Beautiful People

GRAN BRETAGNA 2000
Londra, 13 ottobre 1993. Mentre tutto il paese è in spasmodica attesa della partita di calcio, che si giocherà in serata fra la nazionale dei 'bianchi' e l'Olanda (determinante per la qualificazione ai mondiali americani dell'anno successivo) la guerra nella ex Jugoslavia è giunta al suo culmine. La città di Srebrenica è sotto assedio e le Nazioni Unite si stanno organizzando per portare aiuto ai profughi rimasti intrappolati. Su un autobus londinese si incontrano un serbo ed un croato. Riconoscendosi come profughi di etnie diverse rinnovano il loro astio scatenando una grottesca rissa.

TRAMA LUNGA
Londra, 13 ottobre 1993. La squadra inglese deve giocare contro l'Olanda una partita cruciale per la qualificazione ai campionati del mondo di calcio. In Bosnia la guerra è al culmine, Sebrenica è sotto assedio e le Nazioni Unite si stanno organizzando per paracadutare sul posto generi di soccorso. A Londra, su un autobus un serbo e un croato cominciano a litigare, si picchiano, scendono, il serbo va sotto una macchina, vengono portati in ospedale. Intanto il dott. Mouldy, medico del servizio sanitario nazionale, sta per essere lasciato dalla moglie che si accanisce nel tentativo di ottenere l'affidamento dei due figli Tim e Tom. Pur stanco e sfiduciato, Mouldy riesce a confortare la giovane paziente Dzemila che sta per dare alla luce un bambino non voluto. Nel giorno del suo 50esimo compleanno, Roger, direttore di una scuola elementare è triste perché vede il figlio Griffin traviato dalla cattiva compagnia dei coetanei Jim e Bigsy. I tre decidono di andare a Rotterdam a vedere la partita. Ma qualcosa va storto: Griffin si ritrova sull'aereo sbagliato, viene paracadutato in Bosnia e qui partecipa ad azioni di soccorso in mezzo ai combattimenti. George Thornton, deputato dei Tory, la moglie Nora e il figlio Edward sono i prototipi dell'alta borghesia. Reagiscono perciò con sospetto quando la figlia Porzia, neo dottoressa, si innamora di Pero, un suo paziente ex soldato proveniente dalla Bosnia: lo invita a casa e, durante il pranzo, i contrasti esplodono feroci. Kate Higgins vive in uno stato di ansia prolungata legata a quello che potrebbe succedere al marito, corrispondente di guerra della BBC. Griffin, tornato a casa ferito, ha con sé un bambino cieco portato via dalla guerra e che rimarrà con loro a casa. Pero e Porzia si sposano. All'ospedale, dove i due hanno continuato a litigare, ora serbo e croato giocano a carte con gli infermieri. Il cronista, dimessosi dalla BBC, parte per un viaggio di riposo con la moglie finalmente tranquillizzata.
SCHEDA FILM

Regia: Jasmin Dizdar

Attori: Charlotte Coleman - Portia Thorton, Charles Kay - George Thorton, Rosalind Ayres - Nora Thorton, Edin Dzandzanovic - Pero, Roger Sloman - Roger Midge, Heather Tobias - Felicity Midge, Danny Nussbaum - Griffin Midge, Jay Simpson - Bigsy, Gilbert Martin - Jerry Higgins, Siobhan Redmond - Kate Higgins, Steve Sweeney - Jim, Linda Bassett - Infermiera, Nicholas Farrell - Dr. Mouldy, Dado Jehan - Il serbo, Faruk Pruti - Il croato

Soggetto: Jasmin Dizdar

Sceneggiatura: Jasmin Dizdar

Fotografia: Barry Ackroyd

Musiche: Garry Bell

Montaggio: Justin Krish

Scenografia: Jon Henson

Costumi: Louise Page

Effetti: Chris Hoyland, Hart Special Effects

Durata: 107

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: TALL STORIES PER IL BRITISH FILM INSTITUTE E CHANNEL FOUR

Distribuzione: BIM - COLUMBIA TRISTAR FILMS ITALIA (2000)

CRITICA
Dalle note di regia: "E' così nero il mio umorismo, che qualche volta può risultare insopportabile. La guerra civile in Bosnia è stata una cosa tragica, ma io non posso fare a meno di vederne il lato comico: quei grandi eserciti, in giro per il mio piccolo paese, me li immaginavo diretti da Fellini."

"Giostrare con tanti personaggi e con l'incrocio dei loro destini riesce bene a Didzar, che mette in scena vicende mai banali (anche se talvolta a rischio macchietta) con una carica di divertimento sarcastico e amaro che esprime il meglio nelle sequenze in trasferta slava, quella consapevole del reporter e quella da incubo dell'hooligan sbiellato. Per forma e struttura, 'Beautiful People' richiama 'La polveriera' di Paskaljevic: costruzione a incastro e in crescendo e mescolanza di registri su fondo grottesco (qui con prevalenza dei toni malinconici su quelli tragici). Le differenze sono di tempo e di sostanza (...) 'Beautiful People' inscena una possibile ricomposizione dei frammenti attraverso il recupero dell'umanità perduta e del senso dell'altro nel finale di ciascuna delle singole vicende, suggellato dalla composizione a livello di cornice. Spetta a due ex vicini di casa, un bosniaco e un serbo che si menano dall'inizio del film, chiudere le ostilità: la convivenza passa attraverso la conoscenza e l'accettazione del diverso da sé. Sia questo una persona, un popolo o una nazione" (Enrico Danesi, 'Duel', 30 marzo 2000)

"Un piccolo film si aggira clandestinamente per l'Italia, in attesa che voi volonterosi lo scopriate. Si intitola 'Beautiful People' e merita una visita. E' un gioiellino, la vera sorpresa di Cannes '99 (in una sezione collaterale). Lo ha diretto un 29enne nato in Bosnia, diplomato in regia al Famu di Praga (una delle scuole migliori del mondo) e divenuto cittadino britannico nel 1993. Si chiama Jasmin Dizdar e questo è il suo primo lungometraggio, dopo una marea di corti. (...) Dizdar, che è anche sceneggiatore, è abilissimo nell'incrociare cinque storie, frullando dramma e falsa con un equilibrio straordinario per un'opera prima. La fotografia di Barry Ackroyd (solitamente complice di Ken Loach) è bellissima e gli attori sono sconosciuti ma fantastici. 'Beautiful People' è il film più moderno che ci sia in circolazione: dove per 'moderno' si intende la capacità, sempre più rara, di fotografare con talento il nostro caos quotidiano. Da vedere assolutamente". (Alberto Crespi, 'L'Unità', 4 maggio 2000)