Sinister

4/5
Horror vero, solido e alquanto disturbante. Derrickson conferma il suo talento nel genere

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USA 2012
Ellison Oswalt è uno scrittore noir, che trae ispirazione da fatti realmente accaduti, caduto nell'anonimato. Convinto di avere per le mani una storia buona per il suo rilancio, Ellison si trasferisce con la famiglia a King County, in una casa che è stata il teatro dell'impiccagione di un'intera famiglia, fatta eccezione per la figlia più piccola, scomparsa misteriosamente. Quando Ellis trova nella sua soffitta una scatola di misteriosi, disturbanti filmini, lo scrittore e la sua famiglia saranno improvvisamente coinvolti in un una terrificante esperienza da incubo, provocata dal risveglio di una divinità pagana di nome Bughuul...
SCHEDA FILM

Regia: Scott Derrickson

Attori: Ethan Hawke - Ellison Oswalt, Vincent D'Onofrio - Professor Jonas, Juliet Rylance - Tracy, Fred Dalton Thompson - Sceriffo, James Ransone - Vice Sceriffo, Clare Foley - Ashley, Michael Hall D'Addario - Trevor, Victoria Leigh - Stephanie, Nicholas King (II) - Sig. Boogie, Rachel Konstantin - Sig.ra Stevenson

Sceneggiatura: Scott Derrickson, C. Robert Cargill

Fotografia: Chris Norr

Musiche: Christopher Young

Montaggio: Frédéric Thoraval

Scenografia: David Brisbin

Arredamento: Sarah Dennis

Costumi: Abby O'Sullivan

Effetti: Jason Piccioni

Durata: 110

Colore: C

Genere: THRILLER HORROR

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA, ARRIRAW (2.8K)/(2K)/PRORES 4:4:4 (1080P/24)/SUPER 8, 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)

Produzione: BLUMHOUSE PRODUCTIONS, AUTOMATIK ENTERTAINMENT

Distribuzione: KOCH MEDIA (2013)

Data uscita: 2013-03-14

TRAILER
NOTE
- SCOTT DERRICKSON FIGURA ANCHE TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI.
CRITICA
"'Sinister', nonostante tutta la pubblicistica promozionale sembra voler trasmettere l'idea di un horror adolescenziale post-'Scream', è un thriller soprannaturale perfettamente settantesco. Tutto il film è incentrato sull'attendibilità dei personaggi e la loro dimensione umana. Derrickson, in nettissima controtendenza, si concede moltissimo tempo per sviluppare i propri personaggi e metterli in relazione con l'ambiente della casa nuova nella quale si sono da poco trasferiti. Persino gli effetti sonori sono utilizzati con estrema parsimonia, rispetto alla media corrente (si pensi a un altro ottimo film come 'La madre' dove invece sono presenti in numero ben maggiore). Intorno alla vicenda di uno scrittore true crime, un credibile e sofferto Ethan Hawke che fa sua la lezione di Jason Miller, in preda a una crisi di ispirazione, Derrickson costruisce un thriller di straordinaria efficacia emotiva che riesce nell'impresa di creare tensione e spaventare restando attaccato alla pelle del protagonista e rinunciando agli effetti speciali. Senza sovra determinare il versante metalinguistico del film, Derrickson insinua l'inevitabile dubbio todoroviano (il dubbio che alimenta e nutre la nostra sospensione dell'incredulità), senza il quale nessun horror si tiene in piedi, innestandolo sia nel dispositivo di riproduzione stesso (i mini super 8 che documentano le stragi) che nel rapporto che questo sviluppa e intrattiene con il processo della scrittura. Così gli omicidi ispirati dal demone egizio Bughuul, da cui deriva ovviamente Boogeyman (l'uomo nero), il cui volto assomiglia al corpse-paint di band black metal come gli Immortal o i Dark Funeral, sono strutturati sì come piccoli teatrini di morte che inevitabilmente ricordano 'Saw', ma completamente privi della sua dimensione ludica e autoreferenziale. I delitti, una sorta di disturbante e malevola appendice delle stragi mansoniane, filmati con una grana da snuff movie settantesco (si pensa alle cose di Roberta Findlay e ovviamente a Joe D'Amato), si reiterano come una cantilena ossessiva (...) Derrickson sembra avere studiato a fondo la lezione de 'L'esorcista' (...) E quando le presenze finalmente si rivelano, Derrickson, piuttosto che eccedere, le gestisce come se fossero comparse di una performance del Living Theatre intente a rimettere in scena parti de 'Il Signore delle mosche'. Nonostante il mascherone del film sia a forte rischio di serializzazione, Derrickson lo utilizza con grande parsimonia. Non si vede quasi mai. Per renderlo visibile il protagonista deve zoomare dentro le immagini, nei fotogrammi, proprio come Rick Deckard. Esiste solo ciò che si vede. E la prima immagine ha sempre ragione. Questa intuizione che l'orrore è il regno della cosa vista, il regno della cosa da disvelare, cosa che ovviamente chiama in causa l'attività dell'occhio, è parte integrante dell'efficacia di 'Sinister'. E come tutti i piccoli-grandi film dell'orrore degli anni Settanta e non solo, anche 'Sinister' si apre a una serie di letture trasversali." (Giona A. Nazzaro, 'Il Manifesto', 14 marzo 2013)

"La prima parte si svolge come un'inchiesta di cronaca criminale; nella seconda vien fuori l'elemento soprannaturale. L'idea di unire la classica storia di casa stregata con l'utilizzo del 'found footage' (i filmini che Ellison guarda), oggi molto di moda nell'horror, funziona. Altra buona scelta, da parte del regista Derrickson, quella d'installare l'atmosfera malsana su una regia più misurata e composta della media in uso nel genere." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 14 marzo 2013)

"Chi ha paura dell'Uomo Nero? Noi sì, eccome. 'Sinister' del valente Scott Derrickson ('L'esorcismo di Emily Rose') è il meglio horror degli ultimi anni, capace- anche con la splendida colonna sonora - di inoculare un terrore ambientale, elusivo e insieme devastante. I bambini ci guardano e il peccato, si sa, è negli occhi di chi guarda: povero Ethan Hawke e poveri noi, la pelle d'oca è assicurata, la tachicardia pure. Un film da non perdere." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 14 marzo 2013)

"Piacerà a coloro che dopo 'L'esorcismo di Emily Rose', s'erano annotati il nome di Scott Derrickson come di un promettente facitore di storie horror. Promessa mantenuta. Pur partendo da premesse svantaggiosissime (di «case del diavolo» ne abbiamo avute fin troppo sugli schermi nell'ultimo decennio) 'Sinister' non delude. La storia percorre binari risaputi, ma Scott la fa correre sicura e veloce. E non ci fa mancare qualche sorpresina..." (Giorgio Carbone, 'Libero', 14 marzo 2013)

"Spaventare la platea è sempre più difficile. Non ci riesce neanche questo pur apprezzabile film, a metà tra thriller e horror. (...) Bene il cast, ma che poca fantasia nello script." (A.S., 'Il Giornale', 14 marzo 2013)