Il matrimonio che vorrei

Hope Springs

4/5
David Frankel veste la fine - e il nuovo inizio? - del matrimonio: Lee Jones e la Streep strepitosi, coraggioso il dramedy

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USA 2012
Kay e Arnold sono sposati da anni ormai e la routine sta minando seriamente il loro matrimonio. Kay decide quindi di tentare di far scoccare nuovamente la scintilla di quando lei e Arnold si erano innamorati con una proposta un po' folle: andare per una settimana nella cittadina di Great Hope Springs dove il Dott. Feld, un famoso consulente matrimoniale, tiene sedute di terapia di coppia intensive...
SCHEDA FILM

Regia: David Frankel

Attori: Meryl Streep - Kay Soames, Tommy Lee Jones - Arnold Soames, Steve Carell - Dott. Bernard Feld, Jean Smart - Eileen, Ben Rappaport - Brad, Marin Ireland - Molly, Patch Darragh - Mark, Brett Rice - Vince, Becky Ann Baker - Cora, Elisabeth Shue - Karen, Charles Techman - Charlie, Daniel J. Flaherty - Danny, Damian Young - Mike, Ann Harada - Ann, Mimi Rogers - Carol, Jack Haley (II) - Jack, Susan Misner - Dana Feld, Rony Clanton - Ronnie, John Srednicki - John, Madeline Ruskin - Maddie, Lee Cunningham - Lee, Paul J. Letersky Letersky - Paul, Rogina Bedell-O'Brien - Rogina, Stephen Lee Davis - Steve

Sceneggiatura: Vanessa Taylor

Fotografia: Florian Ballhaus

Musiche: Theodore Shapiro

Montaggio: Steven Weisberg, Matt Maddox

Scenografia: Stuart Wurtzel

Arredamento: George DeTitta Jr.

Costumi: Ann Roth

Altri titoli:

Hope Springs - Consigli per gli affetti

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA

Produzione: MANAGEMENT 360, ESCAPE ARTISTS, MANDATE PICTURES

Distribuzione: BIM

Data uscita: 2012-10-18

TRAILER
CRITICA
"Chi ha detto che Hollywood non fa film per adulti? I protagonisti del 'Matrimonio che vorrei' sono sui sessanta, e affrontano il tema meno sexy che esista: la crisi matrimoniale. (...) In questo senso il film di Frankel, già regista del perfido e divertente 'Il diavolo veste Prada', funziona anche come un test, a tutte le età. Non c'è bisogno di essere in zona Viagra, infatti, per sorprendersi a pensare cosa risponderemmo a quel dottore imperturbabile. O magari, ed è anche più imbarazzante, come reagirebbero i nostri genitori davanti a domande così esplicite e consigli, come dire, così pragmatici. Con immagini talvolta non meno eloquenti. Mai infatti avremmo creduto di vedere un primo piano del cavallo dei calzoni di Tommy Lee Jones. Ma l'inquadratura funziona come quello che i teorici del montaggio sovietici chiamavano effetto-Kuleshov: tutto, o quasi, è affidato alla nostra immaginazione... Come in amore, in fondo. Come al cinema, quando immagini e parole hanno il buon senso di non esaurire il senso profondo del film." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 ottobre 2012)

"Scritto dalla giovane Vanessa Taylor, Il matrimonio che vorrei finisce con l'essere una storia senza sorprese, pacificante, che piacerà molto al folto pubblico degli sfigati matrimoniali." (Roberto Nepoti , 'La Repubblica', 18 ottobre 2012)

"(...) commedia tarata sui nuovi orizzonti dischiusi a signore & signorine non rassegnate ultrasessantenni. Il cui ingrediente forte consiste nel duetto tra due mattatori come la Streep e l'ex duro Tommy Lee Jones, qui nei panni di coniugi alle prese con la mesta decadenza dei matrimoni contratti nella notte dei tempi: tutto scorre nelle tonalità middle class color pastello, i sentimenti sono dati per scontati, le camere sono separate e di vita sessuale neanche a farne cenno. La splendida sessantatreenne non ne può più di bacetti sulla guancia e un bel giorno costringe il renitente marito ad accompagnarla a un corso per coppie tenuto dal celebre dottor Fred. Il film di David Frankel ('Il diavolo veste Prada') è certo scorrevole, garbato e al cento per cento credibile, ma lo humour e il ritmo zoppicano sin dall'inizio, per asciugarsi del tutto all'impatto con lo psicoterapeuta. Qui tutto si fa serioso e il disinibito repertorio dei riferimenti più che al divertimento del pubblico sembra mirato al suo aggiornamento." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 18 ottobre 2012)


"L'indubbio valore di 'Il matrimonio che vorrei' sono i coniugi protagonisti Meryl Streep/Tommy Lee Jones, per non parlare del comprensivo psicologo Steve Carell, dispensatore di consigli atti a salvare (o, eventualmente, troncare) un rapporto in crisi. Della Streep, che abbiamo ammirato non poche volte in ruoli sentimentali, sapevamo che è capace di intarsiare un personaggio su qualsiasi registro, utilizzando le più sfumate note di cesello e sottotono. La sorpresa è il duro per eccellenza Tommy Lee Jones, semplicemente perfetto nella parte di un marito che sotto la scorza di un volto ingrugnato e impassibile nasconde un'inattesa vulnerabilità. (...) Grazie agli straordinari interpreti, quella che poteva risultare una banale storiella diviene un'accattivante commedia dolce/amara; mentre il regista David Frankel impagina con finezza il duetto (e il terzetto quando è in scena Carell) in uno stile essenziale quasi da «strip», cui la morbida fotografia di Florian Ballhaus conferisce un carattere di intimità." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 ottobre 2012)

