Sola in quella casa

I, Madman

USA 1989
Virginia, una giovane che lavora in una libreria antiquaria di Los Angeles, predilige i libri dell'orrore. Soprattutto quelli scritti da Malcolm Brandt, uno psicopatico già ospite di numerosi manicomi. Il protagonista principale dei romanzi è il dottor Kessler, alias Madman, un maniaco che ha una parte del volto sfigurata. Un giorno Madman finisce con il comparire in casa di Virginia, terrorizzandola con le sue profferte. La ragazza, però, comprende che nei libri di Brandt è stato puntigliosamente tracciato il programma delle sue imprese delittuose. Ora Virginia può prevenirlo.
SCHEDA FILM

Regia: Tibor Takács

Attori: Jenny Wright - Virginia, Clayton Rohner - Richard, Randall William Cook - Malcolm, Stephanie Hodge - Mona, Michelle Jordan - Colette, Vance Valencia - Navarro, Murray Rubin - Sidney Zeit, Steven Memel - Lenny, Vincent Lucchesi - Tenente Garber, Bruce Wagner - Pianista

Soggetto: David Chaskin

Sceneggiatura: David Chaskin

Fotografia: Bryan England

Musiche: Michael Hoenig

Montaggio: Marcus Manton

Scenografia: Ron Wilson, Matthew C. Jacobs

Effetti: Randall William Cook

Altri titoli:

Hardcover

Durata: 92

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: RAFAEL EISENMAN PER TRANS WORLD ENTERTAINMENT

Distribuzione: CHANCE FILM DISTRIBUZIONE (1990) - MULTIVISION, VIDEOPIU' ENTERTAINMENT

NOTE
- RANDALL WILLIAM COOK E' L'AUTORE DEGLI EFFETTI SPECIALI, OLTRE AD INTERPRETARE
CRITICA
"La realtà della cronaca, inoltre, con una serie di omicidi consumati dal fantomatico individuo, uscito dall'ombra e deciso a ricostruire la sua identità e il suo volto martoriato con lembi di carne, capelli e arti delle vittime, riproduce l'intreccio del romanzo autobiografico di Brandt. Opera indipendente a medio costo, scritta da David Chaskin, interpretata da giovani attori, come Jenny Wright vista in 'Il mondo secondo Garp', 'Sola in quella casa' è ben realizzato nella veste tecnica e nei passaggi scenografici ambientati nelle zone più pittoresche dell'Hollywood Boulevard. Il regista è noto per 'Non aprite quel cancello' e dirige con un certo gusto per le atmosfere un copione che ripropone i temi della scienziato pazzo e di Dracula e Frankenstein innestandoli in una suspense da moderno film gotico." ('Il Corriere della Sera', 17 Luglio 1990)

"Il titolo e la pubblicità con i richiami alla fortunata serie della 'Casa' non devono ingannare: questo 'I, Madman' è tutta un'altra cosa. E' il terzo film horror che ci arriva firmato dal regista canadese Tacacks, che, dopo il folgorante risultato al botteghino di 'Non aprite quel cancello' e la prova sottotono di 'Non aprite quel cancello II', ha vinto con 'Io, il pazzo' l'ultimo Festival dell'orrore di Avoriaz. Un regista abile, Tacacks, che sa creare immagini di gotica suspense trasformando in luoghi cupi di paura gli interni di tranquilla quotidianità. Ma ha il vizio della citazione e il gioco dell'esagerazione a volte va a scapito della tensione narrativa. Che il suo sia un omaggio al genere si capisce dall'inquadratura iniziale di 'Reporter', la rivista di cinema, e in fondo il puzzle con finestre sul cortile, scienziati pazzi, creature di laboratorio, materializzazioni del male, fa il parallelo con il sanguinoso puzzle del folle omicida che, respinto per bruttezza dall'amata, si mutila il volto e se lo ricostruisce assemblando pezzi vari asportati dalle sue vittime. Il risultato del lifting non è ottimale, come non convince del tutto il risultato sullo schermo." ('La Stampa', 18 Luglio 1990)

"Si tratta di un contrappunto insistito tra realtà e allucinazione. Una ragazza, Virginia, che vive sola e fa la bibliotecaria, è talmente appassionata dei fumetti horror di un certo Malcolm Brand, da evocarne i protagonisti. Il film ruota intorno a questo morboso transfert che fa apparire Virginia nei panni del personaggio dei due romanzetti. Ma il vero protagonista del racconto è Randall Wìlliam Cook, una sorta di Freddy Krueger più motivato, essendo vicino alla creatura di Frankenstein di buona memoria. Anche il commento musicale di Michael Hoenig, come la fotografia di Brian Englund, è intonato alla lugubre vicenda che coinvolge anche il giovane fidanzato della bionda, spaventatissima Jenny Wright." ('Il Resto del Carlino', 23 Maggio 1990)