Sangraal la spada di fuoco

ITALIA 1982
Sangraal, figlio di Atoc, è l'erede del pacifico popolo delle paludi. Alla sua nascita fu salvato dalla sua balia, mentre i suoi genitori e quasi tutto il suo popolo fu trucidato da un vicino popolo ribelle. Divenuto adulto, Sangraal si pone alla testa di un manipolo di uomini coraggiosi e parte alla ricerca di una "terra promessa" in cui stabilirsi e vivere in pace. Durante il viaggio, per difendere una colonia di tranquilli pastori, si scontra con gli uomini di Nantuk, un capo violento e crudele protetto dalla dea degli inferi. Nello scontro violento e avventuroso, tra Sangraal e Nantuk, viene uccisa anche Lange, la donna di cui l'eroe era innamorata; lo stesso Sangraal - fatto prigioniero - viene salvato in extremis dalla bella Ati, figlia del capo dei pastori. Sangraal, per placare il suo animo e ritrovare la pace dietro invito di una simpatico cinese, parte alla ricerca del saggio Rudac, nella speranza che questi possa restituire la vita a Lange. Dopo varie peripezie e dopo essersi "purificato" attraverso la sofferenza e il superamento di varie difficoltà incontra finalmente il "profeta" che gli ordina di continuare a lottare contro le forze del male, ma solo per amore di giustizia, non per spirito di vendetta. Sangraal, irrobustito nella fede per la giustizia, affronta Nantuk e lo uccide distruggendo con lui anche la dea che lo proteggeva.
SCHEDA FILM

Regia: Michele Massimo Tarantini

Attori: Yvonne Fraschetti, Al Huang, Lou Kamante, Alessandro Partexano, Massimo Pittarello, Xiomara Radriguez, Sabrina Siani, Margareta Rance, Anthony Freeman, Pietro Torrisi - Sangraal

Soggetto: Michele Massimo Tarantini

Sceneggiatura: Piero Regnoli

Fotografia: Giancarlo Ferrando

Musiche: Franco Campanino

Montaggio: Alessandro Lucidi

Durata: 89

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: PANORAMICO

Tratto da: Basato sul testo di Piero Regnoli

Produzione: ETTORE SPAGNUOLO PINO BURICCHI

Distribuzione: CASUAL FILM - MITEL, STARDUST

NOTE
- L'ATTORE PIETRO TORRISI E' ACCREDITATO COME PETER MCCOY.
CRITICA
Racconto di mediovalistiche avventure abborracciato alla meglio per un pubblico di poche pretese (Segnocinema)