Bollywood - La più grande storia d'amore

Bollywood - The Greatest Love Story Ever Told

INDIA 2011
Film di montaggio in cui sono state raccolte le più belle e significative immagini dei musical di Bollywood, realizzato appositamente in occasione del 64. Festival di Cannes come tributo al genere che ha contribuito ad affermare la cultura e l'identità indiane agli occhi del mondo e a stabilire Mumbai tra le capitali dell'industria cinematografica internazionale.
SCHEDA FILM

Regia: Jeff Zimbalist, Rakesh Omprakash Mehra

Attori: Aishwarya Rai - Se stessa, Amitabh Bachchan - Se stesso, Madhuri Dixit - Se stessa, Shammi Kapoor - Se stesso, Shekhar Kapur - Se stesso, Saroj Khan - Se stessa, Dev Anand - Se stesso, Katrina Kaif - Se stessa

Fotografia: Ashok Mehta, Tapan Basu

Montaggio: Jeff Zimbalist

Altri titoli:

Bollywood - La plus belle histoire d'amour

Durata: 81

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: SHEKHAR KAPOOR, RONNIE SCREWVALA E TRISHYA SCREWVALA, UTV MOTION PICTURES

Distribuzione: DVD: FELTRINELLI REAL CINEMA IN COLL. CON BIM (2013)

NOTE
- FUORI CONCORSO AL 64. FESTIVAL DI CANNES (2011).
CRITICA
"Coreografie magnifiche, donne bellissime, amori appassionati e buoni sentimenti. E naturalmente musica, tanta musica. Tutto questo è Bollywood, la punta di diamante del cinema di Bombay protagonista di uno spettacolare omaggio sulla Croisette, con sinuose danzatrici del ventre sul tappeto rosso, feste in spiaggia fino a tarda notte e una folla di elegantissime attrici avvolte nei sari luminosi a fare da contorno. L'occasione, 'The Greatest Love Story Ever Told', il film di montaggio pensato per il festival e prodotto da Shekhar Kapur, il regista di 'Elizabeth'. (...) E se accanto ai sari compaiono minigonne, calze nere e jeans, se gli chignon lasciano il posto ai capelli cotonati e alle frangette, restano classici i contenuti del racconto: amori contrastati, matrimoni combinati, lacrime e ribellione, madri che vorrebbero le figlie sottomesse («le donne sono nate per servire gli uomini»), padri inflessibili ma dal cuore tenero («seguilo, nessuno ti amerà come lui»). Puntuale il lieto fine, immancabili gli scenari esotici per sogni e desideri a buon mercato. Le star intervistate sono incantevoli, il superdivo Shahrukh Khan fa perdere la testa a signore di ogni età, Aishwarya Rai Bachchan, lanciata a Cannes dal film 'Devdas' qualche anno fa e da allora testimonial di bellezza sul red carpet, spiega sorridendo che in India il cinema ha gli stessi ingredienti della cucina: 'Un po' di dolce, un po' di salato, tante spezie e un po' di peperoncino'" (Titta Fiore, 'Il Mattino', 16 maggio 2011)

"In salsa Bollywood è stato cucinato di tutto, dai film stile 'James Bond' al 'Padrino' e derivati, dai musical di Elvis Presley fino a un sospetto di soft porn in cuoio nero, osé per quanto possa concederlo la puritana società del subcontinente. E' un inno a questo sublime sincretismo, e una scossa di vita in colori psichedelici, la pellicola di montaggio che s'intitola appunto 'Bollywood, la più grande storia d'amore mai raccontata'. (...) Dopo l'apoteosi agli Oscar di 'The Millionaire', quello che mancava era un'antologia svelta e ben costruita, dove a colpi di montaggio si riassemblasse, insieme, la storia dell'India e della sua grande passione nazionale. Ci ha pensato Shekhar Kapur, nato nel Punjab ancora britannico ma anche orgoglio della cinematografia occidentale, soprattutto per i due 'Elizabeth' interpretati da Cate Blanchett. (...) E allora vai, per 81 minuti, con i mille volti e i mille torsi saettanti delle belle signore in sari e dei loro cavalieri, cioè delle star di Mumbai divinizzate in patria e dallo stile di vita sardanapalesco, descritto come meglio non si potrebbe nel romanzo 'Giochi sacri' di Vikram Chandra; vai con le coreografie vertiginose, coi costumi gialli, rossi e mandarino moltiplicati per decine di volte in sequenze mirabolanti, vai con i topoi del genere: la pioggia monsonica, il treno che parte, il padre burbero e la madre compassionevole, il campo giallo di senape o sennò le montagne innevate per le scene d'amore." (Egle Santolini, 'La Stampa', 16 maggio 2011)