Benvenuti... ma non troppo

Le grand partage

3/5
Alexandra Lèclere dirige una commedia agrodolce che gioca sui cliché ideologici della borghesia d’Oltralpe

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FRANCIA 2014
A causa di un inverno particolarmente rigido, il governo francese indice misure speciali che obbligano i cittadini proprietari di appartamenti con stanze libere ad accogliere le persone più disagiate che non possono permettersi un alloggio. Un vento di panico si scatena in tutta la Francia, soprattutto al civico 86 di rue du Cherche Midi, dove sorge un lussuoso palazzo dell'area più esclusiva del centro parigino. Qui abitano la famiglia Dubreuil, d'estrazione borghese e conservatrice, e i coniugi Bretzel, intellettuali e radical chic. La monotonia del condominio verrà messa a soqquadro da questa coabitazione forzata, e nel confronto con i nuovi arrivati gli inquilini benestanti scopriranno la loro vera indole.
SCHEDA FILM

Regia: Alexandra Leclère

Attori: Karin Viard - Christine Dubreuil, Didier Bourdon - Pierre Dubreuil, Valérie Bonneton - Béatrice Bretzel, Michel Vuillermoz - Grégory Bretzel, Josiane Balasko - La portinaia, Patrick Chesnais - Il vicino eccentrico, Sandra Zidani - Madeleine, Michèle Moretti - Françoise Dubreuil, Pauline Vaubaillon - Audrey Dubreuil, Firmine Richard - Fatimata, Anémone - Sig.ra Abramovitch, Jackie Berroyer - Sig. Abramovitch

Sceneggiatura: Alexandra Leclère

Fotografia: Jean-Marc Fabre

Musiche: Philippe Rombi

Montaggio: Philippe Bourgueil, Andrea Sedlácková, Ronan Tronchot

Scenografia: Anne Seibel

Costumi: Jacqueline Bouchard, Eric Perron

Durata: 102

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: (1:1.85)

Produzione: PAN-EUROPÉENNE, WILD BUNCH, FRANCE 2 CINÉMA

Distribuzione: OFFICINE UBU (2016)

Data uscita: 2016-04-28

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI: CANAL +, CINÉ +, D8, FRANCE TÉLÉVISIONS; IN ASSOCIAZIONE CON A PLUS IMAGE 5.
CRITICA
"E se il governo francese obbligasse i cittadini abbienti a dividere i mq. della propria casa con i sans papier? La regista Alexandra Leclére prende sul serio la proposta e ci imbastisce una commedia (...). Urla, confusione e il piccolo cabotaggio della pochade per aver sempre ragione: un campionario noto con attori esperti in isterie, fra cui l'irriconoscibile Balasko. La sensazione è di uno scherzo intempestivo, scorretto anche se i distributori si alleano con la Croce Rossa." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 28 aprile 2016)

"Come dicevano gli insegnanti del tempo che fu: tema stimolante, svolgimento insufficiente. Se ogni variante nazionale di commedia ha le sue regole, quella 'alla francese' vuole che i personaggi siano immersi in un'esperienza che li rigenera. Così i protagonisti di 'Benvenuti... ma non troppo', alla fine, si ritrovano migliori di prima; ma ciò solo per partito preso, dato che le situazioni sono inerti e la satira non viene neppure sfiorata. Tutto funziona per stereotipi, che rappresentano in chiave comica (si fa per dire...) gli schieramenti della politica d'Oltralpe (...). E, quel che è peggio, il film cade nella trappola del razzismo involontario finendo per sfruttare, anch'esso, i poveri." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 28 aprile 2016)

"Lotta e sperequazione di classe, conflitti destra-sinistra e ricchi-poveri, spettri d'Occupazione nazista (le delazioni sugli ebrei) e, morettianamente, pâté de bourgeois: 'Benvenuti... ma non troppo' è raffinata commedia di costume, buona a scoperchiare i sepolcri imbiancati del politicamente corretto." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 28 aprile 2016)

"Attraverso le vicissitudini di due famiglie rivali, la sceneggiatrice e regista Leclère mette in piedi una commedia di classe sulle classi dall'inizio leggermente grossolano per poi diventare assai vivace e maliziosa come sanno fare bene i nostri cugini. Cast esuberante con sugli scudi le divine Viard (moglie vacua del destrorso), Bonneton (sinistrorsa egoista) e Balasko (portiera lepeniana con gatto imbalsamato di nome Jean-Marie)." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 28 aprile 2016)

"Fantafarsa ma non troppo. (...) Piacerà anche da noi, anche se non quanto in Francia dove il film ha avuto un grosso successo per via di trasparenti (per i parigini) allusioni ai loro radical. Andrà bene pure da noi. Perché certe boldrinate non sono impossibili. E per certi attori d'oltralpe (Bourdon, la Balasko) che son sempre i benvenuti." (Giorgio Carbone, 'Libero', 28 aprile 2016)

"Piacevole, paradossale commedia umoristica francese, che rivela come la grettezza prevalga sulla generosità sbandierata gratis. (...) Qualche battuta spiritosa in un film spassoso... ma non troppo." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 28 aprile 2016)