Geu-hu

2.5/5
Il coreano Hong Sang-soo e le geometrie variabili dell'amore: minimale, esile e intimo, pure troppo per il Concorso di Cannes

Leggi la recensione

COREA DEL SUD 2017
Areum si sta preparando a vivere il suo primo giorno di lavoro in una piccola casa editrice. Il suo capo Bongwan aveva una relazione, da poco terminata, con la donna che Areum sostituisce. Quel giorno, come ogni giorno, Bongwan lascia la casa dove vive con la moglie ben prima dell'alba per andare a lavorare e non fa che pensare alla donna che ha perso. Sempre nello stesso giorno, la moglie di Bongwan trova una lettera d'amore e si reca in ufficio senza preavviso scambiando Areum per la donna che non c'è più...
SCHEDA FILM

Regia: Hong Sang-soo

Attori: Kwon Haehyo - Kim Bongwan, Kim Saebyuk - Lee Changsook, Kim Min-hee - Song Areum, Cho Yunhee - Song Haejoo, Ki Jubong, Park Yeaju, Kang Taeu

Sceneggiatura: Hong Sang-soo

Fotografia: Kim Hyung-koo

Montaggio: Hahm Sung-won

Altri titoli:

Le jour d'après

The Day After

Durata: 92

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: DCP (1:1.90)

Produzione: JEONWONSA FILM

NOTE
- IN CONCORSO AL 70. FESTIVAL DI CANNES (2017).
CRITICA
"Molti dialoghi all'interno di una inquadratura fissa e ripresi in un elegante bianco e nero, giocando con le titubanze e i formalismi tipici di quella cultura, per dirci che amore e lavoro non vanno molto d'accordo." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 23 maggio 2017)

"'Il giorno dopo' di Hong Sang-soo, nella sua produzione copiosissima (...) segue i personaggi nelle minuzie quotidiane, asseconda con ironia affettuosa i loro tempi e guarda con amarezza e compassione il comparire del male e delle meschinità nelle loro piccole e grandi scelte. (...) I personaggi vengono descritti attraverso la chiacchiera quotidiana e il senso emerge sotto ciò che la gente si dice, in lunghe inquadrature in cui la macchina da presa zooma di volta in volta a seguire l'uno o l'altro. Un cinema che può ricordare certe cose di Rohmer, in cui la parola improvvisamente lascia il posto al gesto, ai luoghi, con una grazia evanescente che poco a poco prende consistenza." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 23 maggio 2017)