Black or White

USA 2014
Le tensioni provocate dalle differenze razziali segnano la dolorosa storia familiare dell'avvocato Elliot Anderson che, insieme alla moglie, ha cresciuto la nipote di colore Eloise. Rimasto vedovo, Elliot dovrà lottare con Rowena, la nonna della bambina, per ottenerne la custodia legale.
SCHEDA FILM

Regia: Mike Binder

Attori: Kevin Costner - Elliott Anderson, Octavia Spencer - Rowena "Wee Wee" Davis, Jillian Estell - Eloise, Jennifer Ehle - Carol Anderson, Bill Burr - Rick Reynolds, Mpho Koaho - Duvan Araga, André Holland - Reggie Davis, Gillian Jacobs - Fay, Anthony Mackie - Jeremiah Jeffers, Paula Newsome - Giudice Margaret Cummings, Joe Chrest - Dave, Lindsey Smith - Andrea, David Jensen - Eldridge, Angela Landry - Rita, Ireyon Johnson - Kristen, Ernest Wells - Victor

Sceneggiatura: Mike Binder

Fotografia: Russ T. Alsobrook

Musiche: Terence Blanchard

Montaggio: Roger Nygard

Scenografia: Pipo Wintter

Costumi: Claire Breaux

Altri titoli:

Black and White

Durata: 121

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MIKE BINDER, KEVIN COSTNER, TODD LEWIS, JASA MCCALL PER BLACKWHITE, SUNLIGHT PRODUCTIONS, TREEHOUSE FILMS, TREEHOUSE PRODUCTIONS, VENTURE FORTH

Distribuzione: GOOD FILMS

Data uscita: 2015-03-05

TRAILER
NOTE
- FUORI CONCORSO ALLA IX EDIZIONE (2014) DELLA SEZIONE AUTONOMA E PARALLELA 'ALICE NELLA CITTÀ' (IN COLLABORAZIONE CON IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA, SEZIONE 'GALA').
CRITICA
"(...) prodotto da Kevin Costner, noto a Hollywood anche per la tenacia con cui da sempre difende i diritti civili. Gli ha scritto e diretto il film un regista di solido mestiere (...). La conclusione è un po' alla maniera di Hollywood ma il testo e la regia di Binder vi giungono dopo uno studio molto attento dei caratteri dei singoli fatti sempre abilmente emergere da un contesto in cui, appunto, si tende il più possibile a dimenticare il colore della pelle, decisi a biasimare chi vi fa caso. In mezzo Kevin Costner domina la scena. Appesantito dagli anni, ma sempre sicuro di sé, come se 'ballasse ancora con i lupi'." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 6 marzo 2015)

"Interpretato da un più che convincente e stazzonato Kevin Costner e da un'agguerrita Viola Davis, il film di Mike Binder tratto da una storia vera si muove tra commedia, dramma, melodramma e dramma giudiziario. Ben confezionato, mosso da onesta passione civile e attento a non indulgere nello stereotipo, avrebbe meritato forse più coraggio, ma dialoghi e situazioni sono più che credibili e nonostante il freno del politicamente corretto il tema del razzismo in America viene affrontato in maniera non banale." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 6 marzo 2015)

"Costner ha un carico di tragedie che ne basta la metà per farne un elegante martire, in cerca di un posto tra Gregory Peck e Spencer Tracy. Tutti hanno la faccia buona perché l'amore e l'integrazione vincano. Un bicchiere d'acqua rispetto ai cocktail rivitalizzanti di Spike Lee, che forse ha gettato la spugna nell'America sempre intollerante di oggi. Educational fiction molto corretta, si fa apprezzare. (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 6 marzo 2015)

"Prima la bella o la brutta notizia? La bella è che Kevin Costner ha imparato ad utilizzare lo sguardo che possiede, uno ma intenso e la brutta è che ci sia ancora bisogno di lezioni di razzismo. Ma coi tempi che corrono ben venga una storia edificante (un po' 'Buio oltre la siepe') (...). Mark Binder scivola dal pubblico al privato e viceversa con abilità, attento a non far mai male, ma alla fine rimette i debiti ai debitori senza scegliere, sperando che il futuro abbia un jolly in tasca. Magnifica malinconica bimba e non perdete un'occhiata dell'altra nonna, Octavia Spencer." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 marzo 2015)

