Alcarràs

4/5
Orso d'Oro alla settantaduesima Berlinale, l'opera seconda della catalana Carla Simón - coprodotta dall'Italia - è un dramma naturalista e garbato che avvince

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SPAGNA 2021
Da sempre, la famiglia Solé trascorre ogni estate a raccogliere le pesche nel suo frutteto ad Alcarràs, un piccolo villaggio della Catalogna, in Spagna. Ma il raccolto di quest'anno potrebbe essere l'ultimo, poiché rischiano lo sfratto. I nuovi piani per il terreno, che includono l'abbattimento dei peschi e l'installazione di pannelli solari, provocano una spaccatura in questa famiglia numerosa e affiatata. Per la prima volta, affrontano un futuro incerto e rischiano di perdere più del loro frutteto.
SCHEDA FILM

Regia: Carla Simón

Attori: Jordi Pujol Dolcet - Qumet, Anna Otin - Dolors, Xènia Roset - Mariona, Albert Bosch - Roger, Ainet Jounou - Iris, Josep Abad - Rogelio, Montse Orò - Nati, Carles Cabòs - Cisco, Berta Pipò - Glòria

Sceneggiatura: Carla Simón, Arnau Vilarò

Fotografia: Daniela Cajías

Musiche: Andrea Koch

Montaggio: Ana Pfaff

Scenografia: Mónica Bernuy

Arredamento: Marta Bazaco

Costumi: Anna Aguilà

Effetti: Eric Nieto

Suono: Thomas Giorgi, Eva Valiño

Durata: 120

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MARIA ZAMORA, STEFAN SCHMITZ, TONO FOLGUERA, SERGI MORENO, ELASTICA FILMS, AVALON PRODUCTORA CINEMATOGRAFICA, VILAÜT FILM, GIOVANNI POMPILI PER KINO PRODUZIONI

Distribuzione: I WONDER PICTURES IN COLLABORAZIONE CON UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION (2022)

Data uscita: 2022-05-26

TRAILER
NOTE
- CON IL SUPPORTO DI: EUROIMAGES, ICAA - INSTITUTO DE LA CINEMATOGRAFÌA Y DE LAS ARTES AUDIOVISUALES.

- ORSO D'ORO COME MIGLIOR FILM AL 72. FESTIVAL DI BERLINO (2022).
CRITICA
"La regista mette al centro del suo racconto questa dimensione famigliare, mentre quanto accade intorno le proteste degli agricoltori contro le multinazionali, e tutto ciò che causa l'abbandono delle campagne sembrano essere più un contorno. Non è lo sguardo «politico» che la guida ma piuttosto quello emozionale, attento alle evoluzioni e ai passaggi in un gruppo di persone legate eppure distanti nelle proprie convinzioni.(...) Simón sa restituire con immediatezza nelle sue immagini catturando malinconia e sorpresa del flusso della vita, la luce dell' estate e la sua ritualità." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 18 febbraio 2022)

"Ha tatto ed estati, Simón, ma non se - e ce - la racconta: i Sole riecheggiano la sua vera famiglia, l' eponimo Alcarras è il suo vero villaggio, non si elude la natura delle relazioni umane, il conflitto, né la gravità della posta in gioco, la sopravvivenza di coltivatori di pesche davanti all'avido progresso. Potremmo parlare di magia del cinema, di certo lodiamo una macchina da presa impugnata come una stilografica, un dispositivo che ha l' immediatezza della Polaroid, le ottiche en plein air e impressioniste. Fragilità, infanzia, precarietà, ogni cosa è illuminata, ogni persona dignitosa, si scrive realtà, si chiama verità: gli attori sono non professionisti locali, contadini per davvero, e la lingua il dialetto che parlano ogni giorno. (...) La bravissima Simon marca a uomo, ma gioca a zona: il suo è cinema umano e umanista, l'eredità ampia, da Renoir a Rohmer per Bertolucci e Olmi, la camera sempre pudica e mai morbosa, la misura generosa, la distanza giusta. I cari vecchi tempi non sono ancora andati, ma stanno andando: è un'istantanea scattata sul precipizio, senza sovraesposizione, con arrendevole meraviglia e, sì, il groppo in gola. La fiaba può aspettare, il Paradiso attendere: il genius loci della regista e sceneggiatrice classe 1986 è estensione universale, declinazione antropologica. C'è lo zampino italiano, Giovanni Pompili di Kino Produzioni (...)." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 14 maggio 2022)

"Vittorioso a Berlino, il film di Carla Simòn è una elegia del lavoro campestre, nel sudato dolore di una famiglia che perde il frutteto dove il padrone sistemerà pannelli fotovoltaici. Vincono le semplicità degli sguardi e gli incroci degli affetti con un cast di attori non professionisti che davvero sono, dai bambini ai nonni, un miracolo di verità." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 27 maggio 2022)

"La bellezza del film, vincitore a Berlino, è la forza della memoria di un tipo di famiglia oggi scomparsa, dove le generazioni convivono, la natura diventa vita e pratica quotidiana, come in L' albero degli zoccoli di Olmi. Realismo contadino di gran forza e spirito, tra bambini e conigli, stupore e malinconia." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 02 giugno 2022)