Arrivederci, ragazzi

Au revoir les enfants

GERMANIA OCCIDENTALE 1987
A Parigi nel 1944, l'undicenne Julien Quentin ed il fratello François salutano la madre, costretta a separarsi da loro a causa della guerra e della situazione che in città sta diventando sempre più critica. Il piccolo è particolarmente affezionato alla giovane donna e soffre per questo distacco. I due fratelli arrivano nel collegio di gesuiti dove incontrano altri ragazzi benestanti ed incoscienti: in breve tutti riprendono la vita spensierata di allievi più o meno studiosi. Fra loro vengono inseriti dal rettore, padre Jean, tre ragazzi un po' più grandi, uno dei quali, Jean Bonnet, timido, misterioso, molto sensibile, attira subito la curiosità di Julien, che è il leader del gruppo. I ragazzi si fanno dispetti, nutrono antipatie più o meno palesi, avvertono i primi turbamenti della pubertà. Gli insegnanti cercano di essere abbastanza comprensivi e fanno del loro meglio per educare cristianamente gli studenti. Tra Julien e Jean nasce pian piano una profonda amicizia: il primo insegna all'altro trucchi nei giochi e lo inserisce a pieno titolo nel gruppo dei compagni; il secondo, più dotato ed intelligente, gli mostra come sia facile suonare il piano e gli presta degli interessanti libri. Intanto la vita al collegio scorre normalmente: si proiettano film divertenti, si va a fare la doccia ai bagni municipali, si fanno scherzi più o meno gradevoli. Purtroppo il cibo inizia a scarseggiare, il freddo si fa sentire, incominciano le retate nei locali pubblici, i bombardamenti sono sempre più frequenti e i ragazzi e gli insegnanti sono costretti ad andare nei rifugi oscuri, umidi e maleodoranti. Julien capisce che il suo amico Jean non è cattolico come lui ma ebreo e il suo vero nome è un altro; si renderà presto conto di cosa vuol dire essere ebreo e dei pericoli che corre il suo compagno e tutti coloro che lo proteggono.
SCHEDA FILM

Regia: Louis Malle

Attori: Gaspard Manesse - Julien Quentin, Raphael Fejtö - Jean Bonnet/Jean Kippelstein, Francine Racette - Signora Quentin, Stanislas Carré de Malberg - François Quentin, Philippe Morier-Genoud - Padre Jean, François Berléand - Padre Michel, François Négret - Joseph, Peter Fitz - Muller, Pascal Rivet - Boulanger, Benoît Henriet - Ciron, Richard Leboeuf - Sagard, Xavier Legrand - Babinot, Arnaud Henriet - Negus, Jean-Sébastien Chauvin - Laviron, Luc Etienne - Moreau, Daniel Edinger - Tinchaut, Marcel Bellot - Guibourg, Ami Flammer - Florent, Irène Jacob - Signorina Davenne, Jean-Paul Dubarry - Padre Hippolyte

Soggetto: Louis Malle

Sceneggiatura: Louis Malle

Fotografia: Renato Berta

Montaggio: Emmanuelle Castro

Scenografia: Willy Holt

Costumi: Corinne Jorry

Altri titoli:

Le nouveau

Auf Wiedersehen, Kinder

Au Revoir Les Enfants

Au revoir les enfants (Goodbye, Children)

Adiós, muchachos

Durata: 104

Colore: C

Genere: DRAMMATICO GUERRA

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.66) - PANORAMICA

Produzione: LOUIS MALLE PER NOUVELLES ÉDITIONS DE FILMS S.A., MK2 PRODUCTIONS, STELLA FILM GMBH, N.E.F. GMBH, COL SUPPORTO DI CENTRE NATIONAL DU CINÉMA, SOFICA INVESTIMAGE, IMAGES INVESTISSEMENTS, SOFICA CRÉATIONS E CON LA PARTECIPAZIONE DI RAI UNO

Distribuzione: ISTITUTO LUCE ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1987) - WARNER HOME VIDEO

NOTE
- LEONE D'ORO ALLA XLIV MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (1987).

- DAVID DI DONATELLO NEL 1988 PER: MIGLIOR FILM STRANIERO, MIGLIOR REGISTA STRANIERO (LOUIS MALLE), AUTORE DELLA MIGLIORE SCENEGGIATURA STRANIERA (LOUIS MALLE).

- PREMIO LUIS DELLUC.

- MIGLIOR REGIA (LOUIS MALLE) AI BAFTA AWARDS DEL 1989.

- IL FILM FA RIFERIMENTO A UN FATTO STORICO DI CUI IL REGISTA FU TESTIMONE DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE.
CRITICA
"Un film autobiografico di Malle, che compensa l'ovvietà dell'assunto con una particolare sensibilità verso i ragazzi e i loro sentimenti." ('Magazine tv').

"Leone d'oro a Venezia '87. Secondo film esplicitamente autobiografico di Louis Malle dopo 'Il soffio al cuore', vale soprattutto per la cura dei particolari e l'ambientazione, la ricchezza delle invenzioni, un epilogo straziante." ('Telesette')

"Commovente, complesso, implacabile denuncia di un'epoca barbara che a volte si tende a dimenticare, quando sembra ancora dietro l'angolo." ('Teletutto').