Tom Horn
USA - 1980

Nel 1901 gli allevatori del Wyoming, uniti in associazione, decidono di assoldare un pistolero per difendere il loro bestiame dai numerosi ladri in circolazione. Si rivolgono allora a Tom Horn, efficiente e implacabile, che nel giro di due anni fa piazza pulita. Divenuto amico della maestra Glendolene Kimmel, suscita anche per questo la gelosia di Joe Belle, sceriffo federale. Risolto il problema, dall'altra parte, gli allevatori non contenti di averlo licenziato si schierano contro Tom dopo la dubbia uccisione di un pastore. Stanco e deluso, abbandonato anche dalla maestra, Tom viene condannato a morte in un processo-farsa ed impiccato.
- Regia:
- Attori: - Tom Horn, - Glendolene Kimmel, - John C. Coble, - Marshall Joe Belle, - Sceriffo Sam Creedmore, - Assistente Procuratore, - Ragazzo di scuderia, - Lee Mendenhour, - Arlo Chance, - Walter Stoll, - Thomas Bruke, - Pugile "Jim Corbet", - Ora Haley, - Giudice, - Guardia del corpo di Corbett, ,
- Soggetto: Tom Horn - (autobiografia)
- Sceneggiatura: Bud Shrake, Thomas McGuane
- Fotografia: John Alonzo (John A. Alonzo)
- Musiche: Ernest Gold
- Montaggio: George Grenville
- Scenografia: Ron Hobbs
- Arredamento: Rick Simpson
- Costumi: Luster Bayless
- Effetti: Phil Corey
- Durata: 98'
- Colore: C
- Genere: WESTERN
- Specifiche tecniche: CINEMASCOPE
- Tratto da: libro "Life of Tom Horn, Government Scout and Interpreter, Written by Himself" di Tom Horn
- Produzione: FRED WEINTRAUB PER SOLAR-FRED WEINTRAUB PRODUCTION, FIRST ARTISTS, WARNER BROS. PICTURES
- Distribuzione: PIC - WARNER HOME VIDEO
NOTE
- STEVE MCQUEEN FIGURA ANCHE COME PRODUTTORE ESECUTIVO.
CRITICA
"Interpretato con grande intelligenza da Steve McQueen (da alcuni anni assente dal grande schermo), fotografato con maestria dall'ottimo John Alonzo, girato in ambienti molto efficaci nel rendere il dramma dell'uomo sperduto in un epoca che non è ormai più quella che lo ha reso famoso (Tom Horn aveva catturato il grande Geronimo), il film si inscrive con autorità tra quelli che modernamente hanno cantato gli eroi del West, senza demitizzarli ma anche senza lasciarli sulla vetta delle fantasiose epopee popolari, attenti a coglierli nelle loro debolezze umane e nella loro incapacità di seguire la società americana ormai passata dall'era del pionierismo romantico a quella del legalismo, della socializzazione ferrea, della convivenza organizzata con sistemi e mezzi più adeguati. Secco e crepuscolare, costellato di momenti riflessivi e pressoché stanchi, il lavoro più che dissertare sul tema, invita a meditare; non dice ma suggerisce; per mezzo dell'evidente estetismo figurativo non imposta una equivoca difesa dell'eroe, ma esalta quella natura che rimane sempre bella e ideale anche quando l'umanità non riesce ad inquadrarvisi nel migliore dei modi". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 89, 1980)