Il prestanome

The Front

USA 1976
Al tempo del Maccartismo e della "caccia alle streghe" Howard Prince, uno squattrinato cassiere di un bar, scommettitore e bookmaker, accetta di fare da prestanome ad Alfred Miller, sceneggiatore caduto in disgrazia a causa di certe sue sospette "attività antiamericane". Egli firmerà, d'ora in poi, i copioni dello scrittore e ne riceverà una percentuale sugli utili. Altri scrittori, epurati per lo stesso motivo, cominciano ad usare il nome di Howard, che diventa, in breve tempo, ricco e famoso. Ma prima l'affetto per Florence Barret, che ha lasciato la televisione per fondare un giornale di protesta e poi il suicidio dell'attore comico Hecky Brown, aprono una breccia nella sua incallita coscienza di uomo senza idee e senza scrupoli. Egli stesso viene sorvegliato dalla "Fredom Information" e deferito alla commissione per le attività antiamericane. Il suo attaccamento per Hecky gli dà la forza di trovare una risposta dignitosa e fiera da buttare in faccia a questi delatori di professione. Deve per questo affrontare la prigione.
SCHEDA FILM

Regia: Martin Ritt

Attori: Woody Allen - Howard Prince, Zero Mostel - Hecky Brown, Herschel Bernardi - Phil Sussman, Michael Murphy - Alfred Miller, Andrea Marcovicci - Florence Barrett, Remak Ramsay - Hennessey, Marvin Lichterman - Myer Prince, Lloyd Gough - Delaney, David Margulies - Phelps, Joshua Shelley - Sam, Norman Rose - Avvocato di Howard, Charles Kimbrough - Consigliere del comitato, Josef Sommer - Presidente del comitato, Danny Aiello - Danny LaGattuta, Georgann Johnson - Intervistatrice televisiva, Scott McKay - Hampton, J.W. Klein - Impiegato di banca, David Clarke - Hubert Jackson, John Bentley - Il barista, Julie Garfield - Margo, Murray Moston - Il boss, MacIntyre Dixon - Harry Stone, Rudolph Willrich - Tailman, Burt Britton - Il libraio, Albert Ottenheimer - Il preside, William Bogert - Parks, Marilyn Sokol - Sandy, John J. Slater - Direttore della rete TV, Andrew Bernstein - Figlio di Alfred Mill, Jacob Bernstein - Figlio di Alfred Mill

Soggetto: Walter Bernstein

Sceneggiatura: Walter Bernstein

Fotografia: Michael Chapman

Musiche: Dave Grusin

Montaggio: Sidney Levin

Scenografia: Charles Bailey

Arredamento: Robert Drumheller

Costumi: Ruth Morley

Effetti: Albert Whitlock

Durata: 95

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM, PANAVISION, METROCOLOR

Produzione: MARTIN RITT, CHARLES H. JOFFE E ROBERT GREENHUT PER COLUMBIA PICTURES CORPORATION, THE DEVON COMPANY, PERSKY-BRIGHT PRODUCTIONS, ROLLINS-JOFFE PRODUCTIONS

Distribuzione: CEIAD - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

CRITICA
"Commedia satirica molto ben ambientata negli anni 50, sullo sfondo della Guerra in Corea, del trionfo di Monroe, del processo ai Rosemberg. E' una pittura fedele della stagione del maccartismo, con la 'caccia alle streghe', le 'liste nere' e la eliminazione sistematica di ogni persona che emerga per la sua intelligenza critica. La descrizione impietosa, ma senza astio, è fatta da persone che, come Martin Ritt e Walter Bernstein, rispettivamente regista e sceneggiatore di questo film, furono essi stessi proscritti in quegli anni. La paura dominava incontrastata gli ambienti di Hollywood e di Broadway. La delazione era tentazione quotidiana per registi, scrittori, sceneggiatori. Si rivelava in modo limpido la statura morale dei singoli, dell'eroe che perdeva, per la libertà delle idee, la possibilità di lavorare ed il traditore, che restava sulla cresta dell'onda. Tutto questo viene detto dalla ottima interpretazione di Woody Allen, personaggio che molto ben esprime una figura americana media, capace di mostrare la faccia del profittatore ed infine quella dell'uomo libero. I fatti sono eloquenti in sé e per sé. La narrazione è mantenuta in sapiente equilibrio tra la malinconia del ricordo e la amarezza della denuncia. Quest'opera diventa così una affermazione più universale della insopprimibile libertà di pensiero che nessun clima di paura e di delazione riesce a far morire dentro gli uomini. ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 82, 1977)

"Non legano il regista Martin Ritt e Woody Allen, impacciato davanti ad un copione altrui nel primo film americano sulle liste nere dei maccartisti. In parole povere come dramma è una pizza, coraggiosa se vogliamo, ma sempre pizza e come commedia inesistente. L'irriconoscibile Woody Allen è come un verde al governo: superfluo". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 4 novembre 2000)