GERONIMO

GERONIMO: AN AMERICAN LEGEND

USA 1994
Nel 1885 negli Stati Uniti, il tenente Charles Gatewood, un ufficiale ex sudista che parla la lingua apache ed ammira Geronimo, il capo degli indiani Chirikahua, viene incaricato dal generale di brigata George Crook di proteggere questi fino all'arrivo al campo militare. Gatewood e Geronimo, durante il viaggio, dopo aver neutralizzato l'attacco di una banda di texani che vogliono impiccare l'apache, si scambiano pegni di amicizia. Ma la tregua con l'esercito degli Stati Uniti si infrange quando viene ucciso uno stregone che predica la rivolta e Geronimo, dopo aver fatto una strage, fugge con alcuni uomini e forma delle bande che si danno alla razzia e al massacro dei coloni, dirigendosi verso il Messico. Crook, dimissionario, viene sostituito dal generale Nelson Miles che mette in quarantena Gatewood ed il suo collega Britton Davis, licenzia le guide indiane e invia cinquemila soldati contro un superstite gruppo apache di poche persone, con donne e bambini, che elude tutte le ricerche, pur braccato e ridotto allo stremo. In difficoltà, Miles chiede segretamente a Gatewood e allo scout bianco Al Sieber di rintracciare Geronimo per offrirgli una onorevole resa. In uno scontro con i cacciatori di taglie bianchi che minacciano Chato, la loro guida indiana, Al Sieber muore. Gatewood riesce finalmente a rintracciare Geronimo, l'amico-nemico, che accetta di consegnarsi. Il treno, visto dal grande guerriero in una premonizione, trasporta lui e quello che resta dei Chirikahua verso l'esilio. I bianchi però non mantengono la promessa di liberarlo dopo due anni di permanenza in Florida e lo trattengono in prigione fino alla morte.
SCHEDA FILM

Regia: Walter Hill

Attori: Jason Patric - Tenente Gatewood, Gene Hackman - Generale Crook, Robert Duvall - Al Sieber, Wes Studi - Geronimo, Matt Damon - Tenente Britton, Rodney A. Grant - Mangas, Kevin Tighe - Generale Nelson, Steve Reevis - Chato, Carlos Palomino - Sergente Turkey, Victor Aaron - Ulzana, M.C. Gainey - Minatore Non Spaven., Raleigh Wilson - Yaqui Dave, Jonathan Ward - C.S. Fly, Rino Thunder - Nana Vecchio, Pato Hoffmann - Il Sognatore, Michael Ruud - Chaplain, Richard Jr. Martin - Stregone Apache, Stuart Proud Eagle Grant - Sergente Dutchy, Patricia Pretzinger - Donna Al Ballo, Jacke Old Coyote - Donna Apche, Michael Minjares - Dandy Jim, Davina Smith - Moglie Del Pistolero, Monty Bass - Pistolero, Burnette Bennett - Skip-Hey, Mark Boone Junior - Minatore Spaventato, Roger Callard - Sergente Mulrey, Luis Contreras - Ufficiale, Lee de Broux - Sceriffo Hawkins, Juddson Keith Linn - Apache Bronco, John Finn - Capitano Hentig, J. Young - Vice Sceriffo, Scott Grabbe - Corriere Al Ballo, Hoke Howell - Billy Pickett, Stephen McHattie - Schoonover

Soggetto: John Milius

Sceneggiatura: John Milius, Larry Gross

Fotografia: Lloyd Ahern II

Musiche: Ry Cooder

Montaggio: Donn Aron, Freeman A. Davies, Carmel Davies

Scenografia: Joe Alves, Joe Alves

Durata: 113

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI

Produzione: WALTER HILL E NEIL CANTON

Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR FILMS ITALIA - COLUMBIA TRI STAR HOME VIDEO

NOTE
REVISIONE MINISTERO APRILE 1994.
CRITICA
"Di particolare rilievo è la presenza di Robert Duvall nella parte della guida Al Sieber, con una morte bellissima dopo una sparatoria intrepidamente affrontata per difendere un amico indiano dai cacciatori di taglie. Penalizzando i buoni, facendo stravincere il tronfio Miles (odiosamente impersonato da Kevin Tighe), il film esprime un sentimento della storia amareggiato e stoico. Il tutto in un quadro affollato di presenze incisive, vivido e che parla al cuore dei vecchi lettori di Salgari, fra cascatori intrepidi e cavalli rotti a tutte le acrobazie: un vero e bel western, con una sua lezione valida ovunque ci siano oppressi e oppressori." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 13 Maggio 1994)

"A dare comunque un po' di compattezza a una vicenda tanto diseguale interviene spesso la regia di Walter Hill che, felice di muoversi nelle stesse plaghe rosse dell'Utah dove John Ford aveva ambientato i suoi western, riesce spesso ad alternare ai momenti raccolti e alle riflessioni psicologiche delle pagine ariose e perfino grandiose in cui l'onore, la lealtà e le guerre trovano spazi attenti e anche veri, con la possibilità, quando invece le slealtà prevalgono e le sorti degli Apaches volgono al peggio, di toccare in modo verosimile i tasti della malinconia e della delusione passando dall'epicità ai turbamenti, con accenti misurati. Al centro, molti interpreti di grido: il generale a capo della spedizione, detto Lupo grigio dagli Indiani, è Gene Hackman, con tratti nobili e forti, l'Apache passato dalla parte degli americani, cattivo però solo a metà, è Robert Duvall, con modi tesi, Geronimo è l'ormai notissimo Wes Studi, già presente nell'Ultimo dei Mohicani e in Balla coi lupi. La faccia giusta, anche se è un Cherokee, per interpretare l'ultimo Apache." ('Il Tempo', 9 Maggio 1994)

"Ambientato negli splendidi paesaggi immortalati da John Ford, ecco un western che non teme di richiamarsi al grande modello. 'Geronimo' offre cavalcate spettacolari e sparatorie benissimo girate nel rispetto del Mito e della Storia, come non capita quasi più dopo gli stravolgimenti di Sergio Leone. Tuttavia il regista Walter Hill ribalta il punto di vista del film indiano classico: della solida e documentata sceneggiatura di John Milius e Larry Gross, i bianchi, quelli buoni inclusi, sono sempre e comunque gli sterminatori. E l'idea di focalizzare la vicenda proprio in quel biennio l885-86 in cui la resistenza dei Nativi Americani era ridotta allo stremo, fa apparire inutilmente spietato l'atteggiamento del governo Usa, che molto promise ai vinti e nulla mantenne. (...) A incarnare il discusso guerrigliero è Wes Studi, attore Cherokee già, ammirato in 'Balla coi lupi' e 'L'ultimo dei Mohicani'. Gli si contrappone efficacemente Jason Patric nel ruolo dell'integerrimo Gatewood, mentre Gene Hackman (Crook) e Robert Duvall (Sieber) sono strepitosi nel ritagliarsi fra umanità e ironia i loro epici personaggi." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 7 Maggio 1994)