UN MILIONE DI ANNI FA

ONE MILLION YEARS B.C.

GRAN BRETAGNA 1966
Agli inizi dell'età paleolitica poche tribu' si aggirano sulla Terra. Sulle montagne gli uomini delle rocce vivono di caccia, usando unicamente bastoni e pietre, governati dal feroce Akhoba. Tumak, suo figlio, dopo un tentativo di rivolta, viene cacciato e giunge presso il mare dove, aggredito da una tartaruga gigante, viene salvato da Loana, una ragazza appartenente alla più progredita tribu' degli uomini del mare. Tumak si rende utile salvando a sua volta la vita di Loana da un allosauro; ma viene nuovamente cacciato quando tenta di rubare la lancia ferrata con la quale ha combattuto l'animale. Loana, però, lo segue ed entrambi, dopo aver superate alcune difficoltà, giungono al villaggio dove Akhoba è stato sostituito violentemente da Sakana, fratello di Tumak. La presenza di Loana eccita la cupidigia di Sakana, che costringe il fratello alla lotta. Un nuovo pericolo per la ragazza provoca l'intervento della sua gente e lo scontro di questa con quella della montagna. La lotta è quanto mai violenta, ma viene interrotta da un'eruzione vulcanica alla quale sopravvivono solo pochi uomini che riprendono a vivere con qualche nuova esperienza.
SCHEDA FILM

Regia: Don Chaffey

Attori: Raquel Welch - Loana, John Richardson - Tumak, Percy Herbert - Sakana, Robert Brown - Akhoba, Martine Beswick - Nupondi, Malya Nappi - Tohana, William Lyon Brown - Payto, Lisa Thomas - Sura, Jean Wladon - Ahot, Richard James - Giovane Uomo Delle Montagne

Soggetto: Joseph Frickert, Mickell Novak, George Baker

Sceneggiatura: Michael Carreras

Fotografia: Wilkie Cooper

Musiche: Mario Nascimbene

Montaggio: Tom Simpson

Scenografia: Robert Jones

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: TECHNICOLOR

Produzione: MAMMER SEVEN ARTS

Distribuzione: DEAR

CRITICA
"Ingenuo viaggio a marcia indietro nella fantascienza del passato remoto, sulle orme di dinosauri e affini ricostruiti, quando ancora il computer era una chimera, con passabile verosimiglianza". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 7 ottobre 2001)