"Non è un film sulla crisi coniugale di una coppia in età della middle class americana in stanza nel Nebraska, o meglio non è solo questo. 'Il matrimonio che vorrei', al di là del titolo (nella versione è 'Hope Springs'), racconta in modo tanto affabile quanto diretto, il sesso nella terza età, e lo fa mettendo in scena un anti-melodramma, quasi una sit-com pensosa e dal ritmo blando. Protagonista assoluta, una coppia inedita e stranamente ben assortita (anche se sulle prime uno penserebbe a un mis-casting): Meryl Streep e Tommy Lee Jones. (...) dopo aver letto un manuale ad hoc, la metodica mogliettina organizza un viaggio di una settimana in un piccolo paesino nel Maine proponendo il loro disastro sessuale alle cure di un psicologo per coppie mosce. Dal Nebraska al Maine, dalla casetta di un matrimonio sonnecchiante alla stanza di uno psicologo di periferia, pronto a scuotere la coppia con domande impensabili sulla loro sessualità. E qui il film, al netto delle scenette a due più o meno riuscite, arriva al suo cuore e lo fa senza veli, duro e puro, mettendo in scena un confronto diretto dal sapore quasi teatrale capace di arrivare a dire cose che al cinema non siamo abituati a sentire, soprattutto americano: il sesso orale, le fantasie erotiche, la masturbazione, il kamasutra matrimoniale... Il regista è quello di 'Il diavolo veste Prada', la sceneggiatrice, al suo esordio al cinema, ha scritto il fantasy per la televisione "Il trono di spade", gli attori sono due star assolute del cinema americano che qui giocano e si sfidano in un torneo di sommessa bravura." (Dario Zonta, 'L'Unità', 18 ottobre 2012)

"Arriva (...) nelle sale la commedia agrodolce di David Frankel, 'Il matrimonio che vorrei', dove Meryl Streep e Tommy Lee Jones, sposati da oltre 30 anni, vanno da un terapeuta di coppia per rianimare la loro unione spenta. Diciamo subito che il linguaggio in materia sessuale è decisamente esplicito, ma mai volgare, grazie anche al garbo dei due attori." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 18 ottobre 2012)

"31 anni di matrimonio, la coppia scoppia, si dorme divisi, la domanda è diventata: «Ti va bene l'arrosto?». (...) Riusciranno a riattizzare le loro nozze imbiancate? La risposta è del regista de 'II diavolo vesta Prada', David Frankel, che qui veste minimal e realista infilando la camera nel buco della serratura: fellatio, posizione del missionario e fantasie assortite, non si nasconde nulla, ma senza farsa né occhiolini, perché a parlare è il mesto quotidiano di una coppia smunta come tante altre e l'età non conta. In equilibrio tra dramma e commedia, non si tralascia nemmeno la noia: non un difetto, ma il pregio di un film coraggioso, che sulle spalle di due giganti, Streep e Lee Jones, trova la forza per raccogliere i cocci di un matrimonio e un sogno, infranto. Non ci sono vie di fuga, nemmeno le scappatelle, ma l'amore ai tempi della tenerezza che non ho, la comprensione che non so, il sesso che non voglio. Da vedere, anzi, consumare." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 18 ottobre 2012)

"Questo film sembra girato apposta per tutti quelli che sostengono, in maniera convinta, che il matrimonio sia la tomba dell'amore. Che la routine coniugale finisca inevitabilmente, dopo tanti anni, per smorzare passioni e desideri trasformando la nostra metà in una sorta di coinquilino che, il più delle volte, è pure molesto. Sesso? Neanche a parlarne. Complicità? Smarrito il senso. Si tira a campare, giorno dopo giorno, ripetendo gli stessi gesti, inscenando le solite abitudini, infischiandosene dei bisogni degli altri, sacrificati sull'altare di un egoismo sempre più radicato. È l'idea da cui parte 'II matrimonio che vorrei', commedia che rientra in pieno nel filone (i protagonisti sono personaggi che rasentano la terza età) rinverdito dal brillante 'Tutto può succedere'. (...) Il tutto servito con volgarità sopportabile (visto quello che gira nelle sale), con un uso sapiente della regia (soprattutto, durante le sedute), messo in scena da due attori a dir poco superbi. Insomma, da vedere." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 18 ottobre 2012)

"Piacerà a tutte le signore sui 60. E naturalmente agli ammiratori di Meryl Streep che invecchiando migliora. Ha messo da parte la recitazione tutta coccole e assomiglia sempre più un essere umano. Ma la rivelazione è Tommy Lee Jones che smessi gli eterni panni di «duro» fa mostra di un imprevisto talento per la commedia sentimentale." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 ottobre 2012)