Misure straordinarie
Extraordinary Measures

- Regia:
- Attori: - John Crowley, - Dottor Robert Stonehill, - Aileen Crowley, - Dottor Kent Webber, - Marcus Temple, - Megan Crowley, - Patrick Crowley, - John Crowley, Jr., - Erich Loring, - Pete Sutphen, - Dottor Renzler, - Sal, - Wendy Temple, - Dottor Preston, - Dottor Allegria, - Niles, - Vinh Tran, - Cal Dunning
- Soggetto: Geeta Anand - (libro)
- Sceneggiatura: Robert Nelson Jacobs
- Fotografia: Andrew Dunn
- Musiche: Andrea Guerra
- Montaggio: Anne V. Coates
- Scenografia: Derek R. Hill
- Arredamento: Denise Pizzini
- Costumi: Deena Appel
- Effetti: Kai Shelton, Alterian Inc.
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Altri titoli:
The Crowley Project
The Untitled Crowley Project - Durata: 110'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: (1.85:1)
- Tratto da: ispirato al libro "The Cure: How a Father Raised $100 Million - And Bucked the Medical Establishment - in a Quest to Save His Children" di Geeta Anand
- Produzione: CARLA SANTOS SHAMBERG, MICHAEL SHAMBERG, STACEY SHER PER CBS FILMS, DOUBLE FEATURE FILMS
- Distribuzione: SONY PICTURES RELEASING ITALIA
- Data uscita 23 Aprile 2010
RECENSIONE
Le intenzioni erano di sicuro lodevoli, tanto che lo stesso Harrison Ford – qui nei panni del geniale e anticonformista dottor Stonehill – ha deciso di prendere parte al progetto anche come produttore esecutivo (l’unico precedente risale al 2002, per il film della Bigelow K-19): portare sullo schermo la vera storia di John Crowley e della sua famiglia, già raccontata anche dal premio Pulitzer Geeta Anand, non si è trasformata però in idea cinematograficamente vincente.
In cabina di regia, il mediocre Tom Vaughan (Notte brava a Las Vegas) fa poco o nulla per risollevare le sorti di quello che, a conti fatti, è nulla più che un autentico film dossier programmato in stanchi pomeriggi di annoiati palinsesti televisivi: la coppia di star (Brendan Fraser e il già citato Ford) chiamata a far fronte comune – con motivazioni differenti – per trovare l’enzima in grado di attenuare il decorso del morbo di Pompe (malattia di cui soffrono due figli del protagonista), poi, strappa involontariamente il sorriso. Imbolsito in maniera fulminante il primo (non che più magro fosse poi questo grande attore), istrionico oltre il limite del consentito l’altro. Forse era meglio continuare a fare gli archeologi.
NOTE
CRITICA
"Se al cinema ci sono di mezzo bambini affetti da malattie rare e in alcuni casi incurabili, il patetico e lo strappalacrime sono in agguato. Se già 'L'olio di Lorenzo' aggirava le trappole del melodramma ospedaliero, nel caso di 'Misure straordinarie' la facile speculazione emotiva è tenuta a distanza grazie alle forti implicazioni economico-burocratiche e ai risvolti politici della vicenda. Sulla base del libro 'The Cure', ispirato a una storia vera, il film diretto da Tom Vaughan trasforma con misura e piglio polemico la storia di un padre impegnato a salvare la vita di due suoi figli colpiti da un terribile male, in una vicenda emblematica del potere delle industrie farmaceutiche che non hanno interesse a produrre i medicinali necessari per le cure. (...) Harrison Ford, smessi i panni di Indiana Jones, si cala in quelli di un antieroico ricercatore che, in perfetta sintonia con il riformismo di Obama, sfida titanicamente il cinismo delle multinazionali." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 26 aprile 2010)
"Il dramma medico tratto da una storia vera è un genere di grande tradizione. Lo puoi affrontare con genuina sfrontatezza ('Lo scafandro e la farfalla'), delicata leggerezza ('Dietro la maschera'), crudo realismo ('Il mio piede sinistro'), tenebrosa dolcezza ('Elephant Man') o solenne partecipazione ('L'olio di Lorenzo'). 'Misure straordinarie' appartiene alla malattia inquadrata del quinto tipo anche se il meccanismo è meno oliato rispetto al film di George Miller. (...) Due omoni abituati all'avventura per famiglie (si può dire: il vecchio e il nuovo 'Indiana Jones') alle prese con speculazioni farmaceutiche, consigli di amministrazione, flebo e ospedali per curare due piccole creature. In fondo sono sempre il Ford (anche produttore) e il Fraser che amiamo: infaticabili lottatori in buona fede. Prodotto dalla televisiva Cbs, soffre di una certa mancanza di ambizione cinematografica. Ma è cinema perbene. Il vero John Crowley è diventato un'autorità in fatto di fondazioni mediche." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 23 aprile 2010)