LE DUE SUORE

COME TO THE STABLE

USA 1949
Per assolvere a un voto, suor Margaret e suor Scholastica decidono di recarsi a Jerusalem, un piccolo paesino del New England per aprirvi un orfanotrofio. Poiché non hanno fondi, le due suore si trovano da subito in grossa difficoltà, ma non smettono di sperare e aspettare l'aiuto della Provvidenza. Luigi Rossi, un ricco proprietario terriero, per onorare la memoria di suo figlio, morto in Francia durante la guerra, dona alle due religiose un lotto di terra. Suor Margaret chiama altre consorelle dalla Francia e per alloggiarle, compra una vecchia casa abbandonata. Il venditore, in realtà, è un imbroglione e ha venduto a suor Margaret un edificio gravato da ipoteche e se le suore non verseranno una cifra enorme entro un certo tempo perderanno la casa. Suor Margaret con le sue consorelle comincia a darsi da fare organizzando mercatini e fiere per raccogliere in poco tempo una discreta somma di denaro. Per saldare il debito, però, mancano 500 dollari che sembra impossibile trovare. Il vescovo ordina a suor Margaret di rinunciare ma, mentre le suore stanno facendo le valigie, arriva un soccorso insperato: un musicista, che ha tratto ispirazione dai loro canti, le aiuterà.
SCHEDA FILM

Regia: Henry Koster

Attori: Loretta Young - Sorella Margaret, Celeste Holm - Sorella Scholastica, Hugh Marlowe - Robert Masen, Elsa Lanchester - Amelia Potts, Thomas Gomez - Luigi Rossi, Dorothy Patrick - Kitty, Basil Ruysdael - Il Vescovo, Dooley Wilson - Anthony James, Regis Toomey - Monsignor Talbot, Mike Mazurki - Sam

Soggetto: Clare Boothe Luce

Sceneggiatura: Sally Benson, Oscar Millard

Fotografia: Joseph LaShelle

Musiche: Cyril J. Mockridge

Montaggio: William H. Reynolds

Scenografia: Lyle R. Wheeler, Joseph C. Wright

Costumi: Kay Nelson

Effetti: Fred Sersen

Durata: 94

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: 20TH CENTURY FOX

Distribuzione: 20TH CENTURY FOX

CRITICA
"E' un film di ottima fattura. Regia attenta, ottima fotografia, effice interpretazione." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 27, 1950)

"Favoletta zuccherosa, per non dire dolciastra, del tuttofare Henry Koster ('la tunica'), che intinge la macchina da presa nei sentimenti, confidando nel buon cuore (e nell'ingenuità) dello spettatore. La bella Loretta Young sorride maliziosa da sotto la cuffia, dando appuntamento agli ammiratori al prossimo film. Possibilmente meno scemo". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 30 agosto 2003)