Le cancre

2.5/5
Una commedia memoriale, di sentimenti sensuali e familiari, che guarda (mancando) al cinema senile di Truffaut e Rivette. Fuori concorso

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FRANCIA 2016
Un padre e suo figlio hanno un rapporto piuttosto conflittuale a causa dei loro caratteri troppo emotivi. Lorenzo, il figlio, è in cerca della sua strada dopo un'infanzia e un'adolescenza all'insegna della pigrizia e troppo tardi comprende l'affetto che lo legava a suo padre Rodolphe. Quest'ultimo, contornato dalle donne della sua vita, è in realtà ossessionato dal desiderio di riconquistare il suo grande amore di gioventù, Marguerite.
SCHEDA FILM

Regia: Paul Vecchiali

Attori: Paul Vecchiali - Rodolphe, Pascal Cervo - Laurent, Catherine Deneuve - Marguerite, Annie Cordy - Christiane, Françoise Lebrun - Valentine, Françoise Arnoul - Mimi, Edith Scob - Sarah, Marianne Basler - Suzanne, Mathieu Amalric - Boris, Pierre Sélénas - Pierre, Marie-Christine Hervy - Moglie di Pierre, Catherine Estrade - Mathilde, Alberta Commaret - Marielle, Simone Tassimot - Simone, Noël Simsolo - Ferdinand, Julien Lucq - Ufficiale giudiziario, Eric Rozier - Ufficiale giudiziario, Raphaël Neal - Alex, Manuel Lanzenberg - Medico

Sceneggiatura: Paul Vecchiali, Noël Simsolo

Fotografia: Philippe Bottiglione

Musiche: Roland Vincent

Montaggio: Vincent Commmaret, Paul Vecchiali

Scenografia: Maurice Hug

Effetti: Fred Willig

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: HD, DCP (1:1.85)

Produzione: THOMAS ORDONNEAU PER SHELLAC SUD, PAUL VECCHIALI PER DIALECTIK

Distribuzione: THE OPEN REEL

NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DEL CENTRE NATIONAL DU CINÉMA ET DE L'IMAGE ANIMÉE-AVANCE SUR RECETTES APRÈS RÉALISATION.

- PROIEZIONE SPECIALE AL 69. FESTIVAL DI CANNES (2016).
CRITICA
"(...) «lo stesso film» come esibizione di sé? Paul Vecchiali fa sempre lo stesso film? Se con questo intendiamo che il suo cinema è una continua variazione sul piacere, la gioia, l'irriverenza sentimentale, l'erotismo, e soprattutto la libertà del filmare allora sì, Vecchiali fa sempre lo stesso film. E al suo arrivo la prima volta sulla Croisette, a 86 anni, e il mai mutato fascino elegante con 'Le Cancre' (...) riesce a disseminare in una storia «comune» come l'incontro maldestro - ma solo così può essere - tra padre e figlio le tracce della sua poetica e delle sue passioni che sono sempre una dichiarazione amorosa al cinema. (...) questa danza (quasi un 'Carnet de bal' di Duvivier) tra passato e presente diviene una carrellata gioiosa su magnifiche attrici, Francoise Lebrun, Annie Cordy, Edith Scob e una sublime Catherine Deneuve che appare come un'epifania lontana sulla spiaggia. Sarcastico, spudorato, innamorato, divertito Rodolphe conversa con se stesso e insieme a noi spettatori della religione e delle sue guerre, della gioia e del piacere, e a un mondo irrigidito dalle convenzioni oppone la sua poesia del desiderio proprio come il cineasta che lo impersona. Un film di fantasmi 'Le Cancre' - titolo di risonanza prevertiana - e struggente tenerezza. Che dichiara con leggerezza la caparbietà dell'invenzione e la gioia di condividerne le scoperte. Sì, sempre lo stesso sorprendente film." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 21 maggio 2016)