Il fatalista

O fatalista

Libertinaggio intellettuale del Terzo Millennio per il portoghese João Botelho. In Concorso gli effetti speciali dello spirito

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FRANCIA 2005
Tiago gira il Portogallo per lavoro e il proverbio che gli piace di più è: Tutto ciò che succede "in basso" è già stato scritto "in alto". Con questa frase Tiago, un autista, tenta di giustificare tutto ciò che di sorprendente gli viene incontro nel suo peregrinare in questo paese pietroso, o quando deve constatare quanto siano deliranti e senza fine le storie d'amore del suo capo. Nel suo incontrare persone con le loro storie, alcune al limite della follia, Tiago capisce che la lotta di classe è il vero motore del mondo e che ogni comportamento ha sempre conseguenze cui non ci si può sottrarre.
SCHEDA FILM

Regia: João Botelho

Attori: Rogério Samora - Tiago, André Gomes - Padrone, Rita Blanco - Signora D., Suzana Borges - Albergatrice, Patricia Guerreiro - Barbara, José Wallenstein - Marchese, Teresa Madruga - Madre di Barbara, Margarida Vilanova - Figlia, Maria Emilia Correia - Padrona della pensione, Adriano Luz - Marito, Miguel Monteiro - Regista, Claudia Teixeira - Isabel, José Eduardo - Padre, Laura Soveral - Nonna di Tiago, Helena Laureano - Signora Suzette, Josè Pinto - Nonno di Tiago, João Baptista - Tiago a 20 anni, Rui Morisson - voce off v.o., Ana Bustorff - Signora Margarida

Soggetto: Denis Diderot

Sceneggiatura: João Botelho

Fotografia: Edmundo Díaz

Montaggio: Renata Sancho

Scenografia: Catarina Amaro

Costumi: Isabel Branco

Altri titoli:

The Fatalist

Durata: 99

Colore: C

Genere: SATIRICO

Specifiche tecniche: (1:1.85)

Tratto da: romanzo "Giacomo il fatalista e il suo padrone" (1773-1775) di Denis Diderot

Produzione: PAULO BRANCO PER MADRAGOA FILMES, GEMINI FLMS

NOTE
- IN CONCORSO ALLA 62. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2005).
CRITICA
"Sicuramente elegante, nella sua rapsodica alternanza d'intellettualismo e humour, 'O Fatalista' di Joao Botelho sconta l'ingombrante eredità d'innumerevoli big, dal Buñuel de 'La via lattea' al Bresson di 'Perfidia' e all'opera omnia del longevo connazionale De Oliveira. Rileggendo senza eccessive timidezze 'Jacques le fataliste' di Diderot, l'autore portoghese realizza una narrazione multipla tra passioni, avventure sessuali e dialoghi filosofici, in cui naturalmente s'incastrano storiacce di potere locale e allucinate concezioni del mondo, che ha tutti i pregi tranne quello dell'originalità." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 8 settembre 2005).

"Nel vedere 'Il fatalista', film pulitino e mesto del portoghese Joao Botelho, vien fatto di rimpiangere la bella occasione persa da Gassman e Villaggio di dar vita ai personaggi di 'Jacques le fataliste' . Chissà se i due divi, fra l'altro sapientissimi lettori, ne avevano mai parlato, proprio come avevano progettato un 'Bouvard e Pécuchet' da Flaubert. Sul filo di un umorismo surreale avanti lettera, il confronto tra servo e padrone imbastito da Denis Diderot (1713 - 1784) si presta a effetti da duetto comico. Le battute sono nel testo, belle e pronte, tanto che in sala hanno suscitato qualche risata perfino nell'interpretazione non irresistibile di André Gomes e Rogerio Samara. Stuzzicarello e autoritario il primo, nei panni dell'innominato signore, filosofo e sornione il secondo. Come spesso avviene con i classici, il libro sopporta la trasposizione moderna; ovvero il viaggio in macchina dei protagonisti, a scopo imprecisato, attraverso il Portogallo. (...) Peccato che al di fuori del grande Manoel de Oliveira, inimitabile ma troppo imitato, il cinema lusitano emani anche nell'affrontare la commedia un'aura quaresimale." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 8 settembre 2005)

"Modula su un'infinità di note e sfumature uno spunto concettualmente simile il portoghese Botelho ma il suo è un soave esercizio di raffinatezza, umorismo aristocratico e minoritario. Consacrato a celebrare l'eterna modernità di uno dei padri dell'Illuminismo, il Diderot di 'Jacques le fataliste', Botelho insegue la relazione tra un padrone e un servitore chiacchierone a colpi di racconti amorosi. Un manifesto leggero sull'arte della libertà di pensiero, del potere esercitato attraverso il sesso." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 8 settembre 2005)

"Quel che Bresson stuzzicava, qui sfianca. Sarà che questo è un altro film portoghese (esiste film portoghese non noioso?); sarà che è un altro film da festival. Fatto sta che 'Il fatalista' stronca anche il devoto di letteratura libertina." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 8 settembre 2005)