NON DIMENTICATE MOZART

VERGESST MOZART

GERMANIA 1985
Davanti alla salma di Wolfgang Amadeus Mozart, il ministro di Polizia della Imperial Corte di Vienna, il conte Pergen, ha riunito un gruppo di persone: la moglie del musicista Konstanze, l'impresario Schikaneder, il compositore di corte Salieri, il capo della Loggia massonica viennese van Swieten, il medico e il servo di Mozart. Il conte Pergen dve indagare su un sospetto: malato gravemente e oberato dai debiti, Mozart si è suicidato oppure è stato ucciso? In questa ipotesi, chi e perché ha propinato al musicista tante gocce di mercurio da provocarne la morte?
SCHEDA FILM

Regia: Slavo Luther

Attori: Jan Biczycki, Winfried Clatzeder, Katja Flint, Uwe Ochsenknecht, Kurt Weinzierl, Catarina Raacke - Konstanze, Wolfgang Preiss, Armin Mueller-Stahl - Graf Percen, Max Tidof - Wolfgang A Mozart

Soggetto: Zev Mahler

Sceneggiatura: Zev Mahler

Fotografia: Joseph Simonic

Montaggio: Peter Przygoda

Durata: 93

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: NORMALE

Produzione: OKO FILM KAREL DIRKA MUNCHEN

Distribuzione: LUCAS FILM (1987)

CRITICA
"Wolfgang Amadeus Mozart: atto terzo. Ulteriore ipotetica variante sulla vita privata e la misteriosa fine di un genio (allora) incompreso. Milos Forman nel pluridecorato 'Amadeus' riprendeva la ottocentesca leggenda (derivata dalle tesi di Puskin-Korsakov) dell'avvelenamento da parte di Salieri intessendo un film, per altro ben fatto, sul concetto storico (o astorico) di invidia. Pupi Avati in 'Noi tre' recuperava invece un frammento della vita pellegrina di Mozart (il suo soggiorno bolognese) per restituire al personaggio, attraverso il controverso rapporto tra il padre Leopold e il figlioletto infante, una calibratura umana. (...) La regia di Slavo Luther (cecoslovacco, ma il film è tedesco) riflette, al di là delle intenzioni, un'educazione televisiva sinceramente imperialista nei confronti dell'aspetto cinematografico. E rarissimi sono i momenti in cui la credibilità del racconto possiede la forza necessaria per affermarsi. Nonostante ciò il film è stato premiato dall'Accademia delle Arti e delle Scienze di Berlino. Non dimenticate (ovviamente) Mozart dimenticate il film." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 20 Giugno 1987)

"E' una ricostruzione probabilistica, non tutta documentata storicamente, che si apparenta alla formula del teatro-inchiesta di origine televisiva di cui conserva anche qualche difetto, come l'eccessiva semplificazione dei personaggi e il loro ricorrere a frasi esemplari a eccessivo tasso pedagogico. Ma dall'onestà dell'impianto volutamente istruttivo e obiettivo (tutti gli imputati hanno spazio e tempo per ricostruire il loro Mozart) Luther si solleva in più di un'occasione con squarci di vero cinema: dolly, panoramiche, inquadrature minacciose, che riproducono un'immagine di Mozart densa di nemici e pericoli, quanto quella di Forman era solare e giocata sul timbro della gioia e della vitalità." (Gabriele Porro, 'Il Giorno', 30 Luglio 1987)

"Il regista Luther non esce umiliato dal confronto con 'Amadeus'. Il suo film è molto televisivo (Luther proviene infatti dagli sceneggiati della Tv cecoslovacca), ma diligente nell'accurata rievocazione scenografica dell'ultimo Settecento, nell'intrigo del giallo, nel disegno dei personaggi, nel porre Mozart al centro d'uno sconcertante intarsio di massoneria, libertinaggio e sovrano talento musicale. A differenza del film di Milos Forman, qui il racconto non è concentrato sull'antagonismo fra Mozart e Salieri: varie altre figure emergono dallo sfondo, colte il più delle volte come elementi anche figurativi di un conflitto che investe ideologie e costumi e dal quale la biografia di Mozart ricava drammatici chiaroscuri. Sebbene l'interprete Tidof sia molto meno simpatico del Mozart di Tom Hulce, e la musica esca piuttosto sacrificata da questa operazione massimamente divulgativa, il film ha insomma una decorosa veste spettacolare. A dir poco illegittimo è invece il titolo italiano. Giacché la traduzione dell'originale avrebbe dovuto suonare proprio all'inverso ('Dimenticate Mozart', aveva ordinato il capo della polizia), non si capisce quale machiavellico calcolo del nostro distributore abbia motivato un ribaltone che tradisce il senso ultimo del film." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 5 Agosto 1987)