Oggetti smarriti

3/5
A volte bisogna perdersi per ritrovarsi: tra commedia e fantasy, la (buona) lezione di vita di Giorgio Molteni

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ITALIA 2010
Guido è un quarantenne che pensa solo alle donne, alle macchine e alla bella vita. Una sera, mentre si sta preparando per un appuntamento con una nuova fiamma, gli piomba in casa Silvia, la sua ex moglie, che gli affida per la notte Arianna, la loro bambina. Con riluttanza, Guido cancella il suo incontro e per una volta prova a fare il padre. Poi, ad un certo punto della serata, Arianna scompare...
SCHEDA FILM

Regia: Giorgio Molteni

Attori: Roberto Farnesi - Guido, Giorgia Würth - Silvia, Chiara Gensini - Sofia, Michelangelo Pulci - Narratore, Ilaria Patanè - Arianna, Francesca Faiella - Mamma di Guido

Soggetto: Giorgio Fabbri

Sceneggiatura: Giorgio Fabbri

Fotografia: Angelo Stramaglia

Musiche: Franco Eco

Montaggio: Carlo Fontana

Scenografia: Fabio Vitale

Costumi: Francesca Bocca

Altri titoli:

Lost and Found

Durata: 83

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: IK MEDIA, DAP ITALY, EMMESERVICE

Distribuzione: MICROCINEMA (2013)

Data uscita: 2013-07-11

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI GENOVA-LIGURIA FILM COMMISSION E PROVINCIA DI SAVONA.
CRITICA
"Il film di Giorgio Molteni ('Aurelia') parte con ambizione a mille, degna del prof. Sacks: trasformare uno stereotipo della psicanalisi (perdita presunta di un oggetto) nell'agguato della crisi di valori e sentimenti. Per cui il bravo e impegnato Roberto Farnesi perde la sua bambina, come accade in cronaca. Incapace di tutto l'arco espressivo, il film offre tutte le sue buone intenzioni con sottotraccia apprezzabile." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 11 luglio 2013)

"Introdotto da un prologo esplicativo troppo lungo, un piccolo film italiano tinto di surrealismo, un 'racconto morale' simpaticamente atipico rispetto alle convenzioni del nostro cinema. Fatta eccezione per le pause 'didattiche' (dove un tipo bizzarro, interpretato dal comico Michelangelo Pulci, ci spiega perché e come smarriamo gli oggetti) e per qualche flashback, il film si svolge tutto in un unico ambiente. Il che, malgrado la durata di un'ottantina di minuti appena, finisce per sottolineare il suo fiato breve, da 'corto' dilatato." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 11 luglio 2013)

"Peccato che il copione non sia abbastanza lavorato e che la regia sia piatta perché, se ben realizzata, l'idea potrebbe funzionare." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 11 luglio 2013)

"Delude invece 'Oggetti smarriti' di Giorgio Molteni (...) film, decisamente troppo ambizioso, si smarrisce nei meandri di metafore, simbolismi e allegorie che generano impazienza più che apprensione." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 11 luglio 2013)

"Piccolo film 'indie' che con una certa originalità si pone a metafora del valore ultimo delle 'cose', laddove s'intendono anche esseri umani. Se l'idea è ottima - e la parabola soddisfa il suo intento - lo svolgimento lascia non poco a desiderare, denunciando ancora l'esilità di un certo cinema italiano 'dalle buone intenzioni'. Peccato. Troverà al Giffoni Film Festival il suo pubblico." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 11 luglio 2013)

"Spiacerà a chi come noi gradì una dozzina d'anni fa 'Il servo ungherese' e non ha smesso di aspettare da Giorgio Molteni un'opera altrettanto intrigante. 'Oggetti smarriti' non lo è. Molteni si è avventurato in due sottogeneri (la commedia onirica e il dramma esistenziale) che altri (specie i francesi) trattano spesso benissimo. Ma i nostri registi no (non l'hanno nel Dna)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 11 luglio 2013)

"Il passaggio da commedia a thriller funziona bene. Stonano, invece, i personaggi, troppo caricaturali, che fanno da contorno e una pasticciata deriva onirica. Comunque, un tentativo coraggioso." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 11 luglio 2013)