Fortunata

- Regia:
- Attori: - Fortunata, - Patrizio, - Chicano, - Franco, - Barbara, - Lotte
- Soggetto: Margaret Mazzantini
- Sceneggiatura: Margaret Mazzantini, Francesca Manieri - (collaborazione), Sergio Castellitto - (collaborazione)
- Fotografia: Gian Filippo Corticelli
- Musiche: Arturo Annecchino
- Montaggio: Chiara Vullo
- Scenografia: Luca Merlini
- Costumi: Isabella Rizza
- Suono: Alessandro Rolla - (presa diretta)
-
Altri titoli:
Io sono fortunata
Lucky - Durata: 103'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: DCP
- Produzione: NICOLA GIULIANO, FRANCESCA CIMA, CARLOTTA CALORI, VIOLA PRESTIERI PER INDIGO FILM, IN ASSOCIAZIONE CON HT FILM, ALIEN PRODUZIONI
- Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY
- Data uscita 20 Maggio 2017
TRAILER
RECENSIONE
Jasmine Trinca è Fortunata. Di nome, non di fatto, fa la parrucchiera a domicilio nel torrido agosto di Torpignattara.
Vive con la figlia di 8 anni, subendo ancora i maltrattamenti dell’ex marito (Edoardo Pesce). E sogna di aprire un salone tutto suo, per emanciparsi, conquistare la sua indipendenza e il diritto alla felicità.
Sarà lo psicologo della ASL Patrizio (Stefano Accorsi), incaricato di valutare le condizioni della bambina per l’affidamento dopo il divorzio, a farla illudere della possibilità di una vita migliore.
La premiata ditta Mazzantini-Castellitto confeziona un Mamma Roma iperrealista e folle, fuori misura e bruciante, inquadrando dall’alto verso il basso (con tutte le elucubrazioni del caso…) la quotidianità di una povera crista.
Chiedono a Jasmine Trinca (che ritrovano dopo Nessuno si salva da solo), a ben vedere come accadde con Penelope Cruz per Non ti muovere, di snaturarsi, di farsi donna di borgata, vestita il minimo indispensabile e senza peli sulla lingua.
Generosa, come sempre, l’attrice finisce però per risultare paradossalmente posticcia, sopra le righe, fuori misura proprio come il film.
Film che finge di sporcarsi nei territori brulli e aridi della periferia romana, ma che non è mai capace di poggiare lo sguardo senza anteporlo al cuore dei personaggi, o della storia.
E’ la fiera del sovraccarico, dell’urlato, del mai suggerito, con punte stracult come la sequenza in cui Accorsi insegue Fortunata sulle sponde del Tevere.
Ancora una volta, dunque, nel cinema di Castellitto non esiste alcuno spiraglio alla sottrazione, si inseguono piuttosto miraggi ferreriani anche attraverso i personaggi di contorno, come la svolazzante Hanna Schygulla, divorata dall’Alzheimer e dal mito di Antigone, ingestibile madre dell’amico di sempre di Fortunata, un Alessandro Borghi bipolare e strafatto, ormai schiavo nello stesso ruolo di sempre.
Ci mancavano solo Antony Hegarty e Vasco Rossi: ah no, ci sono anche loro. Vivere, è passato tanto tempo…
NOTE
- PREMIO PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE (JASMINE TRINCA) AL 70. FESTIVAL DI CANNES (2017) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD'.
- NASTRO D'ARGENTO 2017 PER: MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA (JASMINE TRINCA), ATTORE NON PROTAGONISTA (ALESSANDRO BORGHI HA VINTO ANCHE PER "IL PIÙ GRANDE SOGNO" DI MICHELE VANNUCCI) E SONORO IN PRESA DIRETTA. JASMINE TRINCA HA VINTO ANCHE IL PREMIO 'WELLA - NASTRI D'ARGENTO' PER L'IMMAGINE. LE ALTRE CANDIDATURE ERANO: MIGLIOR FILM, SCENEGGIATURA, PRODUTTORE (NICOLA GIULIANO, FRANCESCA CIMA E CARLOTTA CALORI ERANO CANDIDATI ANCHE PER "SICILIAN GHOST STORY" DI FABIO GRASSADONIA E ANTONIO PIAZZA), E ATTORE NON PROTAGONISTA (EDOARDO PESCE, CANDIDATO ANCHE PER "CUORI PURI" DI ROBERTO DE PAOLIS).
