PER CASO O PER AZZARDO

HASARDS OU COINCIDENCES

CANADA 1998
Myriam, giovane stella italiana della danza, conduce una vita piena di soddisfazioni. Il successo la porta in giro per il mondo e ovunque è apprezzata e applaudita. Una cosa però le manca, la più difficile da avere e conservare: l'amore. Ha un bambino ma il padre muore e Myriam si ritrova sola, con molti dubbi anche riguardo alla propria carriera. Incontra Pierre e con lui, così allegro ed estroverso, pensa di poter cominciare una nuova vita. Ma anche la felicità con Pierre è destinata a non durare. E mentre comincia a viaggiare da una parte all'altra dell'oceano alla ricerca dei luoghi della sua vita spensierata, Myriam smarrisce una telecamera col nastro, che viene trovata da Marc, il quale è colpito dall'immagine di questa donna e si mette alla sua ricerca. E' un inseguimento che passa attraverso incontri e appuntamenti mancati, e che finisce con l'essere affidato solo all'ambiguità del video. Infine Myriam, stanca di correre senza una meta precisa, decide di lasciarsi andare agli eventi, tornando nell'unico luogo dove sa di trovare accoglienza: la casa di famiglia, in Italia, dove l'abbracciano il padre e il fratello.
SCHEDA FILM

Regia: Claude Lelouch

Attori: Alessandra Martines - Myriam Lini, Pierre Arditi - Pierre Turi, Marc Hollogne - Marc Deschamps, Veronique Moreau - Catherine, Laurent Hilaire - Laurent, Patrick Labbe' - Michel Bonhomme, Geoffrey Holder - Gerry

Soggetto: Claude Lelouch

Sceneggiatura: Claude Lelouch

Fotografia: Pierre-William Glenn

Musiche: Claude Bolling, Francis Lai

Montaggio: Hélène de Luze

Altri titoli:

CHANCE OR COINCIDENCE

Durata: 120

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: LES FILMS 13, TF1 FILM PRODUCTIONS, SDA PRODUCTIONS CON LA PARTECIPAZIONE DI UGC IMAGES, NEUILLY PRODUCTIONES, FCC.

Distribuzione: ACADEMY

NOTE
REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1998
CRITICA
"Sovente sottovalutato dalla critica, Claude Lelouch continua a farsi vessillifero di un cinema "bigger tha life", di affetti più che di effetti speciali: da "Un uome e una donna" (1966) in avanti ha ottenuto i suoi esiti miglioriraccontandoci storie eccessive, iperboliche, passionali ove gli eventi raccontati sono semplici pretesti per celebrare la grandezza della settima arte. E' quanto avviene in questo film sospeso fra il sorriso e la lacrima, percorso da un vitalismo capace di mutare lo struggimento in entusiasmo, il "cupio dissolvi" in "joie de vivre", il film è tra i suoi più belli e trova in Alessandra Martines veicolo ideale per venustà e adesione al personaggio." (Francesco Troiano, L'Espresso, n.47, 26 novembre 1999.)