JERUSALEM

SVEZIA 1997
In Svezia, sul finire dell'Ottocento, la famiglia Ingmarsson corre il rischio di interrompere la tradizione che da tempo la vede custode di una piccola parrocchia con terreno annesso. L'erede designato, il piccolo Ingmar, ha solo 10 anni e, quando diventa adulto, si vede costretto a lasciare la segheria della famiglia per salvare la fattoria dal fallimento. Ingmar ama Gertrud, e la separazione è molto dolorosa. Un giorno arriva al villaggio il predicatore Hellgum che infiamma gli abitanti, parlando di una terra promessa: la colonia religiosa della signora Gordon a Gerusalemme. Quando Ingmar torna a casa, apprende che la fattoria è stata venduta per finanziare il viaggio verso Gerusalemme ad un ricco agricoltore che l'ha destinata alla figlia Barbro. Pur controvoglia, Ingmar accetta di sposare Barbro. Addolorata, Gertrud si fa convincere dal predicatore, e parte con tuti gli altri per la terra promessa. Qui però la vita si dimostra dura e difficile e Getrud si sacrifica a favore degli altri. In Svezia, Ingmar, preso dai sensi di colpa, si decide a partire a sua volta. Raggiunge a Gerusalemme Gertrud, che però ormai non è più la stessa e non può più corrispondere al suo amore.
SCHEDA FILM

Regia: Bille August

Attori: Mona Malm, Sven Wollter, Olympia Dukakis, Jan Mybrand, Reine Brynolfsson - Tim, Pernilla August - Karin, Johan Rabeus - Eljas, Sven-Bertil Taube - Hellgum, Lena Endre - Barbro, Maria Bonnevie - Gertrud, Max von Sydow - Vicario

Soggetto: Selma Lagerlöf

Sceneggiatura: Bille August

Fotografia: Jörgen Persson

Musiche: Stefan Nilsson

Montaggio: Janus Billeskov Jansen

Durata: 168

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO DI SELMA LAGERLOF

Produzione: INGRID DAHLBERG

Distribuzione: U.I.P. - RCS FILMS & TV

NOTE
REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1997
CRITICA
"August ha il coraggio di non attenuare la densa materia narrativa. La sua prosa, dai ritmi lenti, non indietreggia davanti a nulla. In diverse sequenze riesce vittoriosa; è più incerta in altri momenti guadagnati a una didascalicità un poco televisiva. Il film, sempre ben modulato, in particolare nei capitoli conclusivi sviluppa senza enfasi i gran tema dell'amore e del perdono cristiano e dice che la propria terra promessa uno può trovarla nei luoghi dove vive. Curatissima la ricostruzione ambientale; e non soltanto negli scenari nordici ma anche negli sfondi palestinesi sospesi entrambi in una luce smorta che rimanda alle stampe ottocentesche. E bravi oltre ogni dire gli interpreti". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 28 novembre 1997)

"Il tema e lo svolgimento rimangono però curiosi ci informano di usi costumi e nevrosi ben localizzati. E se da principio è come un 'Albero degli zoccoli' nordico, con le faide e conti in tasca di famiglia contadina, poi il film parte per la Terra santa, dove incontra la grottesca Olympia Dukakis, presidente di una comunità che si rivela molto poco ideale: ma la materia drammatica langue e l'interesse decresce. Avanza invece il complotto sentimentale, mettendo in marcia un film romantico, parallelo al mistico e vicino al mondo della favola nordica. August annuncia che si tratta di un film contro ogni integralismo, quindi lo si plaude per la nobiltà e l'attualità dell'intento anche se lo svolgimento non ha forza espressiva o tragica. A sollevare il tutto c'è un'attrice straordinaria, Pernilla, moglie del regista, con una recitazione naturalistica precisa al millesimo". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 29 novembre 1997)

"Fotografia, costumi, scenografia sono di qualità ed è eccellente il cast corale in cui spicca insieme ai citati Enere, Bonnevie e Taube, Pernilla August (moglie del regista) alle prese con un complesso ruolo di isterica. Tuttavia, pur affrontando l'allarmante e attualissimo tema del fondamentalismo religioso (in questo caso cristiano), 'Jerusalem' resta un film illustrativo, con una scansione narrativa da romanzo sceneggiato più adatta per il piccolo schermo". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 29 novembre 1997)