Giardini in autunno

Jardins en automne

Il Potere secondo Iosseliani, che traveste Michel Piccoli da donna. Ma tra naif e utopia, il film cade nell'inverosimile

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FRANCIA 2006
Vincent fa il ministro. È un uomo potente ed elegante, non brutto, amante della buona cucina e dei vini raffinati. Da alcuni anni ha un'amante, Odile, una donna molto bella, intelligente ed affascinante. Avere a fianco una donna così attraente, determinata e con le idee chiare, però, non è sempre un vantaggio. Infatti, quando Vincent viene estromesso dal Ministero per un cambio ai vertici del potere, lei, senza pensarci troppo, lo lascia. Théodière, il nuovo ministro in carica, prende il posto di Vincent e, appena insediato, entra nel bellissimo ufficio del suo predecessore e fa scomparire tutto quello che trova. Gli scaffali, la libreria con le sue suppellettili, le sedie, i divani, le poltrone, la massiccia scrivania, e persino posacenere e telefono, vengono cambiati. Ma anche la fortuna di Théodière, quanto potrà durare? Mentre il nuovo ministro parte con slancio per iniziare i lavori e distruggere quanto è stato fatto prima di lui, Vincent riscopre il piacere della vita.
SCHEDA FILM

Regia: Otar Iosseliani

Attori: Séverin Blanchet - Vincent, Michel Piccoli - Madre, Muriel Motte - Odile, Pascal Vincent - Théodière, Lily Lavina - La rossa, Denis Lambert - Uomo del bistrot, Jacynthe Jacquet - Spazzina, Moonha N'Diaye - Delphine, Salomé Bedine-Mkheidze - Ex-fidanzata, Mathias Jung - Il calvo, Christian Griot - Usciere, Emmanuel de Chauvigny - Pope, Albert Mendy - Capo africano, Jean Douchet - Padre dell'usciere, László Szabó, Pascal Aubier, Jacques Amalric, Jeannine Besson, Kevin Darchy, Louis De Raffin De La Rafinie, Chiara Dimberton, Avari Firiel, Otar Iosseliani, Radoslav Kinsky, Eric Lamberger, Tewodros Markos, Valérie Menguy, Claire Mortreux, Thamaz Naskidachvili, Maria Nistratova, Youri Rost, Lasha Shevardnadze, Mathias Vogt, Madeleine Baratier, Yves Breton, Yannick Carpentier, Alain Debiossat, Emmanuel de Véricourt, Antoine Illouz, Salomé Kikaleichvili, Alexis Konovaloff, François Lemonnier, John Lvoff, Martine Marignac, Pierre Meunier, Laure Monbellet, Junishi Nishimata, Monique Perrault, Berkan Rouissi, Ireneusz Spiewak, Séverine Tardy, Vladimir Voinovitch, Gilles Briselance, Igor , Solene Le Pechon, Lou Wenzel, Vato Andguladze, Pierre Étaix, Olivier Fourcade

Sceneggiatura: Otar Iosseliani

Fotografia: William Lubtchansky

Musiche: Nicolas Zourabichvili

Montaggio: Ewa Lenkiewicz, Otar Iosseliani

Scenografia: Emmanuel de Chauvigny, Yves Brover-Rabinovici

Costumi: Maïra Ramedhan-Lévy

Altri titoli:

Gardens in Autumn

Durata: 121

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: PIERRE GRISE PRODUCTIONS, CINEMAUNDICI, CINEMA WITHOUT FRONTIERS LLC, FMB2 FILMS, CNC, AGENCE FÉDÉRALE DE LA CULTURE ET DE LA CINÉMATOGRAPHIE, CANAL +, TPS STAR, EURIMAGES, MEDIA, COFIMAGE 17, PROCIREP, NAFTA MOSKVA

Distribuzione: MIKADO

Data uscita: 2006-10-27

TRAILER
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA I^ EDIZIONE DI 'CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI ROMA' (2006).
CRITICA
"Dal regista dei 'Merli canterini', una commedia dolce e ingannevole sull'avidità che ci inganna e tradisce, l'elegia di un mondo semplice da rivalutare per trovare un metro quadro di libertà. Per ridere, c'è Michel Piccoli en travesti." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 15 ottobre 2006)

"Brutta bestia il Potere, ma si può sempre guarire. E se il Napoleone di Virzì dall'esilio prepara la riscossa (è storia), il ministro trombato di Iosseliani la prende con ben altra filosofia. Succede in 'Jardins d'automne', una meraviglia di intelligenza e divertimento che come ogni film del grande georgiano è fatto soprattutto di corpi, ritmi, gesti, ripetizioni, distribuiti in gag sapienti e sottili come i suoi piani sequenza. Una musica che ti entra dentro e non esce più. Proprio questo fa infatti Iosseliani: prende un tema certo non nuovo (la vanità del potere, le gioie della vita semplice) e lo asciuga, lo concentra, lo sublima in facce e andature mai viste. Fino a farne una sorta di danza quasi senza dialoghi. (...) E' una posizione cinematografica (il tema trasformato in musica) ma anche morale: spogliati del potere cosa ci resta? Le nostre quattro ossa, o poco più. Ma non è poco, è moltissimo. Basta saperlo, e saperne godere. Questo ci manda a dire da Parigi l'esule Iosseliani. L'altro esule, Bonaparte, riempirà i libri di storia. Ma dovessimo passare un giorno o un anno con uno dei due, sapremmo chi scegliere." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 settembre 2006)