"48 anni dopo 'Indovina chi viene a cena?' la partita si è fatta più aspra e i neri non fanno la bella figura del giovane dottore Sydney Poitier. Naturalmente il film presenta la faccenda razziale sotto tutte le sfumature e le complessità del caso, ma le buone intenzioni sono disattese." (Paolo D'Agostini', 'La Repubblica', 5 marzo 2015)

"(...) film molto voluto da Kevin Costner, che ne è produttore oltre che sensibile protagonista; e film che ha il merito e, al contempo, la debolezza di affrontare l'ineludibile problema della differenza (e diffidenza) razziale svariando sui toni intermedi. (...) due contendenti civili che hanno a cuore la stessa cosa, il bene della bimba, e con cui possiamo parimenti sodalizzare: il che andrebbe anche bene, ma drammaturgicamente il contrasto è poco incisivo; e il regista Mike Binder tende ad ammorbidire i toni, virando appena può il dramma in commedia." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 5 marzo 2015)

"(...) Mike Binder, già autore in passato di intelligenti commedie umane come 'Litigi d'amore' (2005) e 'Reign Over Me' (2007), è più europeo che manicheo nel senso che dal nostro cinema prende quelle sfumature e complessità che sorprendono. Costner è bravissimo ad essere amabilmente insopportabile (il trucco del film è presentarcelo come un cattivo quando invece...) come ai tempi di 'Litigi d'amore' mentre la Spencer è la solita corpulenta forza della natura conosciuta con 'The Help' (2011). La razza conta ancora parecchio tra bianchi e neri in Usa. Il film lo ricorda con acume ma senza drammatizzare." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 5 marzo 2015)

"Commedia agrodolce prodotta dallo stesso Costner in gran spolvero recitativo (...) ha il pregio di non banalizzare la tematica del razzismo ancora troppo presente nella società Wasp americana. I personaggi sono tutti parecchio 'difettosi' e questo è un bene, specie l'ex Balla coi lupi qui parecchio (ma ben) invecchiato." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 5 marzo 2015)

"Piacerà a chi cerca i bei duelli di recitazione (Kevin Costner contro il premio Oscar Octavia Spencer) e a chi come noi pensa che questione drammatiche (come il razzismo latente) sono più drammatiche proprio quando i personaggi sono quasi tutti per bene (un po' troppo per bene magari, il copione sembra percorso dal timore di offendere qualcuno)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 5 marzo 2015)

"Poco emozionante mélo (...). Kevin Costner, l'aria sempre afflitta, si scola un bicchierone di whisky a ogni cambio di scena. Forse per dimenticare un film così sciapo." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 5 marzo 2015)

"Kevin Costner ha messo tutta la sua passione in 'Black and White' di Mike Binder (...) film, a metà strada tra commedia, dramma, mélo e court movie (...)." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 24 ottobre 2014)

"(...) uno di quei bei film americani che affrontano un tema serio con un intreccio che appassiona, attori perfetti, e un happy end non del tutto scontato (...)." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 25 ottobre 2014)

"Con una pellicola indipendente e che tratta un tema scottante, Costner ha, ancora una volta, stupito cambiando genere cinematografico e dimostrando di non sottrarsi alle sfide professionali del suo lavoro." (Dina D'Isa, 'Il Tempo', 25 ottobre 2014)

"Sentimento e buone intenzioni, neri e bianchi che possono convivere nella stessa società, nella stessa famiglia, un po' come l''ebony and ivory' sulla tastiera di Paul McCartney. Soprattutto, una prova notevole del divo di 'Balla coi lupi' e 'Gli intoccabili'." (Arianna Finos, 'la Repubblica', 25 ottobre 2014)