggiatore Dresen, esordiente tedesco che ha meritato il Gran Premio della Giuria all'ultimo festival di Berlino, ha semmai tentato, in parte riuscendo, a ricostruire per l'occhio della cinepresa l'intimità domestica in cui recriminazioni e disillusioni si fondono in una vita d'impiegati nella fredda Francoforte sull'Oder. Camera a mano, pellicola ad alta sensibilità, abbandonata la sceneggiatura la troupe ha puntato sulle improvvisazioni degli attori. L'analisi comportamentale è assai più credibile delle scene cruciali: difficile credere che un marito inviti ancora l'amante a casa e faccia il bagnetto nella vasca sicuro del turno di lavoro della moglie. Sarebbe poi venuto meglio un finale deciso anziché la scenetta dei musici che invadono la casa portando una dolceamara dose di fatalismo. Per coppie felici". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 1 novembre 2002)