Il mulino delle donne di pietra

ITALIA 1960
Al giovane studioso Hans viene affidato l'incarico di raccogliere dei dati per una monografia sull'arte popolare olandese. Durante le ricerche conosce Wahl, noto scultore ed insegnante all'Accademia di Amsterdam, proprietario di un famoso carillon del Settecento. Si tratta di una gigantesca macchina, ricavata dal meccanismo di un vecchio mulino, in cui alcune statue raffiguranti celebri eroine della storia si muovono in una specie di danza macabra. In casa di Wahl, Hans conosce Helfi, figlia dello scultore. Una notte Helfi muore davanti agli occhi di Hans. Il ragazzo fugge spaventato, ma quando ritorna alla villa, deve constatare che tutto è tranquillo e normale. Quando sente la voce di Helfi e la vede apparire, si spaventa, ma Wahl lo tratta da esaltato e lo allontana da casa. Il giovane trova conforto nell'amicizia di Raab e di Liselotte, allieva di Wahl. Quando anche quest'ultima scompare, la terribile verità inizia a farsi strada in Hans.
SCHEDA FILM

Regia: Giorgio Ferroni

Attori: Pierre Brice - Hans von Hernem, Scilla Gabel - Helfi Wahl, Wolfgang Preiss - Dottor Bohlem, Dany Carrel - Liselotte Kornheim, Liana Orfei - Annelore, Marco Guglielmi - Ralph, Olga Solbelli - Selma, Herbert Bohem - Gregorius Wahl, Alberto Archetti - Conrad, il domestico

Soggetto: Pieter Van Veigen - racconti, Giorgio Ferroni, Remigio Del Grosso

Sceneggiatura: Remigio Del Grosso, Ugo Liberatore, Giorgio Stegani, Giorgio Ferroni

Fotografia: Pier Ludovico Pavoni

Musiche: Carlo Innocenzi

Montaggio: Antonietta Zita

Scenografia: Arrigo Equini

Arredamento: Carlo Gentili

Altri titoli:

Le moulin des supplices

Durata: 100

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR

Tratto da: ispirato a "I racconti fiamminghi" di Pieter Van Veigen

Produzione: WANGUARD FILM, FARO FILM, EXPLORER FILM '58 (ROMA) C.F.C. (PARIGI)

Distribuzione: CINO DEL DUCA

CRITICA
"Si tratta di un ennesimo film del brivido, privo di originalità e di pregi. Regia ed interpretazione scadenti." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 48, 1960)

"Ora, 'Il mulino delle donne di pietra' è (...) un film di grande bellezza. Non negherò i ricorsi, numerosi, all'estetica fisheriana (...) alcune scene sembrano uscire direttamente da 'Dracula il vampiro' o da 'Le spose di Dracula' e la sequenza della locanda, girata con la 'dolly', ricorda inevitabilmente le simpatiche taverne che la Hammer costruì sui set degli Bray Studios. (...) C'è di tutto: fanciulle incatenate, aghi, scalpelli". (M. Caen, "Midi-Minuit Fantastique", 3, novembre 1962