TEMPESTA DI GHIACCIO

THE ICE STORM

USA 1997
Novembre 1973. A New Canaan, nel Connecticut, mentre lo scandalo Watergate ha raggiunto il presidente Nixon, la famiglia Hood vive un momento di particolare difficoltà. Ben ha una relazione con la vicina di casa Jane Carver, che però vive la cosa senza particolari entusiasmi. La moglie Elena ha ambizioni culturali e sta perdendo la pazienza di fronte alle bugie del marito. La figlia Wendy, adolescente, cerca giochi insoliti da fare con i due figli coetanei di Jane, Mikey e Sandy. Arriva il giorno del ringraziamento che la famiglia Hood trascorre insieme, ma subito dopo il figlio maggiore Paul raggiunge a New York una ragazza conosciuta a scuola. Nel frattempo Ben e Elena vanno ad un 'key party', una festa con scambio di coppie al buio a fine serata. Sia Elena che Paul non riescono a condurre in porto il gioco, mentre fuori una notte di tempesta come non si vedeva da anni si abbatte sulla zona. In quel freddo le situazioni si mostrano in tutta la loro precarietà, e la mattina dopo nessuno è più lo stesso.
SCHEDA FILM

Regia: Ang Lee

Attori: Kevin Kline - Ben Hood, Joan Allen - Elena Hood, Sigourney Weaver - Jane Carver, Christina Ricci - Wendy Hood, Tobey Maguire - Paul Hood, Michael Cumpsty - Philip Edwards, Jamey Sheridan - Jim Carver, Elijah Wood - Mikey Carver, Adam Hann-Byrd - Sandy Carver, Katie Holmes - Libbets Casey

Sceneggiatura: James Shamus

Fotografia: Frederick Elmes

Musiche: Mychael Danna

Montaggio: Tim Squyres

Scenografia: Mark Friedberg

Costumi: Carol Oditz

Durata: 112

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO DI RICK MOODY

Produzione: TED HOPE, JAMES SHAMUS, ANG LEE PER LA FOX SEARCHLIGHT-GOOD MACHINE

Distribuzione: MEDUSA - MEDUSA VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1997.
- MIGLIOR SCENEGGIATURA AL 50° FESTIVAL DI CANNES.
CRITICA
"I caratteri dei giovani forse sono più incisivi di quelli degli adulti, anche questi però, con gli ambienti in cui vivono, il linguaggio con cui si esprimono, le allusioni continue che ci suggeriscono agli anni in cui si muovono servono molto bene ad aiutare il regista straniero a fare il punto, forse qua e là perfino un po' interdetto, su quegli anni Settanta americani difficili da intendersi, anche allora, da chi, dall'interno, partecipava ai loro sommovimenti psicologici e alle loro contraddizioni. Il tutto con un linguaggio che mostra di privilegiare sempre le immagini colte con le più felici composizioni figurative al loro interno. I protagonisti, fini ed attenti, sono Sigourney Weaver, mamma Carver, e Kevin Kline, papà Hood." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 2 novembre 1997)

"Crisi incrociate, commedia, tragedia. Fra maschere di Nixon e letti ad acqua (due gag memorabili), sugli Hood e i loro amici, non molto più maturi della loro progenie, si addensa un dramma fin troppo preordinato. Si sente insomma la matrice romanzesca. Ma il taiwanese Ang Lee, sempre più sorprendente per la capacità di calarsi in mondi e sensibilità tanto lontani dal suo, orchestra con maestria questo impasto di volti noti, sentimenti confusi, per dirla con una commedia non lontana da quell'annus horribilis. E un film sulla confusione netto e tagliente come un cristallo, non è davvero da tutti." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 novembre 1997)

"Cupo e sgradevole melodramma, con vaste parentesi da commedia, del sopravvalutato taiwanese Ang Lee che denuncia l'ipocrisia e il falso perbenismo della buona borghesia americana ai tempo dello scandalo Watergate. Ottimo pretesto per infilare nella lista nera del rancoroso copione anche l'orco fascista Richard Nixon". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 26 agosto 2003)

"Se la struttura e la confezione di 'Tempesta di ghiaccio' sono ineccepibili, se gli attori sono tutti rimarchevoli se Ang Lee ci garantisce il piacere di un film tradizionale ma non polveroso con tutti gli ingredienti narrativi e visivi al loro posto e un'accurata, godibile ricostruzione d'epoca (perché gli anni '70 sono già un'epoca lontanissima), 'Tempesta di ghiaccio' lascia tuttavia uno strano retrogusto di eccesso. Quasi che dietro la macchina da presa stesse un alieno, o un entomologo, o un antropologo: che registra con sbalordita indignazione i riti della società affluente, ma ne è così sconvolto che non riesce a guardarli con humour, e perde il senso delle proporzioni. Perché, se ci fosse giustizia, in quel 1973 c'erano ben altri da punire...." (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 2 novembre 1997)