La madre

2/5
Dal romanzo della Deledda, un esordio tra ambizione stilistica ed eccessivo simbolismo

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ITALIA 2013
Storia di Paolo, giovane sacerdote di un moderno quartiere romano, devoto al suo ruolo di parroco, senza nessuna concessione a se stesso. Sua madre Maddalena, donna di estrazione popolare, è onnipresente nella vita di Paolo in maniera possessiva, protettiva e morbosa. Assiste il figlio, lo consiglia, lo protegge costantemente da tutto quello che lei ritiene il male. Nella vita di Paolo arriva Agnese, una bellissima donna di cui si innamora perdutamente. Agli occhi della madre una tentazione distruttrice e maligna, che va allontanata al più presto dalla vita del figlio. Paolo alterna momenti di fede e abnegazione, in cui ricorda il perché della sua scelta di fede, ad altri in cui si lascia andare e rinnega tutto in nome dell'amore e della passione carnale. Maddalena vive sulla sua pelle i tormenti del figlio e sempre più spesso i fantasmi del passato giungono a visitarla e ossessionarla. La violenza che ha subito da bambina. Il matrimonio infelice. La fatica del vivere. Agnese al contrario è giovane, bella e innamorata, e offre a Paolo la possibilità di una nuova vita. Un triangolo dunque, dove la madre talvolta sembra nutrire nei confronti del figlio sentimenti ambigui, non solo materni, ma di invidia e gelosia per l'amore carnale che l'ha travolto. La notte prima di Pasqua, nella chiesa dove Paolo l'indomani dovrà celebrare la messa dinanzi a tutto il quartiere, ci sarà l'epilogo tragico e terribile di questa storia d'amore e passione a tre.
SCHEDA FILM

Regia: Angelo Maresca

Attori: Carmen Maura - Maddalena, Stefano Dionisi - Don Paolo, Laura Baldi - Agnese, Luigi Maria Burruano - Don Quirico, Pino Calabrese

Soggetto: Grazia Deledda - Romanzo, Angelo Maresca

Sceneggiatura: Dardano Sacchetti, Angelo Maresca, Laura Sabatino - collaborazione, Fabrizio Procaccini - collaborazione

Fotografia: Vittorio Omodei Zorini

Musiche: Francesco de Luca, Alessandro Forti

Montaggio: Alessio Doglione

Scenografia: Massimiliano Nocente

Costumi: Andrea Cavalletto

Suono: Piergiuseppe Fancellu - presa diretta

Durata: 90

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM/DCP

Tratto da: liberamente tratto dall'omonimo romanzo breve del premio Nobel Grazia Deledda

Produzione: FLAVIA PARNASI PER COMBO PRODUZIONI, IN ASSOCIAZIONE CON CLIMAX, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione: MICROCINEMA (2014)

Data uscita: 2014-07-10

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ASSOCIATO: VINCENZO FERONE.

- PRODUTTORE ESECUTIVO: MARIO MAZZAROTTO.

- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI-DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA E IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO-FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L'AUDIOVISIVO.
CRITICA
"Il film di Angelo Maresca ispirato a Grazia Deledda è un manuale di tormenti anima e carne stile vintage nonostante gli sforzi della brava attrice almodovariana e dello scandaloso Stefano Dionisi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 luglio 2014)

"Amore sacro o amor profano? Dall'omonimo romanzo breve di Grazia Deledda, un algido dramma ambientato tra i marmi glaciali dell'Eur che non sa essere né una provocazione intellettuale né ormonale. Sprecata Carmen Maura nel ruolo della madre sempre tremebonda, piagnucolosa e con rosario in mano, assurda la location di una chiesa dentro il Colosseo quadrato (con tanto di armadio a vista dove tenere le tonache) e terribilmente vecchia questa idea di cinema da parte del regista teatrale Angelo Maresca. Luigi Maria Burruano compare all'improvviso come fantasma satanico del padre del prete bello e tormentato. Noiosissimo anche lui. Come tutto il film." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 10 luglio 2014)

"Sullo sfondo le architetture glaciali dell'Eur capitolino ove si staglia la cappella del peccato. Liberamente ispirato al romanzo breve di Grazia Deledda, 'La madre', esordio in lungo di Angelo Maresca, lascia attoniti per i toni accentuati di un dramma involontariamente virato al grottesco. Complici le recitazioni sopra le righe e una regia orientata a inquadrature ipertrofiche per eccesso di ambizione. Peccato, poteva diventare un film di grande sensibilità." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 10 luglio 2014)

"Film molto teatrale, freddo, giocato esclusivamente sui dialoghi e sulle interpretazioni (spicca Carmen Maura) dei protagonisti. Però, difficile appassionarsi o interessarsi. Si subisce passivamente, da osservatori estranei." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 10 luglio 2014)

"Piacerà soprattutto per la presenza travolgente di Carmen Maura, una forza della natura che abita il film più che interpretarlo. Se ci fosse ancora Grazia Deledda, avrebbe scelto lei, Carmen, come «Madre» cinematografica. Anche perché tra una sarda e una spagnola non c'erano cento anni fa (e forse nemmeno adesso) delle grosse differenze. Il punto è che i luoghi sono cambiati. Le grandi repressioni sono reperti del passato. Le Deledda iberiche del secolo scorso hanno lasciato il posto alle Almudena Grandes dei romanzi sconci. La Chiesa oggi ha i suoi scandali, ma non sono più dovuti al bigottismo semmai al permissivismo a ruota libera. Una scenata in piena messa non provocherebbe più la tragedia semmai le risate dei parrocchiani. In effetti Maresca che viene dal teatro, dimostra come molti teatranti le idee abbastanza confuse quando «attualizza» classici di altri secoli (avete presenti certe contaminazioni da Shakespeare o da Goldoni?) Detto questo è il caso di rilevare che 'La madre' non è solo Carmen Maura. Il sesso (ovviamente solo evocato nel romanzo della Deledda) qui è presente, eccome. E rimarca, colla grinta del cinema, che il personaggio centrale è Paulo, che la tragedia è sua, più che di quell'ossessa della madre. Pur non indulgendo nel soft core, Maresca ci dà dentro a spiegare i corpi tormentati, a tirar fuori la carnalità anche da un interprete solitamente legnoso (e solitamente scostante) come Stefano Dionisi. E da un'attrice (Laura Baldi) che si presenta (in Tv) molto acqua e sapone, ma poi negli amplessi (vestiti) è convincente come la giovane Jeanne Moreau dei tempi di 'Les amants'." (Giorgio Carbone, 'Libero', 10 luglio 2014)