Whisky

Dall'Uruguay un road movie "fraterno" pluripremiato ai festival. Laconico e toccante, con atmosfere che ricordano Kaurismaki

Leggi la recensione

GERMANIA 2004
La storia è ambientata a Montevideo, in Uruguay. Jacobo è un uomo sulla sessantina. Vive da solo dalla morte di sua madre, che aveva assistito fino alla fine dei suoi giorni. Quello che gli resta è una modesta fabbrica di calzini, sull'orlo della chiusura. Marta ha 48 anni ed è il braccio destro di Jacobo da più di vent'anni. Oltre ad essere la sua impiegata più seria e qualificata, è lei a prendersi cura di lui. Nessuno dei due può vivere senza l'altro, ma tutto questo non trapela all'esterno dal momento che i due intrattengono tra di loro un rapporto freddo. Il loro legame tranquillo ed equilibrato viene improvvisamente sconvolto dall'arrivo di Herman, il fratello di Jacobo che vive all'estero da molti anni. Nell'occasione di una gita al mare Jacobo e Marta scopriranno su di loro molte più cose di quante ne immaginassero.
SCHEDA FILM

Regia: Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll

Attori: Andrés Pazos - Jacobo Koller, Mirella Pascual - Marta Acuna, Jorge Bolani - Herman Koller, Ana Katz - Graciela, Daniel Hendler - Martin, Mariana Velazques - Dipendente di Jacobo, Verónica Perrotta - Dipendente di Jacobo

Sceneggiatura: Juan Pablo Rebella, Pablo Stoll, Gonzalo Delgado Galiana

Fotografia: Bárbara Álvarez

Musiche: Pequeña Orquestra Reincidentes

Montaggio: Fernando Epstein

Scenografia: Gonzalo Delgado Galiana

Durata: 99

Colore: C

Genere: SENTIMENTALE DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: FERNANDO EPSTEIN, HERNAN MUSALUPPI, CHRISTOPH FRIEDEL PER CTRL Z FILMS, RIZOMA FILMS, PANDORA FILMPRODUKTION, WANDA VISION, CANAL PLUS

Distribuzione: KITCHENFILM (2006)

Data uscita: 2006-05-26

NOTE
- PREMIO FIPRESCI E PREMIO REGARD ORIGINAL AL 57MO FESTIVAL DI CANNES (2004) NELLA SEZIONE "UN CERTAIN REGARD".
CRITICA
"Sorprese destate, uno: arriva dall'Uruguay una commedia triste e perfetta centrata su un trio di personaggi così grigi, stinti e dimessi che sullo schermo urlano di umanità. (...) Ne seguirà una (quasi) commedia degli equivoci, con imprevista trasferta balneare, in cui i due pluripremiati registi (allievi di Kaurismaki, e si vede) e i tre strepitosi interpreti (assai ben doppiati da Gigio Alberti, Mita Medici e Antonio Catania) sciorinano un tesoro di atmosfere ineffabili, finezze di regia (la fabbrica è un personaggio a sé), prodigi di recitazione. Mai visto tanto 'non detto' in una volta sola, e tanta verità promanare da un piccolo inganno. C'è più cinema, più umorismo, più vitalità in questo piccolo film innamorato dei suoi personaggi poco amabili che in un anno di blockbuster ipocriti. Chi ha naso non se lo lasci sfuggire." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 giugno 2006)

"Secondo film di due registi di Montevideo, Rebella e Stoll, che hanno scritto e diretto una piccola grande storia di due fratelli, un introverso e un estroverso, e l'impiegata di un fabbrichetta di calzini. (...) Girato a macchina fissa, il film spurga psicologia, studia caratteri a diverse altezze, rinuncia alle sorprese. Whisky è la parola che si dice nelle foto ufficiali al posto di cheese, si raccontano storielle yiddish e il calcio è, anche nella provincia uruguayana, una valvola di sfogo. Premiato ovunque (ha un cast straordinario per ricchezza di sfumature), è da vedere: rimette in moto cuore e cervello." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 giugno 2006)

"Il film non ce la racconta tutta su come va a finire l'imprevista gitarella; e non ci viene rivelato neppure che cosa c'è scritto nel biglietto che Herrmann dovrà leggere solo a decollo avvenuto, cosa c'è nel pacchetto che Jacob consegna a Marta come gratifica e soprattutto se qualcosa cambierà, e in che senso, nella routine della triste fabbrichetta. 'Whisky' prende il titolo dalla parola che il fotografo fa pronunciare ai finti sposi onde strappargli un sorriso per l'immagine incorniciata da utilizzare nella messinscena matrimoniale. Sorride anche lo spettatore, ma sempre sospeso su quel fatale interrogativo 'come andrà a finire?' che fa scattare la molla dell'interesse nelle storie raccontate bene. Rebella e Stoll si rivelano cineasti capaci di imporre fin dai primi cinque minuti il passo e i tempi giusti e hanno anche il dono, un po' alla Olmi, di familiarizzarti in chiave di vissuto con gli ambienti (la fabbrica, l'appartamento, l'hotel) e di far intravedere dietro a ogni personaggio motivazioni e storie di vita velate e insieme palpitanti. Questo piccolo bellissimo film ci conferma che fra i tanti modi di fare il cinema, il più forte e diretto è quello contenuto nel grido finale del Padre nei Sei personaggi pirandelliani: 'Realtà, signore, realtà!'." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 26 maggio 2006)