- DAVID DI DONATELLO 2018 PER: MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA (JASMINE TRINCA). ERA CANDIDATO PER: ATTORE NON PROTAGONISTA (ALESSANDRO BORGHI), TRUCCATORE (MAURIZIO FAZZINI), ACCONCIATORE (MAURO TAMAGNINI).
CRITICA
"Il film soffre di qualche disorientamento narrativo nella sua seconda parte." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 25 maggio 2017)
"Jasmine Trinca, scollatura e minigonna, pare la cugina povera (in ogni senso) della Julia Roberts di Erin Brockovich. Il confronto, impietoso, si ferma lì: colpa di un dramma di borgata zeppo di urla, piagnistei e scene ad effetto." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 25 maggio 2017)
"Come per i film precedenti di Castellitto regista (dopo l'esordio con 'Libero Burro', da un romanzo di Bruno Gambarotta), anche questo 'Fortunata' nasce dalle pagine della moglie Margaret Mazzantini, garanzia di richiamo popolare ma troppo debitrice verso una programmaticità funzionale alla pagina scritta, letteraria e non cinematografica, che finisce gioco forza per smorzare gli sforzi della Trinca di rendere vivo e credibile il suo personaggio. (...) È come se Castellitto non avesse il coraggio di percorrere con coerenza la strada che si è proposto di seguire, cioè quella del melodramma, genere poco popolare oggi e per questo teoricamente interessante. (...) in 'Fortunata' tutto sembra codificato e previsto, anche le (ridondanti) sottolineature letterarie, con la tragedia di 'Antigone' che diventa l'inevitabile lezione-premonizione di quello che sta succedendo. Finendo così per sprecare sull'altare dell'eccesso la voglia di raccontare una storia fuori dalla norma, lontana dal realismo cronachistico di certo cinema d'autore (...)". (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 22 maggio 2017)
"Con 'Fortunata' Castellitto regista torna idealmente al suo maggior successo, 'Non ti muovere', e imbeve il mélo di atmosfere popolari. Perché un tragico borghese, in Italia ma non solo, è in effetti difficile. Il film rifiuta vistosamente il realismo: non vuole essere verosimile, ma appassionante. (...) I personaggi si lanciano spesso in monologhi statici che grondano cattiva letteratura o frasi didascaliche (... ). Poi invece, a beneficio del pubblico più colto, si tira in mezzo un sottotesto con l''Antigone', di cui recita qualche battuta Hanna Schygulla (omaggio a Fassbinder). I tocchi umoristici e grotteschi confermano l'impressione che il regista e la sceneggiatrice Mazzantini ci strizzino l'occhio come a dire: stiamo giocando. E che non credano fino in fondo a quello che raccontano e tendano più al midcult che al 'popolare'". (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 22 maggio 2017)
"È questo gruppo di purezza proletaria il cuore vero del film e Castellitto sa ricavare ottimi risultati dagli attori come dalla cornice. Ma fra gioco del lotto, i fantasmi nel passato, la gita a Genova, l'Africa, i rivoli narrativi risultano troppi; e finisce che a farne le spese sia proprio la storia con Accorsi, che dovrebbe essere centrale e colare emozione invece che restare secondaria ed e sangue." (Alessandra Lavantesi, 'La Stampa', 21 maggio 2017)
"Piacerà a chi di Castellitto regista può discutere tutto, ma non la sua capacità di direttore d'attori. Dopo essersi reinventato qualche anno fa Penélope Cruz in 'Non ti muovere', qui svela (allo spettatore si spera domenicale) una Jasmine Trinca di un'aggressività stupefacente (imita la Magnani e in qualche momento ci riesce)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 maggio 2017)