DRAMMA SUL TEVERE

ITALIA 1952
La sora Rosa, una vedova di modeste condizioni, ha due figlioli, Aldo e Bruno, cui dedica le più affettuose cure: al primo fa apprendere il mestiere di meccanico, all'altro quello di falegname. Ma mentre Aldo corrisponde nel miglior modo alle cure materne, divenendo un giovane onesto e laborioso, la cui vita scorre tranquilla tra il lavoro e il culto degli affetti più sani, l'affetto per la madre e per la sua fidanzata, Nunziatina, le cose vanno diversamente nei riguardi di Bruno. Questi è un mediocre lavoratore, che coltiva delle amicizie pericolose. Uno dei suoi amici, il pregiudicato Toto, detto "Barone", gli fa conoscere la soubrette Mughetto, della quale diviene l'amante. Si tratta di una relazione costosa e bruno, che nel frattempo è stato licenziato ed è rimasto senza lavoro, tenta una rapina, alle dipendenze di Toto; ma il colpo fallisce e Bruno decide di recarsi a Firenze, dove spera di trovare un terreno più favorevole alle sue gesta. Come ha fatto altre volte, il denaro per il viaggio lo ruba alla madre. Questa, avendolo colto in fallo, disperata per l'inguaribile malvagità del figliolo, muore in seguito ad una attacco cardiaco. Aldo, sconvolto dal dolore, in preda ad una accesso d'ira furibonda, insegue il fratello e lo uccide nel corso di un terribile pugilato. Dopo aver regolato il suo conto con la giustizia, Aldo sposerà Nunziatina.
SCHEDA FILM

Regia: Tanio Boccia

Attori: Bianca Doria - Sora Rosa, Aldo Fiorelli - Aldo Rossi, Zina Rachewski - La Soubrette, Silvana Muzi - Nunziatina, Cesare Fantoni - Toto Detto Barone, Alberto Sorrentino - Il Saputello, Franco Ricci - Il Cantante, Attilio Torelli, Annette Ciarli, Gina Mascetti, Teresa Mariani, Nando Checchi, Renato Baldini - Bruno Rossi

Soggetto: Mario Moroni, Tanio Boccia, Domenico Manenti

Sceneggiatura: Mario Moroni, Tanio Boccia, Domenico Manenti

Fotografia: Carlo Bellero

Musiche: Amedeo Escobar

Scenografia: Luigi De Santis

Durata: 88

Genere: DRAMMATICO

Produzione: AVENTINO FILM

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
"Un discreto spunto (...). (Con) mano abbastanza buona di mestiere (Boccia) ha narrato la vicenda con una poesia semplice e sincera (...). Tra i pregi del film da notarsi una bella fotografia (...) della Roma contemporanea". (B. Brognara, "Hollywood", n. 376, 1952).