Il cavallo di Torino

A torinói ló

4/5
In concorso a Berlino, riflessione estrema sul male del regista ungherese Bela Tarr. Che rimanda al suo capolavoro Satantango

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SVIZZERA 2011
Torino, 1889. Dopo il suo intervento per salvare un cavallo esausto, la salute e la mente di Nietzsche iniziano a vacillare. Il film narra le vicende accadute, dopo questo evento, al proprietario del cavallo, a sua figlia e all'animale stesso...
SCHEDA FILM

Regia: Béla Tarr, Ágnes Hranitzky - co-regia

Attori: Erika Bók, János Derzsi, Mihály Kormos - Kormos

Sceneggiatura: László Krasznahorkai, Béla Tarr

Fotografia: Fred Kelemen

Musiche: Mihály Víg

Montaggio: Ágnes Hranitzky

Scenografia: Sándor Kállay

Costumi: János Breckl

Altri titoli:

The Turin Horse

Das Turiner Pferd

Durata: 146

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: T.T. FILMMÛHELY, MPM FILM, ZERO FICTION FILM, VEGA FILM, WERK WERK WORKS

Distribuzione: DVD: EYE DIVISION (2013)

NOTE
- ORSO D'ARGENTO-GRAN PREMIO DELLA GIURIA E PREMIO FIPRESCI AL 61. FESTIVAL DI BERLINO (2011).
CRITICA
"Memento per chi celebra la vita contadina. La stamberga nello sprofondo ungherese è squallida, il vento ulula (quando per un attimo dà tregua, ulula la colonna sonora di Mihaly Vig), l'acqua va presa al pozzo (camminando controvento). Per unico pasto ci sono due patate (una per il contadino padre, l'altro per la contadina figlia). La cavalla da tiro è moribonda e inappetente. Così finisce il primo giorno. Il secondo si ripete uguale e gli altri pure. Il riferimento al cavallo che Nietzsche abbracciò a Torino è un pretesto. Dormivano quasi tutti, e oggi scriveranno 'capolavoro'." (Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 16 febbraio 2011)