PISTOL OPERA
GIAPPONE - 2001

Conosciuta negli ambienti della malavita con il soprannome di 'Gatta Randagia', Miyuki Minazuki è un killer fra i più richiesti all'interno della gilda (la corporazione) dei killer professionisti. Nel corso di una missione viene però attaccata a sorpresa dal 'Professore', un killer costretto su una sedia a rotelle. Dopo averlo ucciso, Miyuki si accorge che una bambina, Sayoko, ha assistito a tutta la scena. Mentre Sayoko comincia a comparire ovunque, Miyuki apprende che i killer della gilda stanno combattendosi fra loro per stabilire una nuova supremazia.
- Regia:
- Attori: - Miyuki Minazuki, - Sayoko Uekyo, - Sayoko, - Goro Hanada, - Uomo In Nero, - Uomo Alla Stazione Di Tokyo, - Rin, - Shizuka Origuchi
- Sceneggiatura: Kazunori Ito
- Fotografia: Yonezo Maeda
- Musiche: Kuzufumi Kodama
- Montaggio: Akira Suzuki
- Scenografia: Takeo Kimura
- Durata: 112'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: 35 MM. (1:1,33) DOLBY SR
- Produzione: SATORU OGURA E IKKI KATASHIMA PER SHOCHIKU CO.
NOTE
PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 58MA MOSTRA DI VENEZIA.
CRITICA
Dalle note di regia: "Poichè viviamo in un mondo in cui l'onestà non prevale, viviamo a modo nostro così come ci piace."
"E' un'opera che non vuol dire teatro filmato, piuttosto è costruito su una serie di archetipi, quei riferimenti culturali antichi con cui la tradizione scivola in un sistema visionario di assoluta contemporaneità. Che poi come la struttura dell'opera vuole, siamo fuori dal tempo, nessuna connotazione 'realistica' se non le pistole che accompagnano le sfide dei killer, musicisti e danzatori che inventano l'arte di uccidere come una danza sempre più complessa". (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 5 settembre 2001)
"E' un'opera che non vuol dire teatro filmato, piuttosto è costruito su una serie di archetipi, quei riferimenti culturali antichi con cui la tradizione scivola in un sistema visionario di assoluta contemporaneità. Che poi come la struttura dell'opera vuole, siamo fuori dal tempo, nessuna connotazione 'realistica' se non le pistole che accompagnano le sfide dei killer, musicisti e danzatori che inventano l'arte di uccidere come una danza sempre più complessa". (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 5 settembre 2001)